LEONICENO, Niccol. Libellus de Epidemia, quam vulgo morbum Gallicum vocant. Giugno, 1497. 4 (203 x 151mm). 29 cc. Carattere: 87R, 114(87)Gr. Marginalia impressi, spazi per capilettera con letterine-guida. (Sporadiche macchie marginali.)

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LEONICENO, Niccol. Libellus de Epidemia, quam vulgo morbum Gallicum vocant. Giugno, 1497. 4 (203 x 151mm). 29 cc. Carattere: 87R, 114(87)Gr. Marginalia impressi, spazi per capilettera con letterine-guida. (Sporadiche macchie marginali.)

Legatura in pergamena moderna, recante titolo in oro sul piatto anteriore, tagli marmorizzati.Provenienza: Firma di appartenenza nel frontespizio di Giovanfrancesco Caracciolo detto Anfione (c. 1437- ante 1506), autore di cinque note marginali tra cui un dettagliato commento intorno all'opinione di Galeno sul perch la malattia si diffonda dapprima negli adolescenti (c.d2r). Il Caracciolo fu amico del Pontano, legato alla corte napoletana, forse parente di quell'Angelo Caracciolo autore di un rifacimento della Deifira dell'Alberti in dialetto napoletano.

EDITIO PRINCEPS di uno dei primi trattati sulla sifilide, dedicato a Giovanni Francesco Pico della Mirandola. Il medico greco Niccol Leoniceno, amico di Aldo fin dai tempi del soggiorno ferrarese, era uno dei grecisti pi attivi del suo tempo, oltre ad essere uno stimato medico fondatore di un'illustre scuola presso l'universit ferrarese. A lui si rivolse Aldo nell'impresa editoriale della stampa di Aristotele, e tra i due si conservarono a lungo rapporti di proficua collaborazione. Il testo del Leoniceno favor un ampio dibattito, con differenti prese di posizioni in Italia come all'estero (A. Scanarolus, Disputatio de morbo gallico, Bologna 1498; S. Pistoris, Declaratio defensiva...de morbo gallico, Lipsia, ca.1500), sino ai lusinghieri giudizi di Erasmo, che vedeva finalmente rinnovati in un umanista gli studi medici. Renouard 14/12; IGI 6814; Scapecchi 12.