Giacomo Balla (1871-1958)
Giacomo Balla (1871-1958)

Velocità astratta n. 2

Details
Giacomo Balla (1871-1958)
Velocità astratta n. 2
firma, data e titolo in basso a sinistra Balla Velocità astratta 1914
pastelli colorati su carta
cm 28,5x44
Eseguito nel 1914
L'opera sarà inserita nel Catalogo Ragionato Giacomo Balla a cura di Maurizio Fagiolo dell'Arco, in corso di pubblicazione, Edizioni Skira, Milano
Provenance
Archivio Casa Balla n. 44
Literature
M. Drudi Gambillo - T. Fiori, Archivi del Futurismo, Roma 1962, vol. II, n. 127 (illustrato)
G. Lista, Balla, Modena 1982, p. 215, n. 369 (illustrato)
Exhibited
Roma, Palazzo delle Esposizioni, VIII Quadriennale Nazionale d'Arte, Sala di Balla, cat., n. 14
Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna, Giacomo Balla, 1963, cat., n. 92
Roma, Galleria dell'Obelisco, Balla, il movimento, 1968, cat., n. 43

Lot Essay

Riappare dopo trent'anni (l'opera era registrata nel Catalogo Generale in corso di pubblicazione come "ubicazione ignota") una delle più importanti opere sul motivo della "Linea di velocità astratta". Nel capitolo 13 del volume sono una settantina le opere di questo soggetto catalogate, eseguite tra il 1913 e il 1914 dalle tecniche più svariate.
L'opera qui analizzata, è stata esposta nella mostra della Quadriennale immediatamente successiva alla scomparsa di Balla, e poi nella grande retrospettiva di Torino curata da Enrico Crispolti nel 1963 e nelle mostre dell'Obelisco da me curate nel 1968. È pubblicata negli Archivi del Futurismo e nella monografia edita dalla Galleria Fonte d'Abisso.
Giacomo Balla si è sempre proposto la ricerca di una sintesi, ma vuole raggiungerla dopo innumerevoli analisi: scientificamente. Attraverso molti studi particolari (il moto relativo, il volo, le compenetrazioni della luce, il dinamismo), ecco un probabile approdo. Si tratta della "linea di velocità": una forma sintetica che solo la mentalità del tutto "surreale" di Giacomo Balla può ritenere tale. Esatta e scientifica come la dimostrazione d'un manuale d'ingegneria, ma poetica come una frustata liberty, la "linea di velocità" diventerà nella sua opera una specie di personale marchio di fabbrica. La forma più importante del suo vocabolario, tanto è vero che arriverà a qualificarla "base fondamentale delle mie forme pensiero".
Nelle pagine dei taccuini, assistiamo all'incubazione della "linea", alla sua definizione netta. Una prova appare nel taccuino n. 5, mentre ben 55 studi della "velocità astratta", complicata dal vortice e dal rumore, appaiono nel taccuino n. 3. Negli anni seguenti, possiamo constatare come la "linea di velocità" si coniuga con altri fattori naturali o psicologici: il paesaggio, il cielo, il vortice. Come sempre, Balla alterna il dinamismo e la stasi, il soggettivo e l'oggettivo, il pensare e l'esistere. La gloriosa sigla della "linea di velocità" si misura così con l'ambiente di sempre, con lo spazio terreno e infine con i misteri del cielo (fisico e metafisico).
È particolarmente elegante la sperimentazione che oggi viene qui ripresentata. L'azzurro del cielo si unisce al verde del paesaggio, compenetrandosi con semplicità e complessità allo stesso tempo. È già presente una forma complementare che assomiglia al vortice. Le opere di Balla, che si definirà "astrattista futurista", dimostrano che l'astrazione può avvenire soltanto partendo dai dati veri della natura complicati dal movimento.
(Maurizio Fagiolo dell'Arco)