Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's… Read more
Gino Severini (1883-1966)

La Danse (accord musical des couleurs)

Details
Gino Severini (1883-1966)
La Danse (accord musical des couleurs)
firmato G.Severini (in basso a destra); titolo, data e firma Meudon 83, "La Danse", novembre 1951, "Accord musical de couleur" (sol- si b - sol - ur p - re) accord etabli seton le cercle chromatique de Charles Henry, G. Severini (sul retro)
olio su tela
cm 65,5x81
Eseguito nel 1951
Provenance
Grosvenor Gallery, Londra
Galleria Lo Scalino, Roma
Galleria Medea, Milano
Galleria Nettuno, Bologna
ivi acquisito dal padre dell'attuale proprietario nel marzo 1974
Exhibited
Parigi, Musèe National d'Art Moderne, Gino Severini, 1967, n.83
Londra, Grosvenor Gallery, Gino Severini, 1969, n.30
Special notice
Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's Resale Right Regulations 2006 apply to this lot, the buyer agrees to pay us an amount equal to the resale royalty provided for in those Regulations, and we undertake to the buyer to pay such amount to the artist's collection agent. Where there is no symbol Christie's generally sells lots under the Margin Scheme. The final price charged to Buyer''s for each lot, is calculated in the following way: 30% of the final bid price of each lot up to and including € 20.000,00 26% of the excess of the hammer price above € 20.000,00 and up and including € 800.000,00 18,5% of the excess of the hammer price above €800.000,00

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Lot Essay

L'opera è stata eseguita nel novembre 1951, come attesta una lista compilata a Meudon nella quale è citata al n. 83. Nella stessa lista sono appuntate alcune possibili corrispondenze fra le note musicali e i colori: si tratta di una ricerca già affrontata alla fine degli anni Venti. [...]
I quadri di questi anni sono vistosamente colorati, allegri come può essere allegro il ritrovamento del tempo perduto (ma anche tragico, come a volte è anche per Severini). Tornano sulla tela a proiettarsi le ballerine non più viste al Monico o a Le Chat Noir, ma indagate sui propri quadri di quarant'anni fa. La forma si scompone
e si ricompone alternando pointillisme e fauvisme, cubisme e abstractisme: gli ismes di cui Severini fu complice e superatore. Come al solito, la pittura si lega alla vicenda familiare. Il rilancio internazionale del Futurismo lo spinge a riprendere quel filo interrotto. Nel 1959 Lionello Venturi lo saluta come padre del Futurismo, ma considera anche che "a settant'anni sa creare una visione attuale, aperta sull'avvenire". Lionello Venturi parla per questo periodo di "ripresa della fantasia", ma l'operazione di Severini è più complicata. È un tentativo colto e accorto di rifare le cose di sempre, ma con ritmo dilatato e volontà didattica. Tanti temi li ha sperimentati in modo schematico, e allora li riprende con più distensione e chiarezza; tanti teoremi li ha proposti sulla pagina, e ora li dimostra in pittura. In questi anni c'è lo scavo critico e inclemente unito alla più acuta voglia di dipingere. Dipingere grande, dipingere colorato, tornare all'arte del movimento e a quella della stasi. Riscrivere la giovinezza con intelletto vigile ma anche con toni allegri. Senza prevenzioni, pur avendo und precisa idea delle finalità dell'arte, lo sorprendiamo sempre all'unisono (quando non in anticipo) sulle linee più avanzate. La sua civiltà (e si vede dai nomi degli amici italiani e francesi) è tutta nel pensare all'artista come un nodo pulsante di sensazioni, ma attivamente collegato alla società, e non solo quella artistica.

(D. Fonti, Gino Severini, Milano 1988, pp. 542 e 62)