Da Cesare da Sesto
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Da Cesare da Sesto

Salomè

Details
Da Cesare da Sesto
Salomè
reca timbro in ceralacca sul retro con iscrizione 'Administration de..ses Douane de Paris'
olio su tavola
cm 130x84
Provenance
(Probabilmente) Milano, San Giovanni Decollato, fino a quando fu dato dal Conte Archinto nel 1630 a Cardinale Giulio Mazzarino (1602-1661); venduto nel 1721 a Philippe, Duca d'Orléans, reggente di Francia (1674-1723), e per via ereditaria al Palais Bourbon, dove menzionato negli inventari del 1727, di Philippe, Duca d'Orléans, detto Philippe-Egalité (1747-1793), con la cui collezione fu venduto nel 1791 a Edouard Walkiers, che lo vendette nel 1798 a Michael Bryan (1757-1821) dalla parte di un consorzio composto da Francis Egerton, terzo Duca di Bridgewater (1736-1803), George Granville, Leveson-Gower, Earl Gower, Marchese di Stafford e poi primo Duca di Sutherland (1758-1833) e Frederick Howard, quinto Earl di Carlisle (1748-1825), da cui fu esibito con altri dipinti dalla Collezione Orléans alla Galleria di Bryan a Pall Mall e al Lyceum, The Strand, 1798, n. 183; asta Peter Coxe, 14-II-1800, lotto 23, come opera di Andrea Solario raffigurante Erodiade per 41 ghinee; asta a Mr. Squibb's Great Room, Saville Passage, Londra, 25-IV-1807, lotto 58, come opera di Leonardo da Vinci, in cui fu venduto per Sterline 105 a Hope; Londra, Cavendish Square, Henry Williams Hope (1736-1811), da cui in lascito testamentario al marito di sua nipote; (presumibilmente) John Williams Hope, da cui venduto nel nome dello zio defunto; asta Christie's, Londra, 28-VI-1816, lotto 51, come opera di Leonardo da Vinci, 'Herodias' (62 gns. a Woodburn il Giovane, presumibilmente per conto del padre); (presumibilmente) John Woodburn; asta Christie's, Londra, 12-V-1821, lotto 54, come opera di Leonardo da Vinci, 'Decollazione di San Giovanni Battista - una grande composizione finemente disegnata e colorata, e molto ben finita' (invenduto); asta Moret/Pillet, Parigi, 12-II-1857, lotto 42, come opera di Bernardo Luini; asta Henri de la Broise, Parigi, 1931, lotto 15; asta Parke Bernet, New York, 28-XI-1962; Milano, collezione Algranti
Literature
(Probabilmente) F. Baldinucci, Notizie de' professori del disegno da Cimabue in qua, II, Firenze, 1681, F. Ranalli, ed., 1975, p. 292, come da Cesare da Sesto; L.F. Dubois de Saint Gelais, Description des Tableaux du Palais Royal avec la Vie des Peintres à la tete de leurs Ouvrages. Dédié a Monseigneur le Duc d'Orléans, Premier Prince du Sang, Parigi, 1727, pp. 28-29, n. 22, come opera di Andrea del Solario; G. Waagen, Treasures of Art in Great Britain, Londra, 1854, II, p. 496, come opera di Andrea del Solario; J. Crowe - G. Cavalcaselle, A history of painting in North Italy, Londra, 1912, p. 382, come opera di Andrea Solario; C. Stryienski, La galérie du Régent, Parigi, 1913, p. 164, n. 179, come 'La fille de Herodiade' di 'Ecole lombarde et ferraraise Solario'; W. Suida, Allgemeines Lexikon der Bildenden Kuenstler, U. Thieme e F. Becker, ed. XXX, Lipsia, 1936, p. 534, come opera di Bernardo Luini da Cesare da Sesto; M. Davies, National Gallery Catalogues. The Earlier Italian Schools, Londra, 1951, p. 109, come opera di Cesare da Sesto; B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance. Central Italian and North Italian Schools, Londra, 1968, I, p. 411, III, tav. 1436, come opera di Andrea Solario; D. Alan Brown, Andrea Solario. L'opera completa, Milano, 1987, p. 255, nota 11, in cui viene ritenuto una copia da C. da Sesto con influenza di A. del Solario; A. Perissa Torrini, I disegni del Figino. Galleria dell'Accademia di Venezia, Milano, 1987, p. 16, come opera di Ambrogio Figino; M. Carminati, Cesare da Sesto, Roma, 1994, pp. 212-214, n. 19l, come da Cesare da Sesto
Engraved
P. Crozat, Galerie du Palais Royal, Parigi, 1786, I, tav. III, come opera di Leonardo da Vinci
Special notice
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Sale room notice
Il presente dipinto è stato inciso da Marchand come opera di Leonardo da Vinci e illustrato nel volume di J. Couché,Galerie du Palais Royal gravée d'après les tableaux des différentes écoles qui la composent, avec un abrégé de le vie des peintres et une description historique de chaque tableau par Mr de l'Abbé de Fontenai, Paris 1786, vol. I, tav. III.

Lot Essay

Il presente dipinto è esemplato sull'originale di Cesare da Sesto, ora a Vienna, Kunsthistorisches Museum (Inv. n. 202), che alla fine del secolo XVI si trovò a Milano nella collezione di Cesare Negruolo (cf. G.P. Lomazzo, Trattato dell'arte della pittura, scoltura e architettura, Milano, 1584, pp. 181-182) e in seguito fu acquistato da Lomazzo e donato, prima del 1590, all'imperatore Rodolfo II d'Asburgo per la sua collezione al Castello di Praga, da cui passò alla fine del secolo XIX nel museo viennese sopra menzionato. Del prototipo vennero eseguite circa quindici copie - indicazione del grande richiamo che la composizione ebbe sin dall'inizio. La presente versione si distingue per la sua fortuna critica d'eccezione.

Fu in tutta probabilità il dipinto menzionato da Baldinucci, che, tolto dalla Chiesa di San Giovanni Decollato alle Case Rotte a Milano, venne donato dal Conte Archinto al Cardinale Mazzarino nel 1630 e sostituito da un'altra copia eseguita da Ambrogio Figino. Nel 1721 fu acquistato da Philippe, Duca d'Orléans, reggente di Francia e rimase nella collezione d'Orléans fino al 1791, quando tramite una vendita arrivò in Inghilterra, dove scambiò più volte proprietario , passando attraverso le mani di personaggi illustri come il terzo Duca di Bridgewater, il primo Duca di Sutherland, il Quinto Earl di Carlisle e Henry Williams Hope. Venne poi esibito ad alcune vendite all'asta, tornando brevemente a Parigi nella seconda metà del secolo XIX, per passare di nuovo in asta a Londra nel secolo XX. Tornò finalmente alla sua città originaria negli ultimi decenni del Novecento.

Come nel caso dell'originale, si perse presto memoria del vero autore del presente dipinto. In epoche successive la 'Salomè' fu attribuita a Ambrogio Figino, Andrea Solario, Bernardino Luini (da Cesare da Sesto), Cesare da Sesto e a Leonardo da Vinci. Solo nelle recenti monografie di Cesare da Sesto e Andrea Solario, ad opera di M. Carminati e D. Alan Brown, la 'Salomè' qui offerta viene ritenuta una copia da Cesare da Sesto, databile tra la fine del secolo XVI e l'inizio del secolo XVII.