Juan Ruiz (attivo nel XVIII secolo)

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Juan Ruiz (attivo nel XVIII secolo)

Capriccio di festa notturna a Napoli, presso Castel Nuovo, con una macchina pirotecnica galleggiante della Darsena del porto

firmato Ruiz F., olio su rame argentato, cm 17,7x38

Lot Essay

La posizione dei monumenti e degli elementi paesistici nel dipinto è regolata dall'arbitrarietà d'assemblaggio propria del capriccio. Nella parte sinistra sono riconoscibili torri e bastioni simili a quelli del Castel Nuovo, come la Torre del Beverello con la bandiera o il corpo finestrato ad essa anteposto, che cita liberamente la cortina muraria del Castel Nuovo tra la Torre del Beverello e quella dell'Oro (la posizione di quest'ultima rispetto alla Torre del Beverello non è però quella reale). Anche il gruppo degli edifici sulla destra del bacino portuale è costruito senza rapporti riscontrabili con l'area della Darsena prospiciente il Castel Nuovo, così come la collina con edifici presumibilmente fantastici. La stessa posizione del bacino portuale della Darsena, con il suo piccolo varco in primo piano, riprende in arbitrariamente la forma dello specchio d'acqua (per la topografia dell'area nel XVIII secolo cfr. almeno le pergamene di Lievin Cruyl con la Veduta dell'Arsenale e la Veduta di Castel Nuovo a Firenze, Villa di Poggio Imperiale, ripubblicate da L. Di Mauro in All'ombra del Vesuvio. Napoli nella veduta europea dal Quattrocento all'Ottocento, catalogo, Napoli, 1990, p.375, illustrate alle pp. 122-123. Per la situazione dell'area intorno al 1840 cfr. la litografia di A. Guesdon con la Veduta dall'alto del Porto mercantile a Napoli, Suor Orsola Benincasa, ripubblicata a colori da G.Alisio, Napoli nell' Ottocento, Napoli, 1992, p.27). L'uso di allestire strutture effimere per giochi pirotecnici notturni sul mare in occasioni festive e d'"allegrezza" segna la storia settecentesca e ottocentesca di Napoli. Nel dicembre 1739 Ferdinando Fuga allestì una 'Reggia di Pallade' per le nozze dell'Infante Don Filippo con Luisa Elisabetta, primogenita del re di Francia, mentre Francesco Saracino allestì un "Temple de l'Himen, servant de decoration au Feu d'artifice que S. Ex.ce M. le Marquis de l'Hospital, Ambassadeur extraordinaire de Sa Majesté auprès du Roy des deux Siciles, a fait tirer sur le bord de la Mer à Naples le 4 Aoust 1745, à l'occasion du mariage de Monseigneur le Dauphin avec l'Infante Marie-Therese d'Espagne" (cfr. F.Mancini, Feste ed apparati in Napoli dal Viceregno alla Capitale, Napoli, 1968, p. 56, p.43, tav.19 e p.58, e R.Muzii in Civiltà del '700 a Napoli, catalogo, vol.II, Firenze, 1980, pp.322-323, scheda 575.a). Nel 1748, per la nascita del primogenito Filippo, Vincenzo Re allestì una 'cuccagna' nella Piazza del Palazzo Reale la cui struttura turrita poligonale presenta elementi paragonabili a quelli della macchina pirotecnica raffigurata nel quadro qui offerto, mentre la macchina allestita nella Piazza del Castel Nuovo era un padiglione a forma di tempio a pianta centrale sormontato da una statua (cfr. F. Mancini, op. cit., p.57, fig.36, e p.60, fig.39, e L. Martorelli in Civiltà del '700 a Napoli cit., pp.320-321, schede 574.n-q).
Un documento visivo dell'allestimento di macchine pirotecniche galleggianti, la cui tradizione inizia a Napoli già in epoca tardo-barocca, è dato dalla macchina allestita davanti al litorale di Mergellina per la nascita di un figlio di Ferdinando IV e Maria Carolina (forse Carlo Tito), raffigurata da Pietro Fabris in un disegno datato 1776 a Napoli, in collezione privata (cfr. N.Spinosa, Pittura napoletana del Settecento dal Rococò al Classicismo, Napoli, 1987, p.166, n.338, p.424, ill. n.441).
Il presente dipinto, nel rapporto fantastico con luoghi ed eventi della vita della città, rientra nella visione mitica e astratta di Napoli maturata nella sensibilità dei vedutisti francesi del Settecento, della quale nel presente dipinto è partecipe lo stesso Ruiz. "Con e dopo Vernet Napoli diviene il luogo idealizzato tra reale ed irreale di ogni genere di marine (...). Pur partendo da elementi reali, questa idealizzazione del sito sarà ancora più evidente negli emuli e nei discepoli di Vernet, come Lacroix de Marseille e Lallemand" (cfr. P.Bédarida in All'ombra del Vesuvio. Napoli nella veduta europea dal Quattrocento all'Ottocento, cit., p.58).
Per il presente dipinto si propone una datazione intorno al 1750. L'attribuzione a Juan Ruiz, invece che a Tommaso, è basata sulla compiutezza nella descrizione delle figure riscontrabile nelle poche opere note del pittore (cfr. N.Spinosa - L. Di Mauro, Vedute napoletane del Settecento, Napoli, 1989, p. 190, nn.47-49, p.55, tavv.19-20, p.236, figg. 40-419). Una Veduta di Napoli dalla spiaggia di Mergellina verso la collina di Pizzofalcone, con il Vesuvio sullo sfondo, attribuita allla cerchia di Juan Ruiz e con soluzioni stilistiche analoghe a quelle del dipinto qui offerto, è passato vendita Christie's a Roma del 4-XII-1991 (lotto 134).