Lot Essay
Il presente dipinto è esemplato sull'originale di Cesare da Sesto, ora a Vienna, Kunsthistorisches Museum (Inv. n. 202), che alla fine del secolo XVI si trovò a Milano nella collezione di Cesare Negruolo (cf. G.P. Lomazzo, Trattato dell'arte della pittura, scoltura e architettura, Milano, 1584, pp. 181-182) e in seguito fu acquistato da Lomazzo e donato, prima del 1590, all'imperatore Rodolfo II d'Asburgo per la sua collezione al Castello di Praga, da cui passò alla fine del secolo XIX nel museo viennese sopra menzionato. Del prototipo vennero eseguite circa quindici copie - indicazione del grande richiamo che la composizione ebbe sin dall'inizio. La presente versione si distingue per la sua fortuna critica d'eccezione.
Fu in tutta probabilità il dipinto menzionato da Baldinucci, che, tolto dalla Chiesa di San Giovanni Decollato alle Case Rotte a Milano, venne donato dal Conte Archinto al Cardinale Mazzarino nel 1630 e sostituito da un'altra copia eseguita da Ambrogio Figino. Nel 1721 fu acquistato da Philippe, Duca d'Orléans, reggente di Francia e rimase nella collezione d'Orléans fino al 1791, quando tramite una vendita arrivò in Inghilterra, dove scambiò più volte proprietario , passando attraverso le mani di personaggi illustri come il terzo Duca di Bridgewater, il primo Duca di Sutherland, il Quinto Earl di Carlisle e Henry Williams Hope. Venne poi esibito ad alcune vendite all'asta, tornando brevemente a Parigi nella seconda metà del secolo XIX, per passare di nuovo in asta a Londra nel secolo XX. Tornò finalmente alla sua città originaria negli ultimi decenni del Novecento.
Come nel caso dell'originale, si perse presto memoria del vero autore del presente dipinto. In epoche successive la 'Salomè' fu attribuita a Ambrogio Figino, Andrea Solario, Bernardino Luini (da Cesare da Sesto), Cesare da Sesto e a Leonardo da Vinci. Solo nelle recenti monografie di Cesare da Sesto e Andrea Solario, ad opera di M. Carminati e D. Alan Brown, la 'Salomè' qui offerta viene ritenuta una copia da Cesare da Sesto, databile tra la fine del secolo XVI e l'inizio del secolo XVII.
Fu in tutta probabilità il dipinto menzionato da Baldinucci, che, tolto dalla Chiesa di San Giovanni Decollato alle Case Rotte a Milano, venne donato dal Conte Archinto al Cardinale Mazzarino nel 1630 e sostituito da un'altra copia eseguita da Ambrogio Figino. Nel 1721 fu acquistato da Philippe, Duca d'Orléans, reggente di Francia e rimase nella collezione d'Orléans fino al 1791, quando tramite una vendita arrivò in Inghilterra, dove scambiò più volte proprietario , passando attraverso le mani di personaggi illustri come il terzo Duca di Bridgewater, il primo Duca di Sutherland, il Quinto Earl di Carlisle e Henry Williams Hope. Venne poi esibito ad alcune vendite all'asta, tornando brevemente a Parigi nella seconda metà del secolo XIX, per passare di nuovo in asta a Londra nel secolo XX. Tornò finalmente alla sua città originaria negli ultimi decenni del Novecento.
Come nel caso dell'originale, si perse presto memoria del vero autore del presente dipinto. In epoche successive la 'Salomè' fu attribuita a Ambrogio Figino, Andrea Solario, Bernardino Luini (da Cesare da Sesto), Cesare da Sesto e a Leonardo da Vinci. Solo nelle recenti monografie di Cesare da Sesto e Andrea Solario, ad opera di M. Carminati e D. Alan Brown, la 'Salomè' qui offerta viene ritenuta una copia da Cesare da Sesto, databile tra la fine del secolo XVI e l'inizio del secolo XVII.