拍品专文
L'ipotesi di un'autografia marattesca del presente dipinto (già attribuito ad Alessandro Tiarini) è stata avanzata per la prima volta dal dottor Andrea G. De Marchi. La base per l'attribuzione a Carlo Maratta è stata la scoperta dallo studioso di un'incisione di Robert van Audenaerd, che riproduce la presente composizione in controparte, e reca l'iscrizione 'Carol. Marattus pinxit'. Inoltre De Marchi ha trovato negli inventari del cardinale Imperiali un 'altro similare [dipinto] rappresentante S.Antonio da Padova con il Bambino opera di Carlo Maratta con cornice liscia' (cfr. S. Prosperi Valenti Rodinò, Il Cardinal Giuseppe Renato Imperiali committente e collezionista, in 'Bollettino d'Arte' LXXII, 1987, fig. 14, n.17, p.45, c. 125b). L'esistenza di due altre versioni autografe del presente dipinto sembrerebbe indicare la fortuna della composizione (cfr. Roma, Fototeca della Bibliotheca Hertziana, U.PL. 42508; e Roma, Galleria Spada, fotografia SBAS Roma, neg. 194011). In base alle caratteristiche stilistiche il dipinto va datato tra il 1670 e il 1690.