'B. B.' (attivo nella seconda metà del secolo XVII)
'B. B.' (attivo nella seconda metà del secolo XVII)

Un'arpa, due liuti, un violino, frutta, volumi e spartiti musicali su un tavolo coperto da un tappeto, presso una tenda damascata Chitarra, liuti, un violino, un cembalo ed un violoncello su un tavolo coperto da un tappeto, con una tenda damascata

Details
'B. B.' (attivo nella seconda metà del secolo XVII)
Un'arpa, due liuti, un violino, frutta, volumi e spartiti musicali su un tavolo coperto da un tappeto, presso una tenda damascata
Chitarra, liuti, un violino, un cembalo ed un violoncello su un tavolo coperto da un tappeto, con una tenda damascata
il secondo siglato con monogramma 'B + B'
olio su tela
cm 93x143 (2)
Provenance
Già Bissone, Collezione Tencalla
Literature
M. Rosci, Baschenis, Bettera &Co, Milano, 1971, pp. 48 e 67, p. 102, fig. 65; p. 107, fig. 78

Lot Essay

La complicata vicenda attributiva dei quadri siglati 'B. B.' oppure 'B+B', fu messa a fuoco da Marco Rosci nel 1971 (cf. M. Rosci, op. cit.). Il misterioso monogrammista conseguì infatti una sua autonomia artistica grazie alla ricostruzione effettuata da Rosci, il quale, separandone il catalogo da quello di Bartolomeo Bettera, identificò alcune sue serie di opere che riproducevano prototipi del maestro. La ripetizione fedele, con poche varianti compositive, dei dipinti con strumenti musicali del Baschenis, ha portato gli studiosi che si sono occupati del problema in tempi recenti ad ipotizzare una datazione più tarda del gruppo stilistico formato dai dipinti siglati da B. B. In altre parole, questo maestro sarebbe un pittore che deliberatamente imitò, copiò o citò opere realizzate da Baschenis qualche tempo prima. Al contrario, Rosci lo collocava nella cerchia diretta di Baschenis, in parte basandosi su una sorta di sigla graficizzata spesso inclusa o aggiunta al monogramma. Tale sigla o cifra, che il Rosci scioglieva in "4", è stata in seguito letta come "8", e forse fu posta per indicare implicitamente un terminus post quem rispetto alla morte del maestro [1677; cf. E. De Pascale, in Baschenis e la natura morta in Europa (catalogo), Milano-Bergamo, 1997, n. 60, p. 274].