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细节
LEOPARDI, Giacomo. Canzoni. Sull'Italia. Sul Monumento di Dante che si prepara in Firenze. Roma: Francesco Bourlié, 1818.
8o. Legatura moderna in marocchino verde, dorso liscio con titolo in oro. Ex-libris della Biblioteca del Seminario Ticinese, legato Bellingeri.
RARISSIMA OPERA, esemplare in barbe, fresco e marginoso. Si tratta della prima raccolta poetica, dal contenuto minimo di appena due componimenti, data alle stampe da Leopardi. La data del 1818 è fuorviante visto che la pubblicazione vide la luce effettivamente nel 1819, subito dopo la composizione dei testi ascrivibile al settembre-ottobre del 1818. Testimonianze epistolari precise documentano le volontà dell'autore circa le modalità di stampa da seguire, affidate alla cura indiretta di Pietro Giordani e dell'abate Francesco Cancellieri. Desiderio di Leopardi è che si stampi l'opera a sue spese su carta mezzana, "eccetto due o tre copie che bramerei stampare in carta velina o di simile qualità", utilizzando i caratteri del De Romanis ma stando attentissimi alla "correzione della stampa...poich'Ella conosce ottimamente che in un libricciuolo così breve, anche i piccoli sbagli sarebbero vergognosi, e ridonderebbero in poco onor dell'autore" (Epist.138). La tiratura fu di 300 copie normali "più una mezza dozzina in carta cerulea"; le prime due copie slegate giunsero a Leopardi intorno al 15 gennaio del 1819. La soddisfazione di Leopardi è espressa in una lettera al Giordani, dove ammette che "errori...non ce n'erano...salvo parecchie scorrezioncelle venute dalla maniera di scrivere". Ma l'opera prima del Poeta ormai circolava con soddisfazione di molti, da Monti ad Angelo Mai, dal Perticari a Giuseppe Montani: l'esordio poetico si inaugurava sotto i migliori auspici.
8o. Legatura moderna in marocchino verde, dorso liscio con titolo in oro. Ex-libris della Biblioteca del Seminario Ticinese, legato Bellingeri.
RARISSIMA OPERA, esemplare in barbe, fresco e marginoso. Si tratta della prima raccolta poetica, dal contenuto minimo di appena due componimenti, data alle stampe da Leopardi. La data del 1818 è fuorviante visto che la pubblicazione vide la luce effettivamente nel 1819, subito dopo la composizione dei testi ascrivibile al settembre-ottobre del 1818. Testimonianze epistolari precise documentano le volontà dell'autore circa le modalità di stampa da seguire, affidate alla cura indiretta di Pietro Giordani e dell'abate Francesco Cancellieri. Desiderio di Leopardi è che si stampi l'opera a sue spese su carta mezzana, "eccetto due o tre copie che bramerei stampare in carta velina o di simile qualità", utilizzando i caratteri del De Romanis ma stando attentissimi alla "correzione della stampa...poich'Ella conosce ottimamente che in un libricciuolo così breve, anche i piccoli sbagli sarebbero vergognosi, e ridonderebbero in poco onor dell'autore" (Epist.138). La tiratura fu di 300 copie normali "più una mezza dozzina in carta cerulea"; le prime due copie slegate giunsero a Leopardi intorno al 15 gennaio del 1819. La soddisfazione di Leopardi è espressa in una lettera al Giordani, dove ammette che "errori...non ce n'erano...salvo parecchie scorrezioncelle venute dalla maniera di scrivere". Ma l'opera prima del Poeta ormai circolava con soddisfazione di molti, da Monti ad Angelo Mai, dal Perticari a Giuseppe Montani: l'esordio poetico si inaugurava sotto i migliori auspici.
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