PINDEMONTE, Ippolito (1753-1828). Narratore, poeta e traduttore celebre (a partire dalla versione dell'Odissea che gli diede la gloria), amico strettissimo di Ugo Foscolo, il fine letterato veronese attende ancora il suo turno, nel processo di rivisitazione e rivalutazione complessiva di una stagione del gusto, quella del neoclassicismo italiano, che pure ha visto impennare le proprie quotazioni negli ultimi decenni. Due belle lettere autografe firmate: una, Venezia 11 settembre 1800, una pagina 4o, indirizzata al nipote Ferdinando Landi, mostra un animo sereno e famigliare, che tende alla battuta gnomica: "Potrebbe benissimo essere che il vostro libretto fosse mediocre agli occhi vostri, e non tale agli altrui. Gli uomini qualche volta minori veggon se stessi di quello che siano veduti dagli altri; il che mostra ordinariamente che non son piccoli"; l'altra, a Giovanbattista Giovio Venezia 1810, una pagina 4o, si sofferma sopra il proprio discorsetto sopra i Giardini (delizioso testo imbevuto di ideologia neoclassica): "ella si prepari a leggere a leggere qualche cosa assai tenue". Unita lettera autografa firmata del padre, anch'egli letterato, Giovanni PINDEMONTE, Verona 28 ottobre 1777, una pagina 8o. (3)

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PINDEMONTE, Ippolito (1753-1828). Narratore, poeta e traduttore celebre (a partire dalla versione dell'Odissea che gli diede la gloria), amico strettissimo di Ugo Foscolo, il fine letterato veronese attende ancora il suo turno, nel processo di rivisitazione e rivalutazione complessiva di una stagione del gusto, quella del neoclassicismo italiano, che pure ha visto impennare le proprie quotazioni negli ultimi decenni. Due belle lettere autografe firmate: una, Venezia 11 settembre 1800, una pagina 4o, indirizzata al nipote Ferdinando Landi, mostra un animo sereno e famigliare, che tende alla battuta gnomica: "Potrebbe benissimo essere che il vostro libretto fosse mediocre agli occhi vostri, e non tale agli altrui. Gli uomini qualche volta minori veggon se stessi di quello che siano veduti dagli altri; il che mostra ordinariamente che non son piccoli"; l'altra, a Giovanbattista Giovio Venezia 1810, una pagina 4o, si sofferma sopra il proprio discorsetto sopra i Giardini (delizioso testo imbevuto di ideologia neoclassica): "ella si prepari a leggere a leggere qualche cosa assai tenue". Unita lettera autografa firmata del padre, anch'egli letterato, Giovanni PINDEMONTE, Verona 28 ottobre 1777, una pagina 8o. (3)