Lot Essay
Il formato del presente dipinto fa credere che esso sia stato concepito come sopraporta per un ambiente di rappresentanza. L'attribuzione a de Coninck si basa sui raffronti con dettagli di opere a lui concordemente attribuite: il pappagallo nella 'Natura morta di frutta con animali da cortile e pappagallo su un capitello' già a Roma, mercato antiquario; la scimmia seduta nella 'Natura morta di animali nel giardino di una villa romana' ad Ajaccio, Musée Fesch; il basamento in pietra della fontana, la cui vasca è riempita di fiori nel presente dipinto ed è replicata con varianti in altre opere dell'artista fiammingo (cf. L. Laureati in AA.VV., La natura morta in Italia, a cura di F. Porzio e F. Zeri, Milano, II, figg. 946 e 948).
Nato ad Anversa tra il 1636 e il 1646 e allievo di Peter Boel, de Coninck soggiornò a Parigi, forse in Baviera e poi a Vienna. Giunto a Roma verso il 1670-71, la sua presenza vi è documentata dal 1672 al 1694, anno in cui lasciò l'Italia. Terminò probabilmente i suoi giorni a Bruxelles, dov'è segnalato dal 1699 al 1701.
Poco noto sino a tempi relativamente recenti, David de Coninck fu ad ogni evidenza tra gli esponenti più importanti dello sviluppo in senso barocco della natura morta a Roma. Spesso confuso - anche negli inventari antichi - con Michele Pace, de Coninck condivide con lui e con Abraham Brueghel il gusto per l'ambientazione en plein air di fiori, frutti e animali. Le parti di natura morta, disposte intorno a elementi architettonici in rovina o a fontane ubicate al centro di giardini all'italiana, sono assemblate con un gusto scenografico della casualità ed una esatta osservazione di fiori e animali, che in esse hanno fatto vedere "un carattere prevalentemente ornamentale". Peraltro fu forse proprio l'abile combinazione di casualità ed esattezza ottica la dote più apprezzata di de Coninck, che per le sue sofisticate immagini di vita animale e vegetale in giardini all'italiana fu amato da committenti romani come i Colonna, gli Imperiali, i Pamphilj, i Ruspoli e i Chigi; da aristocratici inglesi come il Marchese di Exeter; e da case regnanti come quella di Savoia, di Francia e di Portogallo (cf. L. Laureati, op.cit., p. 802).
Nato ad Anversa tra il 1636 e il 1646 e allievo di Peter Boel, de Coninck soggiornò a Parigi, forse in Baviera e poi a Vienna. Giunto a Roma verso il 1670-71, la sua presenza vi è documentata dal 1672 al 1694, anno in cui lasciò l'Italia. Terminò probabilmente i suoi giorni a Bruxelles, dov'è segnalato dal 1699 al 1701.
Poco noto sino a tempi relativamente recenti, David de Coninck fu ad ogni evidenza tra gli esponenti più importanti dello sviluppo in senso barocco della natura morta a Roma. Spesso confuso - anche negli inventari antichi - con Michele Pace, de Coninck condivide con lui e con Abraham Brueghel il gusto per l'ambientazione en plein air di fiori, frutti e animali. Le parti di natura morta, disposte intorno a elementi architettonici in rovina o a fontane ubicate al centro di giardini all'italiana, sono assemblate con un gusto scenografico della casualità ed una esatta osservazione di fiori e animali, che in esse hanno fatto vedere "un carattere prevalentemente ornamentale". Peraltro fu forse proprio l'abile combinazione di casualità ed esattezza ottica la dote più apprezzata di de Coninck, che per le sue sofisticate immagini di vita animale e vegetale in giardini all'italiana fu amato da committenti romani come i Colonna, gli Imperiali, i Pamphilj, i Ruspoli e i Chigi; da aristocratici inglesi come il Marchese di Exeter; e da case regnanti come quella di Savoia, di Francia e di Portogallo (cf. L. Laureati, op.cit., p. 802).