Lot Essay
“Esistevano le condizioni per una vita appassionata, ma ho dovuto distruggerle per poterle recuperare”.
“The conditions for a passionate life were there, but I had to destroy them in order to recover them”.
-ALIGHIERO BOETTI
L’opera di Alighiero Boetti dal titolo Oggi decimo giorno del quarto mese anno uno nove otto nove, realizzata nel 1989, è un ricamo policromo connotato da una meravigliosa trama linguistica tanto da risultare uno splendido esempio della serie di arazzi di ricami letterari. Ogni quadrato dell’elaborata griglia è riempito con una singola lettera, intervallata di tanto in tanto da una frase in farsi, un frammento di una poesia o di un proverbio. Le lettere sono rese attraverso una varietà di colori che insieme formano un mosaico di caratteri, e a prima vista appaiono una miscela caotica il cui scopo è puramente estetico. Tuttavia l’apparente casualità per chi sa sondare la cifra stilistica di Boetti diviene organizzata e comprensibile. All’interno di queste colonne vibranti si nascondono versi e frasi che attendono di essere decodificate. Essendo ogni lettera, all’interno dell’arazzo, leggibile e autonoma, l’opera di Boetti mette in luce come il linguaggio sia semplicemente un’organizzazione rigorosa di forme interdipendenti.
Boetti realizzò gli arazzi ispirato dai tradizionali ricami afghani, prima a Kabul e poi, dopo lo scoppio della guerra nel 1989, con i rifugiati a Peshawar, Pakistan. Si recò per la prima volta in Afghanistan negli anni Settanta, fu allora che si appassionò al paesaggio e alle usanze locali e sviluppò rapidamente una relazione con le ricamatrici del posto. Queste opere sono delle vere e proprie collaborazioni, e Boetti spiega come “il diverso colore di ogni forma è stato scelto dalle donne. Per evitare di stabilire una gerarchia tra di loro, le ho usate tutte. In realtà, la mia preoccupazione è quella di evitare di fare scelte di mio gusto o di inventare sistemi che sceglieranno per me” (A. Boetti, citato in A. Zevi, Alighiero e Boetti: Scrivere, Ricamare, Disegnare, Corriere della Sera, 19 gennaio 1992, n. p.). Egli riteneva infatti che il ruolo dell’artista fosse quello di ricercare e unire forme e tecniche già esistenti. Negli arazzi, Boetti esplora alcuni temi centrali della sua pratica, tra cui le tensioni tra ordine e disordine, tra est e ovest. Oggi decimo giorno del quarto mese anno uno nove otto nove è un’opera stupefacente e spiritosa, un incapsulamento dell’eterogeneità dei temi globali che hanno ispirato la produzione artistica di Boetti.
Alighiero Boetti’s Oggi decimo giorno del quarto mese anno uno nove otto nove (Today, the tenth day of the fourth month, one nine eight nine), 1989, is a multicoloured tapestry of linguistic wonder, and a wonderful example of his Arazzi series of lettered embroideries. Each square of the elaborate grid is filled with an individual letter, punctuated occasionally by a phrase in Farsi, often a snippet of a poem or a proverb. Rendered in a variety of colours that together form a mosaic of characters, the letters, at first glance, appear a chaotic mixture whose purpose is purely aesthetic. Yet the seemingly random pattern is purposefully organized and comprehensible only to those who understand how to crack Boetti’s cipher; hiding within these vibrant columns are truisms and phrases waiting to be decoded. As each letter within the tapestry is both legible and autonomous, Boetti’s work reveals language to be simply a rigorous organization of interdependent forms.
Boetti created the Arazzi in conjunction with traditional Afghani embroiders, first in Kabul and then, following the outbreak of war in 1989, with refugees in Peshawar, Pakistan. He first travelled to Afghanistan in the 1970s, when he became captivated by the landscape and local customs, and he quickly developed a relationship with local embroiderers. These works were true collaborations, and Boetti explained that ‘the different colour of each shape was chosen by the women. In order to avoid establishing any hierarchy among them, I used them all. Actually, my concern is to avoid making choices according to my taste or to invent systems that they will choose on my behalf’ (A. Boetti, quoted in A. Zevi, ‘Alghiero e Boetti: Scrivere, Ricamare, Disengare’, Corriere della Sera, January 19, 1992, n. p.). Indeed, he believed the artist’s role was to seek out and unite forms and techniques which were already in existence. In the Arazzi, Boetti explored some of central themes of his practice including the tensions between order and disorder, and east and west. Oggi decimo giorno del quarto mese anno uno nove otto nove is a stunning and witty work, and an encapsulation of the global themes that so underpinned Boetti’s diverse practice.
“The conditions for a passionate life were there, but I had to destroy them in order to recover them”.
-ALIGHIERO BOETTI
L’opera di Alighiero Boetti dal titolo Oggi decimo giorno del quarto mese anno uno nove otto nove, realizzata nel 1989, è un ricamo policromo connotato da una meravigliosa trama linguistica tanto da risultare uno splendido esempio della serie di arazzi di ricami letterari. Ogni quadrato dell’elaborata griglia è riempito con una singola lettera, intervallata di tanto in tanto da una frase in farsi, un frammento di una poesia o di un proverbio. Le lettere sono rese attraverso una varietà di colori che insieme formano un mosaico di caratteri, e a prima vista appaiono una miscela caotica il cui scopo è puramente estetico. Tuttavia l’apparente casualità per chi sa sondare la cifra stilistica di Boetti diviene organizzata e comprensibile. All’interno di queste colonne vibranti si nascondono versi e frasi che attendono di essere decodificate. Essendo ogni lettera, all’interno dell’arazzo, leggibile e autonoma, l’opera di Boetti mette in luce come il linguaggio sia semplicemente un’organizzazione rigorosa di forme interdipendenti.
Boetti realizzò gli arazzi ispirato dai tradizionali ricami afghani, prima a Kabul e poi, dopo lo scoppio della guerra nel 1989, con i rifugiati a Peshawar, Pakistan. Si recò per la prima volta in Afghanistan negli anni Settanta, fu allora che si appassionò al paesaggio e alle usanze locali e sviluppò rapidamente una relazione con le ricamatrici del posto. Queste opere sono delle vere e proprie collaborazioni, e Boetti spiega come “il diverso colore di ogni forma è stato scelto dalle donne. Per evitare di stabilire una gerarchia tra di loro, le ho usate tutte. In realtà, la mia preoccupazione è quella di evitare di fare scelte di mio gusto o di inventare sistemi che sceglieranno per me” (A. Boetti, citato in A. Zevi, Alighiero e Boetti: Scrivere, Ricamare, Disegnare, Corriere della Sera, 19 gennaio 1992, n. p.). Egli riteneva infatti che il ruolo dell’artista fosse quello di ricercare e unire forme e tecniche già esistenti. Negli arazzi, Boetti esplora alcuni temi centrali della sua pratica, tra cui le tensioni tra ordine e disordine, tra est e ovest. Oggi decimo giorno del quarto mese anno uno nove otto nove è un’opera stupefacente e spiritosa, un incapsulamento dell’eterogeneità dei temi globali che hanno ispirato la produzione artistica di Boetti.
Alighiero Boetti’s Oggi decimo giorno del quarto mese anno uno nove otto nove (Today, the tenth day of the fourth month, one nine eight nine), 1989, is a multicoloured tapestry of linguistic wonder, and a wonderful example of his Arazzi series of lettered embroideries. Each square of the elaborate grid is filled with an individual letter, punctuated occasionally by a phrase in Farsi, often a snippet of a poem or a proverb. Rendered in a variety of colours that together form a mosaic of characters, the letters, at first glance, appear a chaotic mixture whose purpose is purely aesthetic. Yet the seemingly random pattern is purposefully organized and comprehensible only to those who understand how to crack Boetti’s cipher; hiding within these vibrant columns are truisms and phrases waiting to be decoded. As each letter within the tapestry is both legible and autonomous, Boetti’s work reveals language to be simply a rigorous organization of interdependent forms.
Boetti created the Arazzi in conjunction with traditional Afghani embroiders, first in Kabul and then, following the outbreak of war in 1989, with refugees in Peshawar, Pakistan. He first travelled to Afghanistan in the 1970s, when he became captivated by the landscape and local customs, and he quickly developed a relationship with local embroiderers. These works were true collaborations, and Boetti explained that ‘the different colour of each shape was chosen by the women. In order to avoid establishing any hierarchy among them, I used them all. Actually, my concern is to avoid making choices according to my taste or to invent systems that they will choose on my behalf’ (A. Boetti, quoted in A. Zevi, ‘Alghiero e Boetti: Scrivere, Ricamare, Disengare’, Corriere della Sera, January 19, 1992, n. p.). Indeed, he believed the artist’s role was to seek out and unite forms and techniques which were already in existence. In the Arazzi, Boetti explored some of central themes of his practice including the tensions between order and disorder, and east and west. Oggi decimo giorno del quarto mese anno uno nove otto nove is a stunning and witty work, and an encapsulation of the global themes that so underpinned Boetti’s diverse practice.