Antonio Zoran Music (N. 1909)

Cavallini

Details
Antonio Zoran Music (N. 1909)
Cavallini
firmato e datato in basso al centro Music 1951, firmato e datato sul retro Music 1951
olio su tela
cm 33,5x41,5
Eseguito nel 1951
Autentica dell'artista su fotografia in data 12 ottobre 1999

Lot Essay

Music un silenzioso. Il suo per un silenzio pieno, pesante, fatto di certezze e dubbi, archetipo di tutta la sua produzione artistica.
Music ha sempre dipinto di ogni cosa, persona, paesaggio o oggetto, l'essenza, andando sempre oltre la superficie delle cose, alla ricerca dell'interiorit pi nascosta.
Essendo pittura di essenze, l'arte di Music spoglia. Terre asciutte, colline arse, rocce, alberi bruciati; ogni ridondanza, ogni eccesso eliminato in nome della verit elementare. Ma la semplicit ottenuta solo apparente, tanta essenzialit produce al contrario una risonanza di sentimento e poesia, e una pienezza atemporale, senza epoca, senza realt.
Tra il '46 e il '55 la pittura di Music riunisce tutti i motivi della memoria del Carso e della Dalmazia. Quel paesaggio carsico che Music sottolinea non essere un deserto, ma qualcosa di vivo, seppur essenziale e spoglio. Un paesaggio privo di ogni facile rassicurazione, fatto di pietre, di piccoli cespugli e di erbe secche, una immensa distesa di pietra, interrotta solamente da piccoli monticelli arrotondati, "sorta di arida mammelle". "Il vero deserto altrove", suggerisce Music, "magari nascosto tra le pieghe della nostra storia di uomini". Le terre dai colri delicati, ocra e malva, e le morbide colline dove passano cavalli con la groppa tondeggiante e le zampe esili, e attraversano rotondi e calmi i suoi paesaggi a volte in mandrie pacifiche e ordinate, a volte uno solo di loro, ma identico, stesso passo, stessa groppa, stessa incollatura.
Vengono da lontano ma arriveranno sempre. Ed grazie a loro che, come sostiene Jean Clair, scopriamo il senso di questi paesaggi : non sono i cavalli dell'Apocalisse, sono i cavalli della Genesi. Poich anche se n il Cristo n l'Imperatore appaiono pi sulle loro groppe, si sa che essi precedono la venuta dell'uomo o il suo ritorno". (Jean Clair, in Zoran Music, Quaderni della Soprintendenza ai beni artistici e storici di Venezia, Venezia 1980, p.11)