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Moti Piemontesi del 1821. Lettera f. del feldmaresciallo austriaco Maximilian Wimpffen (1770-1854) che, su ordine imperiale, stabilisce la celebrazione di un Te Deum per il felice successo dell'azione contro il Piemonte! Padova, 9 maggio 1821; 1 p. in-folio. Unito: due lettere a. f. di certo Scipione Lanino, di Vercelli (cugino del latinista Luigi Martorelli, 1760-1831). Nella prima si parla della situazione militare in Vercelli, occupata da una guarnigione austriaca di 13.000 uomini, del Carnevale moroso, degli spettacoli d'Opera insignificanti (Vercelli, 4 febbraio 1822). Nella seconda, scritta un mese dopo i Moti piemontesi, il Lassino racconta che quei 30 giorni di incertezza son bastati a rovinare l'economia del paese, che gli ordini confusi ricevuti da Torino, Novara e Alessandria avevano reso la situazione imbarazzante, che molti cittadini son fuggiti, altri imprigionati, i beni sequestrati, ecc. Si parla dell'arrivo del re Carlo Felice, di un'amnistia per i meno colpevoli, della sfortunata partecipazione ai moti di studenti universitari, ecc. Vercelli, 5 agosto 1821; 6 pp. in-4, in tutto. Timbri postali. (3)