Antonio Ligabue (1899-1965)
Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's… Read more DA UNA IMPORTANTE COLLEZIONE PRIVATA ITALIANAPROPERTY FROM AN IMPORTANT ITALIAN PRIVATE COLLECTION
Antonio Ligabue (1899-1965)

Autoritratto con grata

Details
Antonio Ligabue (1899-1965)
Autoritratto con grata
firmato 'A Ligabue' (in basso a destra)
olio su tavola di faesite
47 x 28.5 cm.
Eseguito nel 1957-58

'SELF-PORTRAIT WITH GRATE'; SIGNED (LOWER RIGHT); OIL ON HARDBOARD

L'opera non richiede Attestato di Libera Circolazione al fine della sua esportazione.
This work does not require an Export License.
Provenance
Collezione privata, Como
Collezione privata, Reggio Emilia
Collezione privata, Milano
Collezione privata, Brescia
Literature
S. Negri, Antonio Ligabue, Catalogo generale dei dipinti, Milano 2002, p. 303, n. 1952-1962 312 (illustrato)
A. Tota, M. Dall'Acqua, Tutto Ligabue, Catalogo ragionato dei dipinti, Parma 2005, vol. I, p. 161, n. 251 (illustrato)
Exhibited
Orzinuovi, Centro Culturale, Antonio Ligabue inedito, 1983, cat., n. XCVIII (illustrato); p. 337, n. 128 (in elenco)
Cencenighe Agordino, Centro Turistico e Culturale Nof Filò, Antonio Ligabue, 1984, cat., n. LXXIV (illustrato); p. 159, n. 87 (in elenco); poi Mirandola, Centro Culturale Polivalente, 1984-85
Lerici, Castello Monumentale, Antonio Ligabue, 1985, cat., n. III (illustrato); p. CXXIX, n. 111 (in elenco); poi Lignano Sabbiadoro, Centro Civico, 1986
Como, Chiesa di San Francesco, Ligabue, Mazzacurati, Arte e amicizia, 1987, cat., p. 32 (in elenco); p. 108 (illustrato); poi Sabbioneta, Palazzo Ducale; Cesenatico, Palazzo Comunale
Gualtieri, Palazzo Bentivoglio, Antonio Ligabue, 1996; poi Cencenighe Agordino, Centro Turistico e Culturale Nof Filò; Modena, Festa Nazionale dell'Unità; Napoli, Galleria Mediterranea, 1996-97, cat., pp. 198-199 (illustrato)
Zurigo, Kunsthaus, Antonio Ligabue, 1999, cat., p. 23 (illustrato)
Gualtieri, Palazzo Bentivoglio, Antonio Ligabue, 1999, cat., pp. 206-207 (illustrato); p. 287 (in elenco); poi Roma, Antico Carcere Minorile di San Michele, 1999-2000
Orzinuovi, Rocca San Giorgio, Antonio Ligabue, 2003, cat., p. 193 (illustrato)
Special notice
Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's Resale Right Regulations 2006 apply to this lot, the buyer agrees to pay us an amount equal to the resale royalty provided for in those Regulations, and we undertake to the buyer to pay such amount to the artist's collection agent. Lotto soggetto a Diritto di Seguito. Secondo le regolamentazioni del 2006 il Diritto di Seguito è applicabile a questo lotto, il compratore acconsente a pagare a noi un importo pari a quello che regolamentazioni prevedono, e noi ci impegniamo nei confronti dell’acquirente a versare tale importo all’agente di riscossione dell’artista.
Further details
Autoritratto con grata, realizzato nel 1957, è un esempio eccellente dei celebri autoritratti di Antonio Ligabue, nel quale il nostro sguardo incontra l'intensità della sua opera pittorica. Ligabue è considerato uno dei più importanti artisti outsider del XX secolo, e talvolta è stato definito il "van Gogh italiano" per la potenza visionaria delle sue opere, i cui colori vividi e la figurazione audace mettevano a nudo la sua vita psichica tumultuosa e, in autoritratti come questo, il paragone con il pittore olandese diventa particolarmente appropriato. L'artista guarda fuori dalla tela in modo tormentato, e il moto dell'animo è esplicitato da elementi pronunciati e marcati, basti pensare che la fronte aggrottata, i peli del viso e le rughe sono evidenziati attraverso tratti grafici di colore nero. Il cappotto abbottonato di colore verde oliva che indossa contrasta con lo splendido sfondo caratterizzato da motivi blu, rossi e gialli. L'impressione di questa superficie geometrica oscilla tra la rappresentazione di una grata e un disegno grafico e decorativo, e mette in luce un aspetto distintivo dell'opera di Ligabue: la fusione di fervore 'naïf' con un'attenzione per l'ornamento quasi manierista.
Ligabue nacque a Zurigo da genitori italiani alla fine del XIX secolo, e la prima parte della sua vita fu difficile. La madre, Elisabetta, e tre dei suoi fratelli morirono nel 1913 a causa di un'intossicazione alimentare. Fu dopo questo avvenimento che decise di cambiare il suo cognome da Laccabue a Ligabue, probabilmente anche per prendere le distanze dal padre, che considerava colpevole di tale omicidio. Nel 1919 venne espulso dalla Svizzera in seguito a un litigio con la madre adottiva. Si stabilì quindi a Gualtieri, un paese in provincia di Reggio Emilia. Lì visse un'esistenza solitaria e itinerante, vagando sulle rive del Po. E in quel contesto cominciò anche a dipingere, destando l'attenzione dei locali, incuriositi dalla sua presenza. Nel 1929 l'artista Renato Marino Mazzacurati, noto membro della Scuola romana, si avvicinò a Ligabue fornendogli i materiali necessari affinché si dedicasse alla pittura. Oltre ai celebri autoritratti, creò immagini potenti ed espressive di tigri e leopardi, spesso impegnati in battaglie estreme con altri animali esotici. Ligabue continuò a dipingere anche in momenti difficili, quando ricoverato in ospedali psichiatrici o incompreso a motivo del suo lavoro.
La produzione di Ligabue aumentò vertiginosamente alla fine degli anni Quaranta, e cominciò a ricevere l'attenzione di critici, mercanti d'arte e giornalisti per tutto il decennio successivo: tale fama culminò nella sua prima mostra personale nel 1961 presso la galleria La Barcaccia di Roma. Quello stesso anno venne ferito tragicamente in un incidente in moto che lo lasciò paralizzato fino alla morte nel 1965. Una retrospettiva postuma dedicata al suo lavoro fu organizzata qualche tempo dopo in seno alla nona Quadriennale, e da allora il fascino della produzione di Ligabue è solo cresciuto. Ogni anno migliaia di turisti fanno il pellegrinaggio al piccolo villaggio di Gualtieri. L'artista è stato immortalato da Flavio Bucci nell'acclamato film del 1977 intitolato per l'appunto Ligabue, e più recentemente è stato interpretato da Elio Germano in Volevo nascondermi, film che ha ricevuto il plauso della critica al suo debutto al Festival di Berlino 2020. Tuttavia, al di là del mito dell'uomo-artista, sono le sue creazioni così piene di vitalità come Autoritratto con grata a rimanere testimonianze incontrovertibili, uniche, plasmate dalla bellezza e dal dolore di una vita turbolenta.

Meeting our gaze with extraordinary intensity, Autoritratto con grata (Self-portrait with grate) (1957) is a superb example of Antonio Ligabue’s celebrated self-portraits. One of the most important outsider artists of the twentieth century, Ligabue has sometimes been called the ‘Italian van Gogh’ on account of the visionary power of his works, whose vivid colours and bold figuration were expressive of a tumultuous psychic life: in self-portraits such as the present, the comparison is particularly apt. The artist stares stormily out of the canvas with distinctive, prominent features; his furrowed brow, facial hair and wrinkles are picked out in graphic black strokes. He wears a buttoned-up overcoat of olive green, which contrasts with a splendid backdrop of blue, red and yellow pattern. This geometric surface oscillates between a depicted grate and graphic, decorative design, exemplifying the fusion of ‘naïve’ fervency with near-mannerist attention to ornament that is distinct to Ligabue’s work.
Born to Italian parents in Zürich at the end of the nineteenth century, Ligabue had a difficult start in life. His mother, Elisabetta, and three brothers died in 1913 as a result of food poisoning; he later changed his surname from Laccabue to Ligabue, perhaps to distance himself from his father, whom he considered guilty of his mother’s murder. In 1919, he was expelled from Switzerland following an altercation with his Swiss foster-mother, and eventually settled in Gualtieri, a village in the province of Reggio Emilia. Here he lived a reclusive, itinerant existence, wandering the banks of the River Po. He also began to paint, attracting the notice of curious locals. The artist Renato Marino Mazzacurati, a noted member of the Scuola romana, approached Ligabue in 1929, and provided him with the materials he needed to devote himself to painting. As well as his self-portraits, Ligabue created powerful, expressive pictures of tigers and leopards, often engaged in ecstatic battle with other exotic animals; he continued to paint even as he was troubled by hostility, stints in psychiatric hospitals and misunderstandings of his work.
Ligabue’s production increased feverishly in the late 1940s, and he began to receive attention from critics, art dealers and journalists throughout the following decade, culminating in his first solo exhibition at La Barbaccia gallery in Rome in 1961. Tragically, he was injured that same year in a motorcycle accident, which left him paralysed until his death in 1965. A posthumous retrospective of his work was held as part of the ninth Rome Quadrenniale shortly afterwards, and fascination with Ligabue has only increased since. Thousands of tourists every year make the pilgrimage to the small village of Gualtieri. The artist was immortalised by Flavio Bucci in the beloved 1977 movie Ligabue, and was more recently played by Elio Germano in Volevo nascondermi, which received critical acclaim on its debut in the 2020 Berlin Film Festival. Beyond the myth of the man himself, however, it is vivid creations like Autoritratto con grata that remain: incontrovertible, unique, and forged in the beauty and pain of a turbulent life.

Brought to you by

Elena Zaccarelli
Elena Zaccarelli Senior Specialist, Head of Sale, Milan

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