Giacomo Nani (Porto Ercole 1698-1770 Napoli)
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Giacomo Nani (Porto Ercole 1698-1770 Napoli)

Cestino con ricci e capesante, cestino di fichi, un piatto con olive, pere e filetto di alici, cipolle, meloni e vari contenitori di legno

Details
Giacomo Nani (Porto Ercole 1698-1770 Napoli)
Cestino con ricci e capesante, cestino di fichi, un piatto con olive, pere e filetto di alici, cipolle, meloni e vari contenitori di legno
firmato 'Giacomo Nani f.' (in basso a sinistra)
olio su tela
86 x 127 cm.
Literature
L. Salerno, La natura morta italiana. 1560-1805, Roma, 1984, p. 373, 115.1 (illustrato: Tavola da cucina con frutti di mare); A. Tecce in La natura morta in Italia, a cura di F. Zeri e F. Porzio, Milano, 1989, II, p. 960.
Special notice
Where there is no symbol Christie's generally sells lots under the Margin Scheme. The final price charged to Buyer's for each lot, is calculated in the following way: 24% on the hammer price of the first € 150,000,00 18.5% on the hammer price for any amount in excess of € 150,000,00.

Lot Essay

Per struttura compositiva e attenzione alla definizione degli elementi della natura morta il presente dipinto è confrontabile con la serie di ventiquattro tele di Nani a Riofrío (Segovia), Palacio Real, probabilmente eseguite entro il 1746 (cf. J. Urrea Fernandez, La pintura italiana del Siglo XVIII en España, Valladolid, 1977, pp. 349-350, tav. CXX, fig. 2; A. Tecce in La natura morta in Italia, a cura di F. Zeri e F. Porzio, Milano, 1989, II, p. 960).
Il presente dipinto, nella presentazione ordinata e piuttosto icastica degli oggetti, è anche una prova evidente della fondatezza delle tesi del Roli (1964) - seguito anche dal Salerno (1984) e da altri autori - secondo il quale opere del Nani sul tipo di quella qui offerta, molto diffuse in Spagna, furono probabilmente un riferimento importante per la formazione di Luis Meléndez.
Allievo di Gaspare Lopez e di Baldassarre de Caro, Giacomo Nani - autore di una cospicua serie di opere per il Palazzo Reale di Caserta - si allinea alla tendenza di recupero di temi seicenteschi propria dell'area della natura morta napoletana che fa capo a Tommaso Realfonzo. Nel presente dipinto, infatti, la disposizione della suppellettile mostra una memoria delle invenzioni di tema analogo prodotte da Giuseppe Recco.