.jpg?w=1)
Details
VERDI, Giuseppe. Straordinario documento autografo firmato, di grandissima importanza musicologica, oltre che meramente biografica. Si tratta di un Prospetto delle composizioni musicali del maestro Giuseppe Verdi nato a Busseto 9. Ottobre 1814 (due pagine 4o gr. obl., recto e verso dello stesso foglio. E' insomma quello che oggi definiremmo un curriculum.: non datato ma, arrestandosi l'elenco delle composizioni al 1853 (Il Trovatore e La Traviata), dovrebbe essere databile al '54 o al pi tardi al '55 (forse come autopresentazione al pubblico francese in occasione dei Vepres siciliennes, che andr in scena all'Opra il 13 giugno del '55). Nella prima pagina, Verdi elenca tutte le sue opere, dall'Oberto Conte di S. Bonifacio appunto alla Traviata, indicando con molto ordine, in apposite colonne, anno, stagione (con la data della prima), citt, teatro, titolo, numero di atti, genere (abbastanza superfluo, giacch a parte l'opera seconda, Un giorno di regno, che reca l'indicazione 'Giocoso', tutte le altre recano quella di 'serio': ancora molto lontana la metafisica stagione terminale del Falstaff...), poeta, esecutrici (con i nomi delle star) ed esecutori. Sono naturalmente tutti dati da tempo noti agli studiosi verdiani, ma in ogni caso assai interessante vedere questo riepilogo d'autore, quasi un Contributo alla critica di me stesso firmato Giuseppe Verdi. Ma la pagina pi interessante probabilmente l'altra, che elenca nella met superiore la 'Musica da camera' (suddivisa stavolta non in ordine cronologica, ma per generi: romanze, pezzi per ballo, notturni, ecc.) e in quella inferiore la 'Musica da chiesa'. E' alquanto significativo che solo per quanto riguarda questa ultima partizione Verdi senta il bisogno istintivo di non limitarsi a un nudo elenco di titoli e date, ma invece incardini questi dati in un lampeggiante, preziosissimo frammento autobiografico: 'Dagli anni 13 fino alli anni 18 - epoca in cui venni a studiare il contrappunto in Milano - ho scritto una farragine di pezzi, marcie per banda a centinaia: forse altrettante piccole sinfonie per chiesa, pel Teatro, e per academia: sei tra concerti e variazioni per piano forte che io stesso suonavo nella accademie; cantate, arie, moltissimi duetti, terzetti, e diversi pezzi da chiesa di cui non ricordo che uno Stabat-mater (...) una cantata che feci eseguire in casa Boromeo (...) e diversi pezzi la maggior parte buffi che il maestro mi faceva fare nei suoi esercizi, e che non furono mai nemmeno istromentati. Ritornato in patria ricominciai a scrivere marcie, sinfonie, pezzi vocali etc. (...) Fra i pezzi vecchi vi sono i cori della tragedia di Manzoni a tre voci, ed il cinque maggio a una sola'.
Non c' troppo bisogno di sottolineare che siamo di fronte a un documento di importanza storica; una della maggiori acquisizioni degli studi verdiani, in assoluto.
Non c' troppo bisogno di sottolineare che siamo di fronte a un documento di importanza storica; una della maggiori acquisizioni degli studi verdiani, in assoluto.