Lot Essay
I quattro dipinti sono senza dubbio le opere di soggetto profano più importanti di Sebastiano Conca, e furono eseguiti quando l'artista, all'apice della sua carriera, era il più noto pittore romano. Spostatosi da Napoli a Roma durante il primo decennio del Settecento, Conca sviluppò uno stile di alta accademia barocca, capace di combinare la tradizione del Cinquecento italiano con il classicismo aulico di Carlo Maratta. Ma nelle quattro 'Virtù Cardinali' in discussione, l'accademismo romano non cela le tracce della vigorosa maniera dei due maestri napoletani di Conca, Luca Giordano e soprattutto Francesco Solimena, presso il quale il pittore si formò.
I quattro dipinti sono in prima tela. In altezza la superficie è di cm 342.5, in quanto le tele sono state ripiegate dietro al telaio nella parte inferiore, lasciando occultata una fascia di circa cm 18 (cm 3 occupano il bordo del telaio). Al margine della superficie dipinta tale fascia presenta delle aree non finite. Tale circostanza forse indica il fatto che Conca spedì le sue opere a Genova arrotolate, dando un certo margine all'altezza della loro superficie dipinta per consentirne un più semplice adattamento al telaio su cui montarle. Questa ipotesi non è contraddetta dal fatto che le cimose del margine inferiore dei dipinti presentano fori di chiodi, forse spiegabili con il fatto che per dipingere le tele Conca le fissò su supporti temporanei. Le misure con cui le opere sono pubblicate nel saggio di Schleier e nel catalogo della mostra di Gaeta (1981) appaiono in ogni caso superiori a quelle effettivamente riscontrate.
I dipinti, citati dalle fonti e dalle guide genovesi del Settecento e dell'Ottocento ma resi noti alla critica moderna da Eric Schleier, costituiscono il corredo pittorico per il Salotto del piano nobile di Palazzo Lomellini, poi Lomellini Balbi, poi Lomellini Balbi Lamba Doria, a Genova. Completava l'insieme la 'Allegoria della Liguria' nel soffitto, ancora in situ, firmata e datata 1740. Il fatto che nel 1737-38 siano stati collocati come soprapporte quattro paesaggi di Carlo Antonio Tavella nello stesso ambiente dove erano le quattro 'Virtù Cardinali' di Conca, ha portato Schleier ad ipotizzare che intorno a tale data vada situata la commissione al pittore di Gaeta. Nel 1780 le modifiche apportate all'ambiente da Gregorio Petondi portarono alla perdita della decorazione a stucco in cui i dipinti erano inseriti in origine.
Nonostante i rapporti tra Roma e Genova in età barocca siano stati intensi da entrambi i versanti, le grandi tele di Conca per Palazzo Lomellini Balbi Lamba Doria rappresentano una delle più significative espressioni della ricezione del barocco accademizzato romano a Genova. "Databile tra il 1738 ed il 1740, è senza dubbio il complesso a soggetto profano, più ambizioso e vasto compiuto dal Conca. Le cinque allegorie richieste dovettero impegnare duramente Sebastiano, che seguì parzialmente il Ripa nell'inventiva, 'distribuendo però su varie figure secondarie (singoli geni adolescenti e coppie di piccoli putti) i vari attributi associati dal Ripa con le figure principali delle Virtù'; Sempre Schleier nota giustamente che i vasti fondali architettonici che inquadrano le quattro Virtù sono "non solo ricordi della tradizione romana e simboli del potere dei committenti, ma allo stesso tempo elementi compositivi usati dal pittore per riempire i vani delle tele con la loro enorme altezza di c.3.60 m." (cf. G.Sestieri in Sebastiano Conca, cit. pp.270-271, che cita tra virgolette passi del saggio di Schleier del 1980). G. Sestieri ha anche pubblicato ed esposto a Gaeta nel 1981 due disegni preparatori per la 'Giustizia' e la 'Fortezza' a Parigi, Louvre.
Come già rilevato da Schleier e da Sestieri, per gli attributi iconografici delle quattro allegorie Conca impiegò la Iconologia di Cesare Ripa (Padova, 1603), il trattato più importante di immagini simboliche dell'età moderna. Se è vero che, come notato dallo Schleier, numerose figure compendiarie sono state situate da Conca in modo da ridurre gli spazi vuoti intorno alle grandi figure femminili, è interessante notare come la inclusione di alcune figure intorno a quelle principali rappresenti la costruzione di veri e propri equivalenti visivi delle allegorie: nella 'Temperanza', ad esempio, i due eroti in basso a sinistra sono appunto dediti a temprare una verga di ferro mediante l'uso del fuoco e dell'acqua. In ogni caso la scelta di raffigurare le Virtù Cardinali, evidente apologo della famiglia Lomellini, simboleggia la summa dei requisiti del cittadino probo sviluppata nella Repubblica di Platone, e si lega al recupero di tradizioni tardorinascimentali di esaltazione dinastica, qui con un riferimento specifico al territorio della famiglia nella 'Allegoria della Liguria' collocata al centro del soffitto della sala. In tale contesto è interessante osservare che, a partire dalla elezione di Giacomo Lomellini (1570-1652) a Doge della Repubblica di Genova, la famiglia giocò un ruolo fondamentale nella storia della città, mentre dal punto di vista artistico i Lomellini suscitarono commissioni importanti come il 'Ritratto di gruppo della famiglia Lomellini' di Anton Van Dyck a Edinburgo, National Gallery of Scotland. Non è dunque da escludere che la decorazione pittorica di Conca celebrasse un altro momento importante nella storia politica della famiglia.
La commissione delle tele per Palazzo Lomellini Balbi Lamba Doria dové segnare un punto di arrivo Conca, ormai all'incirca sessantenne e nel pieno della sua fama. Il successo dei temi e delle composizioni ideati per la commissione di Genova è echeggiato dalle quattro 'Virtù Cardinali' a New York, Central Picture Gallery, che ne rappresentano una rielaborazione tematica e in parte anche compositiva (cf. G. Sestieri in Sebastiano Conca, cit. pp.274-275). Alla stessa fase di barocco accademizzato che caratterizza le 'Virtù Cardinali' del Conca, intorno al 1740, appartiene presumibilmente anche la 'Giaele' offerta dalla Christie's a Roma, 25 maggio 1998, lotto 278, rivelatasi firmata dopo la pulitura.
I dipinti sono soggetti a notifica seriale (non pertinenziale) da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
I quattro dipinti sono in prima tela. In altezza la superficie è di cm 342.5, in quanto le tele sono state ripiegate dietro al telaio nella parte inferiore, lasciando occultata una fascia di circa cm 18 (cm 3 occupano il bordo del telaio). Al margine della superficie dipinta tale fascia presenta delle aree non finite. Tale circostanza forse indica il fatto che Conca spedì le sue opere a Genova arrotolate, dando un certo margine all'altezza della loro superficie dipinta per consentirne un più semplice adattamento al telaio su cui montarle. Questa ipotesi non è contraddetta dal fatto che le cimose del margine inferiore dei dipinti presentano fori di chiodi, forse spiegabili con il fatto che per dipingere le tele Conca le fissò su supporti temporanei. Le misure con cui le opere sono pubblicate nel saggio di Schleier e nel catalogo della mostra di Gaeta (1981) appaiono in ogni caso superiori a quelle effettivamente riscontrate.
I dipinti, citati dalle fonti e dalle guide genovesi del Settecento e dell'Ottocento ma resi noti alla critica moderna da Eric Schleier, costituiscono il corredo pittorico per il Salotto del piano nobile di Palazzo Lomellini, poi Lomellini Balbi, poi Lomellini Balbi Lamba Doria, a Genova. Completava l'insieme la 'Allegoria della Liguria' nel soffitto, ancora in situ, firmata e datata 1740. Il fatto che nel 1737-38 siano stati collocati come soprapporte quattro paesaggi di Carlo Antonio Tavella nello stesso ambiente dove erano le quattro 'Virtù Cardinali' di Conca, ha portato Schleier ad ipotizzare che intorno a tale data vada situata la commissione al pittore di Gaeta. Nel 1780 le modifiche apportate all'ambiente da Gregorio Petondi portarono alla perdita della decorazione a stucco in cui i dipinti erano inseriti in origine.
Nonostante i rapporti tra Roma e Genova in età barocca siano stati intensi da entrambi i versanti, le grandi tele di Conca per Palazzo Lomellini Balbi Lamba Doria rappresentano una delle più significative espressioni della ricezione del barocco accademizzato romano a Genova. "Databile tra il 1738 ed il 1740, è senza dubbio il complesso a soggetto profano, più ambizioso e vasto compiuto dal Conca. Le cinque allegorie richieste dovettero impegnare duramente Sebastiano, che seguì parzialmente il Ripa nell'inventiva, 'distribuendo però su varie figure secondarie (singoli geni adolescenti e coppie di piccoli putti) i vari attributi associati dal Ripa con le figure principali delle Virtù'; Sempre Schleier nota giustamente che i vasti fondali architettonici che inquadrano le quattro Virtù sono "non solo ricordi della tradizione romana e simboli del potere dei committenti, ma allo stesso tempo elementi compositivi usati dal pittore per riempire i vani delle tele con la loro enorme altezza di c.3.60 m." (cf. G.Sestieri in Sebastiano Conca, cit. pp.270-271, che cita tra virgolette passi del saggio di Schleier del 1980). G. Sestieri ha anche pubblicato ed esposto a Gaeta nel 1981 due disegni preparatori per la 'Giustizia' e la 'Fortezza' a Parigi, Louvre.
Come già rilevato da Schleier e da Sestieri, per gli attributi iconografici delle quattro allegorie Conca impiegò la Iconologia di Cesare Ripa (Padova, 1603), il trattato più importante di immagini simboliche dell'età moderna. Se è vero che, come notato dallo Schleier, numerose figure compendiarie sono state situate da Conca in modo da ridurre gli spazi vuoti intorno alle grandi figure femminili, è interessante notare come la inclusione di alcune figure intorno a quelle principali rappresenti la costruzione di veri e propri equivalenti visivi delle allegorie: nella 'Temperanza', ad esempio, i due eroti in basso a sinistra sono appunto dediti a temprare una verga di ferro mediante l'uso del fuoco e dell'acqua. In ogni caso la scelta di raffigurare le Virtù Cardinali, evidente apologo della famiglia Lomellini, simboleggia la summa dei requisiti del cittadino probo sviluppata nella Repubblica di Platone, e si lega al recupero di tradizioni tardorinascimentali di esaltazione dinastica, qui con un riferimento specifico al territorio della famiglia nella 'Allegoria della Liguria' collocata al centro del soffitto della sala. In tale contesto è interessante osservare che, a partire dalla elezione di Giacomo Lomellini (1570-1652) a Doge della Repubblica di Genova, la famiglia giocò un ruolo fondamentale nella storia della città, mentre dal punto di vista artistico i Lomellini suscitarono commissioni importanti come il 'Ritratto di gruppo della famiglia Lomellini' di Anton Van Dyck a Edinburgo, National Gallery of Scotland. Non è dunque da escludere che la decorazione pittorica di Conca celebrasse un altro momento importante nella storia politica della famiglia.
La commissione delle tele per Palazzo Lomellini Balbi Lamba Doria dové segnare un punto di arrivo Conca, ormai all'incirca sessantenne e nel pieno della sua fama. Il successo dei temi e delle composizioni ideati per la commissione di Genova è echeggiato dalle quattro 'Virtù Cardinali' a New York, Central Picture Gallery, che ne rappresentano una rielaborazione tematica e in parte anche compositiva (cf. G. Sestieri in Sebastiano Conca, cit. pp.274-275). Alla stessa fase di barocco accademizzato che caratterizza le 'Virtù Cardinali' del Conca, intorno al 1740, appartiene presumibilmente anche la 'Giaele' offerta dalla Christie's a Roma, 25 maggio 1998, lotto 278, rivelatasi firmata dopo la pulitura.
I dipinti sono soggetti a notifica seriale (non pertinenziale) da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.