Lot Essay
Insieme alle collezioni Jucker, Vismara e Boschi, la raccolta Grassi è una delle principali donazioni private pervenute ai musei civici di Milano. Donata nel 1958 da Nedda Mieli, vedova di Carlo Grassi, in memoria del figlio Gino perito durante la seconda guerra mondiale, occupa attualmente tutto il secondo piano della Galleria d'Arte Moderna, presso la Villa Reale di Milano. Con le sue quasi duecento opere, che spaziano dai tappeti antichi all'arte cinese, dai fondi oro ai maestri fiamminghi, dagli Impressionisti ai Futuristi, è una preziosa testimonianza di un gusto collezionistico molto diffuso a cavallo fra Ottocento e Novecento, sostenuto da un'impostazione encilclopedica, tesa a documentare attraverso i manufatti artistici le principali espressioni della civiltà umana. La collezione Grassi, così come si configura oggi, non è che una piccola parte delle opere acquistate da Carlo Grassi nel corso della sua vita. Oltre alle opere esposte presso la Villa Reale - scelte nel 1956 da una apposita commissione di esperti - la raccolta comprendeva un nucleo di disegni, documenti e stampe, principalmente dell'Ottocento, conservate oggi presso la raccolta Bertarelli, nonchè un insieme molto importante di antichità egizie, donate ai Musei Vaticani. Presso la villa di Lora, nei pressi di Como, dove Grassi si stabilì durante la seconda guerra mondiale, rimaneva inoltre un gruppo di dipinti non meno nutrito che costituiscono l'oggetto di questa vendita. Per espresso desiderio Di Nedda Mieli Grassi, il ricavato della vendita verrà devoluto a favore dell'opera Don Guanella e, in particolare, della "Casa di Gino", un'istituzione benefica, fondata e finanziata dalla famiglia Grassi, specializzata nel recupero e nella formazione professionale dei giovani. Tale istituzione ha sede anch'essa presso la villa di Lora e i proventi della vendita serviranno principalmente a ristrutturare e a potenziare la sua capacità di accoglienza.
Nato a Salonicco da padre siciliano e da madre belga, Carlo Grassi si stabilì presto in Egitto e precisamente al Cairo, dove riuscì a fondare un vero e proprio impero commerciale, fondato principalmente sul tabacco, di cui era uno dei più importanti produttori esportatori in tutta Europa. I suoi interessi non si limitavano tuttavia esclusivamente a questo settore, ma spaziavano nell'ambito della navigazione - era presidente della società di navigazione del Nilo - del commercio con l'Estremo Oriente ed anche in campo immobiliare. Nel volgere di pochi decenni, grazie ad una straordinaria capacità imprenditoriale, accumulò un enorme fortuna, e cominciò presto sia ad acquistare opere d'arte durante i suoi viaggi di affari in Cina ed in Europa e a raccogliere antichità egizie provenienti dagli scavi. Pur non disponendo di precise informazioni al riguardo, è probabile che il Grassi abbia ad un certo punto maturato il disegno di creare una collezione con un respiro museale concentrandosi in modo particolare sulla pittura del XIX secolo: all'interno della collezione sono infatti rappresentate tutte le principali scuole pittoriche italiane del secolo scorso: i toscani (Fattori e Lega), gli Scapigliati e i Simbolisti lombardi (Ranzoni, Tranquillo Cremona, Previati, Pelizza e Segantini), i veneti (Favretto e Ciardi), ma anche i napoletani (Palizzi e Morelli, e Mancini). Le opere di Zandomeneghi, De Nittis e Boldini, di cui Grassi possedeva alcuni autentici capolavori, costituiscono l'anello di congiunzione fra la pittura italiana e quella francese, ben rappresentata da Corot e Millet e soprattutto dalle opere dei maestri dell'Impressionismo (Cezanne, Manet, Van Gogh, Renoir, Tolouse Lautrec).
Gli interessi di Carlo Grassi non si limitarono soltanto al XIX secolo, ma si estesero anche all'arte moderna. In questo contesto un ruolo di particolare rilievo dovette essere giocato da Giacomo Balla, che egli ebbe modo di conoscere e frequentare direttamente quando risiedeva nella sua casa romana di Piazza di Spagna, e dal quale vennero acquistati alcuni autentici capolavori, come la celebre "Ragazza che corre su Balcone" e molte altre opere, fra le quali i bellissimi ritratti che saranno venduti in questa sede. La collezione era inoltre completata da opere di Boccioni, di Morandi e di molti altri artisti italiani di questo secolo, fra i quali De Pisis, Tosi, Guidi, e soprattutto Pirandello. Proprio di quest'ultimo sono presentati in questo catalogo dipinti di grande qualità, stranamente trascurati da chi effettuò la selezione delle opere per conto del museo. Altrettanto inspiegabile è l'esclusione del bel dipinto di Zandomeneghi, inserito nel catalogo del XIX secolo, così come dei due Ettore Tito. (Asta di Dipinti del XIX Secolo, Roma, 27 maggio 2002)
Nato a Salonicco da padre siciliano e da madre belga, Carlo Grassi si stabilì presto in Egitto e precisamente al Cairo, dove riuscì a fondare un vero e proprio impero commerciale, fondato principalmente sul tabacco, di cui era uno dei più importanti produttori esportatori in tutta Europa. I suoi interessi non si limitavano tuttavia esclusivamente a questo settore, ma spaziavano nell'ambito della navigazione - era presidente della società di navigazione del Nilo - del commercio con l'Estremo Oriente ed anche in campo immobiliare. Nel volgere di pochi decenni, grazie ad una straordinaria capacità imprenditoriale, accumulò un enorme fortuna, e cominciò presto sia ad acquistare opere d'arte durante i suoi viaggi di affari in Cina ed in Europa e a raccogliere antichità egizie provenienti dagli scavi. Pur non disponendo di precise informazioni al riguardo, è probabile che il Grassi abbia ad un certo punto maturato il disegno di creare una collezione con un respiro museale concentrandosi in modo particolare sulla pittura del XIX secolo: all'interno della collezione sono infatti rappresentate tutte le principali scuole pittoriche italiane del secolo scorso: i toscani (Fattori e Lega), gli Scapigliati e i Simbolisti lombardi (Ranzoni, Tranquillo Cremona, Previati, Pelizza e Segantini), i veneti (Favretto e Ciardi), ma anche i napoletani (Palizzi e Morelli, e Mancini). Le opere di Zandomeneghi, De Nittis e Boldini, di cui Grassi possedeva alcuni autentici capolavori, costituiscono l'anello di congiunzione fra la pittura italiana e quella francese, ben rappresentata da Corot e Millet e soprattutto dalle opere dei maestri dell'Impressionismo (Cezanne, Manet, Van Gogh, Renoir, Tolouse Lautrec).
Gli interessi di Carlo Grassi non si limitarono soltanto al XIX secolo, ma si estesero anche all'arte moderna. In questo contesto un ruolo di particolare rilievo dovette essere giocato da Giacomo Balla, che egli ebbe modo di conoscere e frequentare direttamente quando risiedeva nella sua casa romana di Piazza di Spagna, e dal quale vennero acquistati alcuni autentici capolavori, come la celebre "Ragazza che corre su Balcone" e molte altre opere, fra le quali i bellissimi ritratti che saranno venduti in questa sede. La collezione era inoltre completata da opere di Boccioni, di Morandi e di molti altri artisti italiani di questo secolo, fra i quali De Pisis, Tosi, Guidi, e soprattutto Pirandello. Proprio di quest'ultimo sono presentati in questo catalogo dipinti di grande qualità, stranamente trascurati da chi effettuò la selezione delle opere per conto del museo. Altrettanto inspiegabile è l'esclusione del bel dipinto di Zandomeneghi, inserito nel catalogo del XIX secolo, così come dei due Ettore Tito. (Asta di Dipinti del XIX Secolo, Roma, 27 maggio 2002)
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