Enrico Castellani (N. 1930)
Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's… Read more
Enrico Castellani (N. 1930)

Superficie bianca

Details
Enrico Castellani (N. 1930)
Superficie bianca
firma, titolo e data Enrico Castellani - Superficie bianca - 1977 (sul retro)
acrilico su tela estroflessa e introflessa
cm 101x105
Eseguito nel 1977
Opera registrata presso l'Archivio Enrico Castellani, Milano, n. 77-005
Provenance
Galleria Il Sole, Bolzano
Special notice
Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's Resale Right Regulations 2006 apply to this lot, the buyer agrees to pay us an amount equal to the resale royalty provided for in those Regulations, and we undertake to the buyer to pay such amount to the artist's collection agent. Where there is no symbol Christie's generally sells lots under the Margin Scheme. The final price charged to Buyer''s for each lot, is calculated in the following way: 30% of the final bid price of each lot up to and including € 20.000,00 26% of the excess of the hammer price above € 20.000,00 and up and including € 800.000,00 18,5% of the excess of the hammer price above €800.000,00

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Lot Essay

Il ventennio tra gli anni Sessanta e Settanta è teatro delle più raffinate sperimentazioni maturate nel fervido contesto artistico milanese contemporaneo. Nel 1959 Enrico Castellani è tra i fondatori della galleria e della rivista Azimuth, insieme a Piero Manzoni e Agostino Bonalumi; e con queste premesse si avvia a una produzione artistica concettuale e minimalista nuova e originale.
Fin dai suoi primi tentativi, Castellani porta la superficie della tela a una distorsione strutturale che ne altera la percezione: chiodi fissati sul telaio premono dal retro fino ad alterarne la bidimensionalità e assumendo rilievo.
Le sue costruzioni sono scandite in astratti schemi regolari che esaltano la forma in quanto tale e qualificano lo spazio della tela come sostanza espressiva. Essa è realtà e non più rappresentazione.
Il tutto rafforzato da una severa monocromia, come in Superficie bianca, che non lascia spazio a narrazione, ma enfatizza la caratterizzazione di oggetto artistico.
"La monocromia è l'ultima chance della pittura per differenziarsi dalle altre arti; la superficie che ha di volta in volta descritto, alluso, suggerito, che è stata teatro di idilli e drammi e vaniloqui, ora è muta. Sull'ultimo atto della pittura è caduto un sipario monocolore e sarebbe vano indugiarvi in mistica contemplazione". (E. Castellani, citato in G. Celant, Dietro il quadro: Enrico Castellani, in Enrico Castellani, Milano 2001, p. 16)

La nuova fonte di energia e vitalità diventa la luce. Essa si insinua nel gioco di pieni e vuoti modulando la superficie pittorica e creando ombre e sfumature.
La percezione dello spettatore e il suo punto di vista diventano quindi determinanti in quanto puro godimento estetico.
In Superficie bianca la fuga visiva è dettata dalla disposizione dei chiodi che concentrano lo sguardo in una specifica direzione, spaziando in una ripetizione che tende all'infinito. La luce e le sue incidenze sono enfatizzate dal bianco della superficie, non-colore per eccellenza che non tende a prevalere su essa, ma anzi ad alimentarne la silenziosa azione.
Castellani riconsidera l'arte, concentrando la forza del suo lavoro in pochi elementi, quali la tela, i chiodi e il telaio, portando la composizione verso la tridimensionalità.