Giovanni Francesco Barbieri, il Guercino (Cento 1591-1666 Bologna)
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Giovanni Francesco Barbieri, il Guercino (Cento 1591-1666 Bologna)

Madonna con Bambino

Details
Giovanni Francesco Barbieri, il Guercino (Cento 1591-1666 Bologna)
Madonna con Bambino
olio su tela
116 x 95 cm.
Special notice
Where there is no symbol Christie's generally sells lots under the Margin Scheme. The final price charged to Buyer's for each lot, is calculated in the following way: 30% of the final bid price of each lot up to and including € 5.000,00 26% of the excess of the hammer price above €5.000,00 and up and including € 400.000,00 18,5% of the excess of the hammer price above €400.000,00

Lot Essay

Ritrovamento fortuito ed importante, da aggiungere al ricco catalogo del Guercino, questa Madonna col Bambino nasce, quasi certamente, come commissione destinata alla devozione privata. Nel fitto e meticoloso Libro dei Conti, tenuto puntigliosamente da Guercino durante l'arco della sua intera e lunga attività, diverse sono ancora le Sacre Famiglie che mancano di sicura identificazione con le opere sin qui a noi pervenute (si veda in proposito: Barbara Ghelfi (a cura di), Il Libro dei Conti del Guercino 1629-1666, con la consulenza scientifica di Sir Denis Mahon, Bologna 1997). Tra queste, poche, a ben guardare, potrebbero trovare riscontro con la tela in questione. E una prima indicazione potrebbe derivare proprio da un esame stilistico e, quindi, da un'ipotesi di datazione.
La dolcezza del suo melanconico volto teneramente reclinato verso il figlio, che assonnato s'abbandona tra le sue braccia, paiono accordi emotivi del Guercino già maturo. Pure l'accostamento armonico di toni di colore, come anche lo scorcio sfumato di paese, a pennellate sfrangiate, che s'intravede oltre la finestra sul fondo, porterebbero ad immaginare una data non precoce nel percorso del pittore centese. L'accostamento che verrebbe più immediato, per ragioni anzitutto d'iconografia, è quello con la Madonna col Bambino benedicente della Galleria Sabauda di Torino. La grande tela piemontese mostra, infatti, la Vergine che sorregge il Bimbo con gesti del volto e delle mani assai vicini a quelli di questa Madonna; come analogo parrebbe pure lo svolgimento abbreviato della terrosa quinta paesistica sullo sfondo. Ma se la data del 1651, che si legge sulla Madonna torinese, sembra troppo tarda, per questa nuova aggiunta occorre immaginare un tempo di poco precedente. Sono questi gli anni del dialogo a distanza tra Guercino e il suo oramai anziano maestro Guido Reni. Anni nei quali lo schivo pittore contese sceglie una strada parallela ma diversa dall'astro bolognese, di cui erediterà parte della vasta clientela alla sua morte (1642), trasferendo lo studio a Bologna.
A guardare, quindi, tra le pagine del diario di lavoro del Guercino ci si imbatte in un pagamento della fine degli anni Trenta, che ancora rimane da identificare: (pagamenti nn. 181-182: 5 ottobre 1683, con saldo il 22 ottobre): 'Da Messer Sebastiano Butricella di Cento si è ricevuto ducatoni di Venezia n. 60 per il quadro della Madonna col Puttino... Fanno schudi 78... (il 22 ottobre... L. 100 a saldo, fanno scudi 25)'. L'anno potrebbe tornare con quello, presumibilmente, di questa Madonna, matura eppure meno sfumata rispetto all'esemplare monumentale della Galleria Sabauda. Un anno più tardi, si registra un pagamento da parte del Marchese Cornelio Bentivoglio, ma si parla però d'un 'quadretto della Madonna', troppo piccolo per la tela di oltre un metro d'altezza che ci troviamo di fronte. Altri tre pagamenti datano decisamente avanti, ai pieni anni Quaranta: N. 312: 8 agosto 1644: 'Dal Sig Cav.re di Segne si è ricevuto per la Madonna ducatoni 60 (cioè L. 300, cioè scudi 125); la stessa citata dal Malvasia (Felsina Pittrice, Bologna 1841, II, p. 266): 'una Beata Vergine col figlio al cavalier Segni Bolognese'; N. 347: 28 aprile 1646: 'Dall'Em. Cardinale Cesis (Pierdonato Cesi dei Duchi d'Acquasparta)... Ducati 100 per il quadro della Madonna col Bambino... (cioè L.500, cioè scudi 125); e che, però, a giudicare dalla cifra pagata si riferisce ad un'opera di maggiori dimensioni della tela in questione; N.378: 23 novembre 1647: 'Da un Gentiluomo di Reggio si è ricevuto dopie di Spagna 17 (cioè L.255, scudi 64)' per la Madonina che stava dal mio letto'; la stessa ricordata sempre dal Malvasia. 'una B.V. col bambino che dorme al sig. Zaneletti di Reggio'. Anche i numerosi fogli che Guercino dedica a questo tema e in particolare allo studio del Bambino (sparsi dall'Albertina di Vienna, l'Ashmolean di Oxford, alla Fondazione Custodia di Parigi) sono soltanto accostabili ma non in stretta connessione con la tela in esame. Occorre, dunque, immaginare che la tela che ora riaffiora da una prestigiosa ed antica collezione milanese (ove la sua prima menzione risale ad un minuzioso quadernetto inventariale della metà dell'Ottocento) sia quella eseguita proprio per un concittadino del Guercino, dipinta quando questi aveva poco meno di quarant'anni.

Siamo grati a Daniele Benati che ha confermato la presente attribuzione dopo aver esaminato il dipinto.