Lot Essay
Un altro di quegli ineffabili works on paper realizzati a Parigi prima del viaggio a New York, una nuova tappa dell'odissea interminabile del Metafisico.
Conosco a tutt'oggi una trentina di queste opere di qualità altissima, nelle quali il sogno ellenico si unisce alla volontà di inventare nuove iconografie quasi per ridare fiato a una pittura un po' stanca. In effetti, i lavori di questo tipo, ai quali dedicherò un piccolo libro, sono una ricerca sistematica di temi, sono esperimenti cromatici, sono tentativi di nuovi simboli.
Un personaggio nudo si adagia su una roccia. Accanto a lui, è seduto un guerriero acheo dal caratteristico elmo che risale a un'opera di Boecklin molto amata da Giorgio de Chirico. L'uomo nella posa di Arianna somiglia a una statua, il guerriero seduto è senza lineamenti del volto e somiglia quindi a un manichino. Accanto, un cavallo bruca il fieno, di fronte a un probabile mare ellenico.
Il fatto straordinario è che la scena è tutta impostata sui toni del grigio. Un gruppo scultoreo che si sta animando sotto i nostri occhi, con lievi accenni di colore (il rosa nelle ginocchia e nel piede dell'ignudo, ancora il rosa sul volto del manichino acheo).
Ho dedicato alle opere di questo genere un capitolo apposito nei miei lavori sugli anni trenta; la monografia apparsa a Milano nel 1991 (seconda edizione presso Skira nel 1995), la mostra della Galleria dello Scudo a Verona nel 1999. Una "gouache" dello stesso ciclo è stata presentata in queste sale nella vendita del 28 novembre 2000.
Si tratta di piccoli tasselli per la ricostruzione di quel momento straordinario che lo stesso de Chirico definisce "ricerche di invenzione e di fantasia". (Maurizio Fagiolo dell'Arco)
Conosco a tutt'oggi una trentina di queste opere di qualità altissima, nelle quali il sogno ellenico si unisce alla volontà di inventare nuove iconografie quasi per ridare fiato a una pittura un po' stanca. In effetti, i lavori di questo tipo, ai quali dedicherò un piccolo libro, sono una ricerca sistematica di temi, sono esperimenti cromatici, sono tentativi di nuovi simboli.
Un personaggio nudo si adagia su una roccia. Accanto a lui, è seduto un guerriero acheo dal caratteristico elmo che risale a un'opera di Boecklin molto amata da Giorgio de Chirico. L'uomo nella posa di Arianna somiglia a una statua, il guerriero seduto è senza lineamenti del volto e somiglia quindi a un manichino. Accanto, un cavallo bruca il fieno, di fronte a un probabile mare ellenico.
Il fatto straordinario è che la scena è tutta impostata sui toni del grigio. Un gruppo scultoreo che si sta animando sotto i nostri occhi, con lievi accenni di colore (il rosa nelle ginocchia e nel piede dell'ignudo, ancora il rosa sul volto del manichino acheo).
Ho dedicato alle opere di questo genere un capitolo apposito nei miei lavori sugli anni trenta; la monografia apparsa a Milano nel 1991 (seconda edizione presso Skira nel 1995), la mostra della Galleria dello Scudo a Verona nel 1999. Una "gouache" dello stesso ciclo è stata presentata in queste sale nella vendita del 28 novembre 2000.
Si tratta di piccoli tasselli per la ricostruzione di quel momento straordinario che lo stesso de Chirico definisce "ricerche di invenzione e di fantasia". (Maurizio Fagiolo dell'Arco)