![MORGHEN, Raffaello. Celebre mascherata fatta nella splendidissima città di Napoli. [Napoli: 1778].](https://www.christies.com/img/LotImages/2001/RMA/2001_RMA_02397_0573_000(025930).jpg?w=1)
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MORGHEN, Raffaello. Celebre mascherata fatta nella splendidissima città di Napoli. [Napoli: 1778].
In folio oblungo. Frontespizio con indice e 11 tavole incise in rame, tutte FINEMENTE ACQUARELLATE da mano coeva.(due piccoli fori di tarlo sul margine inferiore dell'ultima tavola, piccoli strappi marginali restaurati al verso con cura.) Legatura coeva in bazzana con decorazione dorata., sui piatti cornice di rotella con fiori di giglio agli angoli e al centro tre fiori di giglio sormontati da corona marchionale, sul dorso liscio si ripetono i fiori di giglio (piccoli fori di tarlo, sciupata, lievi mancanze sui bordi). Nota di possesso manoscritta di G. Budon.
Il 22 febbraio 1778 fu organizzata alla darsena un'imponente sfilata di carri e maschere che ebbe come tema un immaginario viaggio del Gran Visir turco per recare in dono a Maometto vasi di profumi e merci pregiate trasportate sotto pelli di tigre. Tutta la nobiltà napoletana vi prese parte, e il Morghen fedelmente riprodusse quel Carnevale in quest'opera. Raffaello Morghen fu considerato dai suoi contemporanei il più grande incisore di tutti i tempi, onorato dal Granduca di Toscana, Napoleone I e re Luigi. Figlio e nipote di Filippo e Giovanni Elia, allievo di Palmerini e del Volpato di cui sposò la figlia Domenica, Le Blond lo definisce "un des graveurs les plus celebres des temps modernes". La Mascherata è una delle opere della sua adolescenza tra le più interessanti, incisa con libertà di tratteggio e estro interpretativo, prima del definitivo passaggio all'incisione riproduttiva che lo farà giungere dall'abilità al virtuosismo. Le Blond II, p.54; Miranda, 1893, p.39; Florio, 1905, p.48-49; Mancini, 1968, p.87-99.
In folio oblungo. Frontespizio con indice e 11 tavole incise in rame, tutte FINEMENTE ACQUARELLATE da mano coeva.(due piccoli fori di tarlo sul margine inferiore dell'ultima tavola, piccoli strappi marginali restaurati al verso con cura.) Legatura coeva in bazzana con decorazione dorata., sui piatti cornice di rotella con fiori di giglio agli angoli e al centro tre fiori di giglio sormontati da corona marchionale, sul dorso liscio si ripetono i fiori di giglio (piccoli fori di tarlo, sciupata, lievi mancanze sui bordi). Nota di possesso manoscritta di G. Budon.
Il 22 febbraio 1778 fu organizzata alla darsena un'imponente sfilata di carri e maschere che ebbe come tema un immaginario viaggio del Gran Visir turco per recare in dono a Maometto vasi di profumi e merci pregiate trasportate sotto pelli di tigre. Tutta la nobiltà napoletana vi prese parte, e il Morghen fedelmente riprodusse quel Carnevale in quest'opera. Raffaello Morghen fu considerato dai suoi contemporanei il più grande incisore di tutti i tempi, onorato dal Granduca di Toscana, Napoleone I e re Luigi. Figlio e nipote di Filippo e Giovanni Elia, allievo di Palmerini e del Volpato di cui sposò la figlia Domenica, Le Blond lo definisce "un des graveurs les plus celebres des temps modernes". La Mascherata è una delle opere della sua adolescenza tra le più interessanti, incisa con libertà di tratteggio e estro interpretativo, prima del definitivo passaggio all'incisione riproduttiva che lo farà giungere dall'abilità al virtuosismo. Le Blond II, p.54; Miranda, 1893, p.39; Florio, 1905, p.48-49; Mancini, 1968, p.87-99.
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