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PILO, Rosolino (1820-1860). Interessantissimo manoscritto autografo firmato dello sfortunato patriota siciliano, protagonista dei moti del 1848 e poi, con Garibaldi, martire del 1860: l'Esatta cronaca dei fatti avvenuti in Sicilia e preparativi di rivoluzione pria del 12 gennaio 1848 non esposti od omessi a ragion pensata, come è da credersi, dai signori La Masa e La Farina, sedicenti storici degli avvenimenti del 48 in Sicilia si presenta, come dice il titolo, quale "contro-memoria", davvero dall'interno, di una delle fasi più complesse e torbide del Risorgimento meridionale. Il manoscritto si compone di 54 pagine 4o, con legatura moderna tutta tela, scritte su una colonna (all'altra, note e appunti in previsione della stampa). Ad esso si uniscono organicamente cinque lunghe lettere autografe firmate (una con lo pseudonimo "Stefano"), del 1853-54, per lo più indirizzate a Francesco Crispi. Le lettere contengono aggiunte integrazioni e schiarimenti rispetto alla materia tratta nel memoriale (per esempio nella più lunga delle lettere, 31 ott. 53, si danno importanti notizie relative all'appoggio richiesto dai patrioti siciliani a un K. che è Kossut).
Ma è soprattutto l'esteso, e in più punti polemico memoriale, a costituire una fonte storiografica di primaria importanza. Alla prima pagina, risulta evidente come fosse anche in questo caso il Crispi, il principale destinatario e interlocutore di Pilo: Si prega il Sig. Francesco Crispi, appena avrà letto il presente manoscritto, di restituirlo al suo amico ROSOLINO PILO. Genova, li 23 marzo 1852. E infatti gran parte della freschezza anche stilistica del testo deriva dall'articolarsi in forma di lettera (che però prevede, prima del giungere nelle mani del giovane ma già influente compagno garibaldino, un passaggio per il destinatario primo: l'amico, ma storico, come s'è visto, in acerba concorrenza, La Masa): Mio caro Amico Per mezzo della posta mi ho avuta una tua pregiatissima in data del ... 1851 con la quale mi chiedevi notizie precise su di ciò che del Partito Liberale si combinava in Palermo prima del 12 Gennaio 1848. Segue lo snodarsi delle vicende, fatte ben più di tortuose manovre politiche e ansiosi preparativi che non di èmpiti rivoluzionari o sovversivi. Sinché non giunge la pagina finale, che rende invece a meraviglia il senso di sospensione, lo "stato d'emergenza" tipico delle convulse giornate del gennaio '48: Venne il giorno 11 gennaro. Palermo era imponente, vi si godeva una calma perfetta quale è quella che suole precedere una risoluzione inamovibile. I cittadini tutti nell'incontrarsi si davano la mano e non altro proferivano che a domani. I Governanti dell'Isola erano attoniti, avevano ricevuta una sfida pubblica e risoluta, ma con tutto ciò non credevano che la potesse realizzarsi e spervano che quel concitamento di sarebbe tosto calmato con la pubblicazione dei decreti e delle concessioni che Ferdinando avrebbe emanato per il suo giorno onomastico. La sbirraglia si dava moto, ma titubava alla vista di un ammutinamento generale [...] L'11 la sera Palermo presentava l'aspetto di una tomba, ogni cittadino erasi di buon ora ritiratosi in casa per prepararsi alla lotta della domani [...] la notte era già oltre e suonavano le 11 quando mi andai in casa di un mio parente, ove contai minuto per minuto il rincorrere della notte, che fu tempestosa per la forte e durevole pioggia [...] La descrizione dei fatti del giorno 12 gennaro in poi tu già mio caro La Masa l'hai data per le stampe; onde non mi resta che augurarti salute e ripetermi tuo amico fratello Rosolino Pilo.
Notevolissimo documento risorgimentale. (7)
Ma è soprattutto l'esteso, e in più punti polemico memoriale, a costituire una fonte storiografica di primaria importanza. Alla prima pagina, risulta evidente come fosse anche in questo caso il Crispi, il principale destinatario e interlocutore di Pilo: Si prega il Sig. Francesco Crispi, appena avrà letto il presente manoscritto, di restituirlo al suo amico ROSOLINO PILO. Genova, li 23 marzo 1852. E infatti gran parte della freschezza anche stilistica del testo deriva dall'articolarsi in forma di lettera (che però prevede, prima del giungere nelle mani del giovane ma già influente compagno garibaldino, un passaggio per il destinatario primo: l'amico, ma storico, come s'è visto, in acerba concorrenza, La Masa): Mio caro Amico Per mezzo della posta mi ho avuta una tua pregiatissima in data del ... 1851 con la quale mi chiedevi notizie precise su di ciò che del Partito Liberale si combinava in Palermo prima del 12 Gennaio 1848. Segue lo snodarsi delle vicende, fatte ben più di tortuose manovre politiche e ansiosi preparativi che non di èmpiti rivoluzionari o sovversivi. Sinché non giunge la pagina finale, che rende invece a meraviglia il senso di sospensione, lo "stato d'emergenza" tipico delle convulse giornate del gennaio '48: Venne il giorno 11 gennaro. Palermo era imponente, vi si godeva una calma perfetta quale è quella che suole precedere una risoluzione inamovibile. I cittadini tutti nell'incontrarsi si davano la mano e non altro proferivano che a domani. I Governanti dell'Isola erano attoniti, avevano ricevuta una sfida pubblica e risoluta, ma con tutto ciò non credevano che la potesse realizzarsi e spervano che quel concitamento di sarebbe tosto calmato con la pubblicazione dei decreti e delle concessioni che Ferdinando avrebbe emanato per il suo giorno onomastico. La sbirraglia si dava moto, ma titubava alla vista di un ammutinamento generale [...] L'11 la sera Palermo presentava l'aspetto di una tomba, ogni cittadino erasi di buon ora ritiratosi in casa per prepararsi alla lotta della domani [...] la notte era già oltre e suonavano le 11 quando mi andai in casa di un mio parente, ove contai minuto per minuto il rincorrere della notte, che fu tempestosa per la forte e durevole pioggia [...] La descrizione dei fatti del giorno 12 gennaro in poi tu già mio caro La Masa l'hai data per le stampe; onde non mi resta che augurarti salute e ripetermi tuo amico fratello Rosolino Pilo.
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