Mario Schifano (1934-1998)
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Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's… Read more DA UNA IMPORTANTE COLLEZIONE PRIVATA NAPOLETANA / PROPERTY FROM AN IMPORTANT PRIVATE COLLECTION, NAPLES
Mario Schifano (1934-1998)

Veduta interrotta

Details
Mario Schifano (1934-1998)
Veduta interrotta
firmato Schifano (sul retro)
smalto e pastello su tela in cornice d'artista, dittico
cm 190x300
Eseguito nel 1972
Opera registrata presso l'Archivio Mario Schifano, Roma, n. 04189200222, come da autentica su fotografia in data 13 marzo 2020
Provenance
Galleria L'Uomo e l'Arte, Milano
ivi acquisito dall'attuale proprietario
Exhibited
Milano, Galleria L'Uomo e l'Arte, Mario Schifano 1972, 1972, cat.
Parma, Salone delle Scuderie in Pilotta, Mario Schifano, 1974, cat., p. 86 n. 259 (in elenco), n. 259 (illustrato)
Special notice
Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's Resale Right Regulations 2006 apply to this lot, the buyer agrees to pay us an amount equal to the resale royalty provided for in those Regulations, and we undertake to the buyer to pay such amount to the artist's collection agent.
Further details
'INTERRUPTED VIEW'; SIGNED ON THE REVERSE; ENAMEL AND PASTEL ON CANVAS IN ARTIST'S FRAME, DIPTYCH

L'opera non richiede Attestato di Libera Circolazione al fine della sua esportazione.
This work does not require an export license.


Brought to you by

Renato Pennisi
Renato Pennisi

Lot Essay

“Quello che io cerco nella mia pittura è di ridare una strada alla realtà, di ridare una via alla realtà fatta di guardare, di essere guardati, di essere considerate, non c’è mai in me il tentativo o il desiderio di ricreare la realtà”

"What I am looking for in my painting is a way of giving a path back to reality, of creating a path for reality made of looking, being looked at, being thoughtful; the desire or attempt of recreating reality has never lived in me"
MARIO SCHIFANO


Presentata in occasione della storica mostra personale di Mario Schifano al Salone delle Scuderie di Palazzo della Pilotta (Parma), Veduta interrotta (1972) è un'opera monumentale appartenente a una serie che porta il medesimo nome. I suoi tre metri di larghezza così come la realizzazione ottenuta congiungendo due tele, dimostrano il fervido impegno dell’artista nel cimentarsi con la tradizione della pittura di paesaggio, inaugurata nel decennio precedente con i suoi Paesaggi anemici. Il presente lavoro amplifica lo spirito di queste ultime creazioni contrapponendo a strati di colore e motivi orizzontali una campitura estesa e vuota di bianco che "interrompe" lo sguardo. Il risultato è al tempo stesso geometrico e gestuale: una visione della natura spinta sull'orlo della più totale astrazione.

Operando nel solco di artisti quali Paul Cézanne e Henri Matisse, la sovversione della tradizione paesaggistica attuata da Schifano si inserisce nella più audace pratica concettuale definita da una rigorosa padronanza di linea, colore e composizione. Pur attingendo alle correnti coeve della Pop Art, le sue opere si rifanno alle precedenti consuetudini italiane: quest’opera evoca la chiarezza spaziale degli affreschi rinascimentali tanto quanto il dinamismo ottico dei futuristi. Per Schifano il passato era “una scoperta non da gettare bensì da recuperare” (M. Schifano citato in https://luxembourgco.com/exhibitions/15/press_release_text/ [visualizzato in data 21 ottobre 2020]). Lavorando con generi ed elementi riconoscibili immediatamente, ha cercato di mettere in luce l'atto del vedere in quanto tale, di chiedersi in quale momento forme e motivi astratti divengono qualcosa di significativo. A questo proposito, l'idea di una "visione interrotta" è stata il punto centrale della sua pratica, evidenziando come la visione umana sia perennemente distorta, alterata e recepita nel nostro dialogo con la storia.


Shown in Mario Schifano’s landmark solo exhibition at the Salone delle Scuderie in Pilotta, Parma, Veduta interrotta (1972) is a monumental work from the series of the same name. Spanning three metres in width, and composed of two conjoined canvases, it demonstrates the artist’s vibrant engagement with the tradition of landscape painting, inaugurated the previous decade with his Paesaggi anemici. The present work extends the spirit of these creations, contrasting horizontal layers of colour and texture with a vast, blank passage of white that ‘interrupts’ the vista. The result is simultaneously geometric and gestural: a vision of nature pushed to the brink of total abstraction.

Working in the legacy of artists such as Paul Cézanne and Henri Matisse, Schifano’s subversion of the landscape tradition takes its place within a bold conceptual practice defined by a rigorous understanding of line, colour and composition. Though tapping into the contemporary currents of Pop Art, his works looked back to earlier Italian traditions: the present work conjures the spatial clarity of Renaissance frescoes as well as the optical dynamism of the Futurists. For Schifano, the past was ‘a find, not to throw away but to recuperate’ (M. Schifano, quoted at https://luxembourgco.com/exhibitions/15/press_release_text/ [accessed 21 October 2020]). By working with instantly recognisable genres and motifs, he sought to highlight the act of seeing itself, ask at what point abstract shapes and textures resolve into something meaningful. In this regard, the idea of an ‘interrupted view’ went straight to the heart of his practice, highlighting the notion that human vision is perpetually distorted, redacted and intercepted by our dialogue with history.

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