拍品专文
Illustrazione per la copertina di F. Poli, Giulio Paolini, Torino 1990
In molte opere di Giulio Paolini entra in scena il mondo, il sistema planetario, il cielo stellato e la linea dell'orizzonte come soglia tra il finito e l'infinito.
Molto precisa la considerazione dell'artista sullo spazio cosmico: "Per me, evidentemente, lo spazio cosmico, il pi vertiginoso, proprio quello ridotto, ma essenziale, dell'opera a cui devo approdare".
Siamo di fronte allo spazio mentale della memoria storica, della rappresentazione visiva dell'artista che aspira a ricomprendere in s la dimensione assoluta dell'infinito.
"Non credo che l'artista abbia cognizione o esperienza di uno spazio "altro" da quello che mette in questione nell'opera - scrive Francesco Poli - anche se possono esserci riflessi di uno spazio effettivamente domestico; ma direi che nella frontalit della sua ottica lo spazio per eccellenza, siderale, infinito, quello da conquistare o da cui farsi possedere quello dell'opera." (Francesco Poli, Giulio Paolini, Torino 1991, p. 28-29)
In molte opere di Giulio Paolini entra in scena il mondo, il sistema planetario, il cielo stellato e la linea dell'orizzonte come soglia tra il finito e l'infinito.
Molto precisa la considerazione dell'artista sullo spazio cosmico: "Per me, evidentemente, lo spazio cosmico, il pi vertiginoso, proprio quello ridotto, ma essenziale, dell'opera a cui devo approdare".
Siamo di fronte allo spazio mentale della memoria storica, della rappresentazione visiva dell'artista che aspira a ricomprendere in s la dimensione assoluta dell'infinito.
"Non credo che l'artista abbia cognizione o esperienza di uno spazio "altro" da quello che mette in questione nell'opera - scrive Francesco Poli - anche se possono esserci riflessi di uno spazio effettivamente domestico; ma direi che nella frontalit della sua ottica lo spazio per eccellenza, siderale, infinito, quello da conquistare o da cui farsi possedere quello dell'opera." (Francesco Poli, Giulio Paolini, Torino 1991, p. 28-29)