![[ALDINA]. CICERONE, Marco Tullio. De Philosophia. Secondo volumine. Venezia: [tip. Aldina] Andrea Torresani e figli, 1523.](https://www.christies.com/img/LotImages/2000/RMA/2000_RMA_02376_0004_000(011604).jpg?w=1)
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[ALDINA]. CICERONE, Marco Tullio. De Philosophia. Secondo volumine. Venezia: [tip. Aldina] Andrea Torresani e figli, 1523.
8o. Ancora aldina in fine volume.
SPLENDIDA LEGATURA veneziana coeva in marocchino avana; al piatto superiore, titolo epigrafico entro un tondo (M.T.C/PHILOSOPHIA/VOL./II), quadrupla cornice con due filetti dorati e due impressi a secco, che creano rombi e quadrati ai lati in perfetta simmetria; al piatto inferiore, la medesima cornice del piatto anteriore con al centro rosone decorato con piccoli ferri a foglie d'edera e altri fiorellini, che ritornano agli angoli del riquadro centrale in entrambi i piatti; dorso a 7 nervi finemente decorati con un filetto dorato a torciglione, tagli dorati e punzonati a forma di nodi leonardeschi (delicati restauri alle cuffie).
De Marinis (La Legatura artistica, vol.I n.560) segnala un Plinio (Epistole, Venezia, Aldo, 1518) posseduto da Giorgio Trivulzio, la cui legatura appare molto simile a questa (Milano, Ambrosiana, S.Q.E.III 29), attribuendola però a Roma. In realtà appare più probabile l'origine veneziana, stante i recenti studi di Hobson (Renaissance book collecting, Cambridge University Press, 1999) sui legatori attivi nella prima metà del sec.XVI a Venezia al servizio di Grolier e Mendoza. Il cosiddetto Mendoza binder, definito in tali termini da Hobson in ragione dei suoi stretti rapporti societari con Diego Hurtado de Mendoza - ambasciatore dell'Imperatore a Venezia dal 1540 al 1546 - andrebbe ri-definito, alla luce delle nuove ricerche, quale TORRESANI BINDER poiché lavorò forse in esclusiva per Andrea Torresani (erede della bottega di Aldo) tra il 1519 e il 1529 in modo continuativo, e sporadicamente dopo. Tutto lascia dunque supporre che Giorgio Trivulzio incaricò Torresani di rivolgersi a quello che - a tutti gli effetti - risultava essere il suo legatore di fiducia per dare una veste adeguata al Cicerone.
Provenienza: Giorgio Trivulzio dei Conti di Melzo, firma in alto al frontespizio di mano cinquecentesca (figlio di Gerolamo Teodoro, fu colonnello al servizio di Carlo V, poi passato al servizio dei veneziani sino all'anno della morte nel 1583); Giorgio Pallavicini Trivulzio (1796-1878), ex-libris con stemma nobiliare incollato al contropiatto superiore e probabile firma al frontespizio in basso. La raccolta libraria della famiglia Trivulzio, tra le più ricche esistenti in Italia, venne acquisita nel 1935 dallo Stato, che la destinò all'attuale sede presso il Castello Sforzesco di Milano a fianco dell'Archivio di Stato; conta oltre 6.000 cinquecentine e 1.400 incunaboli, raccolti sistematicamente a partire dalla metà del sec.XVIII.
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SPLENDIDA LEGATURA veneziana coeva in marocchino avana; al piatto superiore, titolo epigrafico entro un tondo (M.T.C/PHILOSOPHIA/VOL./II), quadrupla cornice con due filetti dorati e due impressi a secco, che creano rombi e quadrati ai lati in perfetta simmetria; al piatto inferiore, la medesima cornice del piatto anteriore con al centro rosone decorato con piccoli ferri a foglie d'edera e altri fiorellini, che ritornano agli angoli del riquadro centrale in entrambi i piatti; dorso a 7 nervi finemente decorati con un filetto dorato a torciglione, tagli dorati e punzonati a forma di nodi leonardeschi (delicati restauri alle cuffie).
De Marinis (La Legatura artistica, vol.I n.560) segnala un Plinio (Epistole, Venezia, Aldo, 1518) posseduto da Giorgio Trivulzio, la cui legatura appare molto simile a questa (Milano, Ambrosiana, S.Q.E.III 29), attribuendola però a Roma. In realtà appare più probabile l'origine veneziana, stante i recenti studi di Hobson (Renaissance book collecting, Cambridge University Press, 1999) sui legatori attivi nella prima metà del sec.XVI a Venezia al servizio di Grolier e Mendoza. Il cosiddetto Mendoza binder, definito in tali termini da Hobson in ragione dei suoi stretti rapporti societari con Diego Hurtado de Mendoza - ambasciatore dell'Imperatore a Venezia dal 1540 al 1546 - andrebbe ri-definito, alla luce delle nuove ricerche, quale TORRESANI BINDER poiché lavorò forse in esclusiva per Andrea Torresani (erede della bottega di Aldo) tra il 1519 e il 1529 in modo continuativo, e sporadicamente dopo. Tutto lascia dunque supporre che Giorgio Trivulzio incaricò Torresani di rivolgersi a quello che - a tutti gli effetti - risultava essere il suo legatore di fiducia per dare una veste adeguata al Cicerone.
Provenienza: Giorgio Trivulzio dei Conti di Melzo, firma in alto al frontespizio di mano cinquecentesca (figlio di Gerolamo Teodoro, fu colonnello al servizio di Carlo V, poi passato al servizio dei veneziani sino all'anno della morte nel 1583); Giorgio Pallavicini Trivulzio (1796-1878), ex-libris con stemma nobiliare incollato al contropiatto superiore e probabile firma al frontespizio in basso. La raccolta libraria della famiglia Trivulzio, tra le più ricche esistenti in Italia, venne acquisita nel 1935 dallo Stato, che la destinò all'attuale sede presso il Castello Sforzesco di Milano a fianco dell'Archivio di Stato; conta oltre 6.000 cinquecentine e 1.400 incunaboli, raccolti sistematicamente a partire dalla metà del sec.XVIII.