拍品專文
L'attribuzione del presente pendant è basata sul confronto stilistico e sull'identità tipologica e formale con il gruppo di nature morte siglate da 'Salv.', pittore ancora anonimo, a volte ipoteticamente identificato con un Giovan Battista Salvi (non il Sassoferrato), e operante sotto l'influenza di Evaristo Baschenis e Bartolomeo Bettera, ma non necessariamente annoverabile nell'ambito territoriale ed operativo di Bergamo (cf. l'apertura di M. Rosci, Baschenis Bettera & Co., produzione e mercato della natura morta del Seicento in Italia, Milano, 1971; e gli aggiornamenti di M. Natale, La natura morta in Lombardia, in AA.VV., La natura morta in Italia, a cura di F. Porzio e F. Zeri, Milano, 1989, I, pp. 209-211).
Il rilievo con Campaspe a cavallo di Aristotele, inserito in primo piano nel dipinto con la chitarra, consente un confronto con l'identico dettaglio della 'Natura morta con tessuti, orologio e sfera armillare' già New York, Christie's, 15-I-1988, lotto 138, così come la sfera armillare nell'altro elemento del presente pendant. Il dipinto con la chitarra riprende poi la struttura compositiva e numerosi dettagli peculiari di tre versioni di 'Strumenti musicali e architetture' rispettivamente a Boston, Museum of Fine Arts, ad Aigen, Abbazia di Schagl, ed a Bergamo, collezione privata (cf. M. Rosci, Baschenis Bettera & Co. cit., p.159, figg. 161-163). Inoltre entrambi i dipinti condividono con quello già presso Christie's a New York l'attenzione ad una sintetica ma efficace definizione degli spazi monumentali sullo sfondo, con una notevole abilità nell'impiego degli ordini architettonici. Con tutte le cautele del caso, è possibile prospettare che il presente pendant costituisca una forma molto sofisticata di Vanitas. Campaspe, cortigiana prediletta di Alessandro Magno, veniva vista come un pericolo da Aristotele, precettore di Alessandro, che lo esortò a tenersi lontano dai pericoli di annichilimento insiti nella seduzione femminile. Per vendetta Campaspe riuscì a far invaghire di sé il vecchio filosofo, ma in cambio dei suoi favori gli impose di essere cavalcato e imbrigliato come un asino. Alessandro, che assistè alla scena umiliante, comprese il valore dell'ammonimento del filosofo (cf. J. Hall, Dizionario dei soggetti e dei simboli, Milano, 1983, p. 60). Il rilievo con Campaspe e Aristotele appare in un contesto di strumenti musicali e spartiti, nonché con un bronzetto raffigurante un imperatore che svolge un'allocuzione. Questi elementi, raffigurati sottolineando con particolare cura la loro fattura lussuosa, sembrano comporre un'allegoria delle arti, mentre nell'altro dipinto la sfera armillare, i volumi e la statua di Minerva si riferiscono alle scienze. Mentre nel primo dipinto la funzione di Vanitas è svolta dal rilievo con Campaspe e Aristotele (la bellezza e la libido sessuale piegano la spinta verso la creatività e l'arte), nel secondo dipinto la candela appena estinta, il cui fumo si leva quasi immobile sullo stoppino, sembra indicare che la fine della vita arresta per sempre la conoscenza. In tale contesto la presenza dello stemma cardinalizio (non identificato) sotto il timpano della nicchia sullo sfondo sembra rafforzare l'ipotesi di una allegoria morale, magari ispirata dal committente del pendant, forse un prelato.
Il rilievo con Campaspe a cavallo di Aristotele, inserito in primo piano nel dipinto con la chitarra, consente un confronto con l'identico dettaglio della 'Natura morta con tessuti, orologio e sfera armillare' già New York, Christie's, 15-I-1988, lotto 138, così come la sfera armillare nell'altro elemento del presente pendant. Il dipinto con la chitarra riprende poi la struttura compositiva e numerosi dettagli peculiari di tre versioni di 'Strumenti musicali e architetture' rispettivamente a Boston, Museum of Fine Arts, ad Aigen, Abbazia di Schagl, ed a Bergamo, collezione privata (cf. M. Rosci, Baschenis Bettera & Co. cit., p.159, figg. 161-163). Inoltre entrambi i dipinti condividono con quello già presso Christie's a New York l'attenzione ad una sintetica ma efficace definizione degli spazi monumentali sullo sfondo, con una notevole abilità nell'impiego degli ordini architettonici. Con tutte le cautele del caso, è possibile prospettare che il presente pendant costituisca una forma molto sofisticata di Vanitas. Campaspe, cortigiana prediletta di Alessandro Magno, veniva vista come un pericolo da Aristotele, precettore di Alessandro, che lo esortò a tenersi lontano dai pericoli di annichilimento insiti nella seduzione femminile. Per vendetta Campaspe riuscì a far invaghire di sé il vecchio filosofo, ma in cambio dei suoi favori gli impose di essere cavalcato e imbrigliato come un asino. Alessandro, che assistè alla scena umiliante, comprese il valore dell'ammonimento del filosofo (cf. J. Hall, Dizionario dei soggetti e dei simboli, Milano, 1983, p. 60). Il rilievo con Campaspe e Aristotele appare in un contesto di strumenti musicali e spartiti, nonché con un bronzetto raffigurante un imperatore che svolge un'allocuzione. Questi elementi, raffigurati sottolineando con particolare cura la loro fattura lussuosa, sembrano comporre un'allegoria delle arti, mentre nell'altro dipinto la sfera armillare, i volumi e la statua di Minerva si riferiscono alle scienze. Mentre nel primo dipinto la funzione di Vanitas è svolta dal rilievo con Campaspe e Aristotele (la bellezza e la libido sessuale piegano la spinta verso la creatività e l'arte), nel secondo dipinto la candela appena estinta, il cui fumo si leva quasi immobile sullo stoppino, sembra indicare che la fine della vita arresta per sempre la conoscenza. In tale contesto la presenza dello stemma cardinalizio (non identificato) sotto il timpano della nicchia sullo sfondo sembra rafforzare l'ipotesi di una allegoria morale, magari ispirata dal committente del pendant, forse un prelato.