Lot Essay
Siamo grati al Professor Oreste Ferrari il quale, dopo aver studiato il presente dipinto in originale, ci ha confermato che a suo avviso esso è un'opera autografa di Luca Giordano. Il Professor Ferrari ipotizza una datazione all'inizio degli anni Settanta del Seicento, quindi in prossimità della versione di 'Diana ed Endimione' a Verona, Museo di Castelvecchio, che è en pendant con 'Bacco e Arianna' e viene datata verso il 1675-80. Un disegno preparatorio per 'Diana ed Endimione' è a Darmstadt, Museo.
Il presente dipinto, di dimensioni lievemente inferiori a quelle della versione a Verona (cm. 203x246), se ne distingue per numerose varianti compositive: la posizione delle braccia e del corpo di Endimione, pressoché supino; la posizione delle braccia di Diana; la presenza del suo carro guidato dall'erote, assente nella versione a Verona; la posizione e il numero dei cani e altri dettagli minori. Nel presente dipinto spiccano il rosso acceso nell'abito di Endimione e il bianco e l'azzurro indaco del panneggi di Diana.
Per il 'Bacco e Arianna' a Verona sono stati colti riferimenti al 'Baccanale Aldobrandini' di Tiziano (Londra, National Gallery), presumibilmente visto da Giordano durante uno dei suoi vari soggiorni romani (cf. O. Ferrari - G. Scavizzi, Luca Giordano. L'opera completa, Napoli, 1992, I, p. 230; p. 291, A247; B. Daprà, in AA.VV., Luca Giordano. 1634-1705, catalogo, Napoli, 2001, n. 92.b, pp. 292-293). Ma per la composizione del dipinto qui offerto il nesso primario sembra ancora quello con le opere più note di Pietro da Cortona: la 'Morte di Sant'Alessio' a Napoli, Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco; e numerosi particolari della volta di Palazzo Barberini, essenziale per l'evoluzione di Giordano in senso barocco (cf. G. Briganti, Pietro da Cortona o della pittura barocca, Firenze (1962), 1982, figg. 126, 183). In Spagna esisteva una versione di 'Diana ed Endimione' di Giordano al Palacio del Pardo, oggi dispersa (cf. O. Ferrari - G. Scavizzi, op. cit., I, p. 230, n. 11).
Il presente dipinto, di dimensioni lievemente inferiori a quelle della versione a Verona (cm. 203x246), se ne distingue per numerose varianti compositive: la posizione delle braccia e del corpo di Endimione, pressoché supino; la posizione delle braccia di Diana; la presenza del suo carro guidato dall'erote, assente nella versione a Verona; la posizione e il numero dei cani e altri dettagli minori. Nel presente dipinto spiccano il rosso acceso nell'abito di Endimione e il bianco e l'azzurro indaco del panneggi di Diana.
Per il 'Bacco e Arianna' a Verona sono stati colti riferimenti al 'Baccanale Aldobrandini' di Tiziano (Londra, National Gallery), presumibilmente visto da Giordano durante uno dei suoi vari soggiorni romani (cf. O. Ferrari - G. Scavizzi, Luca Giordano. L'opera completa, Napoli, 1992, I, p. 230; p. 291, A247; B. Daprà, in AA.VV., Luca Giordano. 1634-1705, catalogo, Napoli, 2001, n. 92.b, pp. 292-293). Ma per la composizione del dipinto qui offerto il nesso primario sembra ancora quello con le opere più note di Pietro da Cortona: la 'Morte di Sant'Alessio' a Napoli, Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco; e numerosi particolari della volta di Palazzo Barberini, essenziale per l'evoluzione di Giordano in senso barocco (cf. G. Briganti, Pietro da Cortona o della pittura barocca, Firenze (1962), 1982, figg. 126, 183). In Spagna esisteva una versione di 'Diana ed Endimione' di Giordano al Palacio del Pardo, oggi dispersa (cf. O. Ferrari - G. Scavizzi, op. cit., I, p. 230, n. 11).