Lot Essay
Si deve a Roberto Longhi la riscoperta, nel primo quarto del Novecento, di questo artista, celebrato dai contemporanei e in particolare da Raffaello Soprani, poi del tutto dimenticato. In un primo intervento nel 1925 Longhi individuava acutamente le componenti linguistiche delle sue opere giovanili, legate a modelli milanesi, dal Morazzone al Cerano, e ancora l'esempio dei caravaggeschi nordici, probabilmente visti a Roma nel 1639, con cui dava conto della sua produzione tarda.
Tornando sull'argomento nel 1929, insieme ad altre opere rivelatesi fondamentali ai fini di una definizione critica dell'artista, Longhi pubblicava anche il nostro dipinto, allora in collezione Frugone a Chiavari. L'opera risulta nuovamente citata da Castelnovi in un elenco sommario di opere dell'Assereto, ma non fu più riprodotta dopo quella prima e unica occasione.
Nella oggettiva difficoltà di stabilire una cronologia asseretiana sulla base di sole tre date certe, ci sembra che la Sacra Famiglia qui presentata possa riferirsi ai primi anni Trenta, forse prima del 1632 che segna la partenza definitiva di Bernardo Strozzi da Genova: il suo ricordo appare infatti ancora ben vivo nel nostro dipinto, sebbene profondamente trasformato. Tipica dell'Assereto è, ad esempio, la tendenza a disporre i gesti e gli sguardi dei suoi protagonisti lungo le diagonali che si incrociano a formare una figura geometrica, forzando in qualche misura i più liberi modelli dello Strozzi. Ancora a quest'ultimo rimanda inoltre la gamma cromatica, tutta giocata sul contrasto di toni freddi e argentati.
Tornando sull'argomento nel 1929, insieme ad altre opere rivelatesi fondamentali ai fini di una definizione critica dell'artista, Longhi pubblicava anche il nostro dipinto, allora in collezione Frugone a Chiavari. L'opera risulta nuovamente citata da Castelnovi in un elenco sommario di opere dell'Assereto, ma non fu più riprodotta dopo quella prima e unica occasione.
Nella oggettiva difficoltà di stabilire una cronologia asseretiana sulla base di sole tre date certe, ci sembra che la Sacra Famiglia qui presentata possa riferirsi ai primi anni Trenta, forse prima del 1632 che segna la partenza definitiva di Bernardo Strozzi da Genova: il suo ricordo appare infatti ancora ben vivo nel nostro dipinto, sebbene profondamente trasformato. Tipica dell'Assereto è, ad esempio, la tendenza a disporre i gesti e gli sguardi dei suoi protagonisti lungo le diagonali che si incrociano a formare una figura geometrica, forzando in qualche misura i più liberi modelli dello Strozzi. Ancora a quest'ultimo rimanda inoltre la gamma cromatica, tutta giocata sul contrasto di toni freddi e argentati.