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BEMBO, PIETRO. Prose...nelle quali si ragiona della volgar lingua. Venezia: Giovanni Tacuino, 1525.
2°. Elegante frontespizio con titolo epigrafico, spazi per capilettera con letterine guida, carattere romano (restauri ai margini bianchi delle prime ed ultime carte, qualche gora d'acqua.) Legatura originale in piena pergamena floscia, tracce di bindelle, titolo calligrafato al dorso (sciupata, fogli di guardia rinnovati con carta antica).
BELL'ESEMPLARE della PRIMA EDIZIONE di questo fondamentale trattato sul volgare toscano uscita sotto il diretto controllo dell'autore per mano del fidato Cola Bruno. Monumento alla lingua fiorentina-italiana, le Prose rappresentano il testo più significativo nella storia della lingua italiana, insieme ai Promessi Sposi. In forma dialogica, Bembo affronta l'arduo dibattito intorno al volgare italiano maturato nei primi decenni del sec.XVI, proponendo e imponendo alla sua come alle successive generazioni, la soluzione per lui più congeniale: il fiorentino illustre di Petrarca e Boccaccio, rispettivamente per la poesia e la prosa. Da questa data in poi, vero spartiacque della nostra storia letteraria e tout court culturale, una lingua unica sarà scritta (ma non parlata!) sull'intero territorio italiano, mentre si dovrà ancora attendere oltre tre secoli per l'unificazione politica reale del Paese. Gamba 136.
2°. Elegante frontespizio con titolo epigrafico, spazi per capilettera con letterine guida, carattere romano (restauri ai margini bianchi delle prime ed ultime carte, qualche gora d'acqua.) Legatura originale in piena pergamena floscia, tracce di bindelle, titolo calligrafato al dorso (sciupata, fogli di guardia rinnovati con carta antica).
BELL'ESEMPLARE della PRIMA EDIZIONE di questo fondamentale trattato sul volgare toscano uscita sotto il diretto controllo dell'autore per mano del fidato Cola Bruno. Monumento alla lingua fiorentina-italiana, le Prose rappresentano il testo più significativo nella storia della lingua italiana, insieme ai Promessi Sposi. In forma dialogica, Bembo affronta l'arduo dibattito intorno al volgare italiano maturato nei primi decenni del sec.XVI, proponendo e imponendo alla sua come alle successive generazioni, la soluzione per lui più congeniale: il fiorentino illustre di Petrarca e Boccaccio, rispettivamente per la poesia e la prosa. Da questa data in poi, vero spartiacque della nostra storia letteraria e tout court culturale, una lingua unica sarà scritta (ma non parlata!) sull'intero territorio italiano, mentre si dovrà ancora attendere oltre tre secoli per l'unificazione politica reale del Paese. Gamba 136.