GIOBERTI, Vincenzo (1801-1852). Lunga (cinque pagine 4o fittamente vergate), importantissima lettera autografa firmata, indirizzata a Massimo D'Azeglio, Di Parigi ai 24 novembre 1849. Il filosofo piemontese è in Francia come plenipotenziario del Piemonte (carica nella quale durò poche settimane), e in questa straordinaria lettera riferisce sulle difficili trattative in corso: Il ragguaglio compiuto dei miei negoziati non può dunque risultare dalla sola mia corrispondenza col predecessore di V.S. Ill.ma. E quando il sunto disegnato non fosse compiuto io dovrei supplire pubblicando con la stampa un racconto della mia legazione, senza nulla tacere. E mi sarebbe forza il farlo per dimostrare che io non pretesi neppure diligenza richiesta dal mio ufficio, e ovviare alla calunnia con cui si lacera da molti la mia riputazione [...] Io son lontanissimo dall'incolpare que' membri dell'amministrazione passata che appartengono eziandio alla presente. Io intendo parlare delle volontà che prevalsero; ma siccome, secondo le regole costituzionali, queste distinzioni non sono opportune a farsi in pubblico, e le ragioni per cui il parere dei pochi prevale talora su quello dei più, si possono pensare, ma si debbono tacere; io dovrei tenermi su termini generali e il mio discorso potrebbe avere un'applicazione presente, che sarebbe tuttavia alienissima dalla mia intenzione [...] Le chieggo mille scuse, se invece di scrivere al Cav. Menabrea, ho preso il partito di infastidire V.S. Ill.ma con questa lunga lettera. Ma ho creduto di dover far capo direttamente a Lei, trattandosi di cosa gelosissima e delicatissima. Importantissimo documento.