Emilio Vedova (1919-2006)
Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's… Read more Dalla collezione della famiglia Vedova
Emilio Vedova (1919-2006)

Compresenza

Details
Emilio Vedova (1919-2006)
Compresenza
olio su tela
cm 140x98
Eseguito nella prima metà degli anni Ottanta
Autentica della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Venezia, n. 10, in data 3 marzo 2008
Special notice
Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's Resale Right Regulations 2006 apply to this lot, the buyer agrees to pay us an amount equal to the resale royalty provided for in those Regulations, and we undertake to the buyer to pay such amount to the artist's collection agent. Where there is no symbol Christie's generally sells lots under the Margin Scheme. The final price charged to Buyer''s for each lot, is calculated in the following way: 30% of the final bid price of each lot up to and including € 20.000,00 26% of the excess of the hammer price above € 20.000,00 and up and including € 800.000,00 18,5% of the excess of the hammer price above €800.000,00

Lot Essay

Cresciuto in un fervido ambiente culturale quale la Venezia degli anni Quaranta e Cinquanta, passato attraverso il segno barocco delle origini, fasi costruttivo-geometriche, e approdato infine a un compiuto linguaggio informale, Emilio Vedova giunge agli anni Ottanta con un elevato grado di maturità che esprime consapevolezza del suo lavoro e padronanza di collaudati mezzi espressivi.
I segni dipinti sono carichi dell'impulsività tipica del sentimento che Vedova immetteva nelle sue opere: violente pennellate si scagliano sulla tela, ma l'apparente casualità e impulsività sono perfettamente finalizzate alla formazione dell'ordine finale della composizione. È così che un quadro apparentemente caotico dimostra un ordine compositivo impeccabile.

Non sono solo i gesti a trasportare la carica della pittura di Vedova, ma ruolo importante hanno soprattutto i colori, in questo caso ridotti all'essenziale (o addirittura al non-colore, all'opposizione luce-oscurità). Il bianco e il nero costituiscono elementi fondamentali nella produzione dell'artista, motivo che tende a emergere e sparire: l'importanza dell'accostamento del bianco e del nero si alterna a periodi in cui il colore regna sovrano, come vuole la tradizione veneta.
Proprio a questo proposito l'opera qui presentata offre un ulteriore aspetto interessante: dietro alla facciata di bianco e nero, lo spettatore ha qui occasione di confrontarsi con entrambi i lati della polarità che tormentava e segnava l'artista.
Guardando il retro del quadro, ci si accorge che il freddo bianco del fronte è posto a contrasto con un giallo caldo e impetuoso, mescolato al nero, in un raffinato gioco di intrecci.
"Là dove tu credi che non ci sia niente, c'è ancora tutto" scrive Vedova al termine di una lettera scritta nel 1982 a un amico.
Un lato nascosto, misterioso, che bene esemplifica la passione con la quale Vedova aggredisce la tela: la superficie non gli basta, deve andare oltre, ed è così che sconfina fino a invadere anche il retro dell'opera stessa.
Dall'influsso dell'all-over painting americana importata a Venezia da Peggy Guggenheim, Vedova aveva appreso quella tendenza a riempire ogni angolo dello spazio a lui a disposizione. Spinto da una sorta di horror vacui, il pittore riempie di tratti e colore ogni centimetro della superficie. Arriva al punto di sfruttare anche i vuoti rimasti, di usarli per la realizzazione finale dell'opera.
Un desiderio di trasmettere, di vitalità, che invade la materia e insieme l'animo dello spettatore.

Più ampio il gesto più vasta la portata emotiva, e qui il gesto copre l'intero sviluppo verticale dell'opera. A lunghi tratti sul fronte, a segni più brevi sul retro a causa della presenza del telaio.
"Le forze che, per anni, si scontrarono nei quadri di Vedova (intendo per tutti gli anni Cinquanta e ancora all'inizio dei Sessanta) non trovarono mai, né potevano trovare "definitiva" composizione nello spazio puramente simbolico della tela. [...] Ecco allora che l'opera di Vedova è una catena di possibilità, ciascuna delle quali rilancia sul margine di incompiutezza della precedente. Essa dunque non potrà mai "compiersi" interamente, ma rinviare ad un processo sempre flagrantemente in atto." (M. Calvesi, in Vedova Compresenze, Milano 1981)