Lot Essay
La fenomenologia dei tagli, che sono nella quasi totalità monocromatici, si definisce nella quantità e nella varietà dei tagli stessi, che variano dall'unico, obbliquo e leggermente arcuato, secondo una sorta di traiettoria gestuale, all'unico invece verticale, di assolutezza quasi architettonica, da una cadenza a coppia, che segue un medesimo ritmo, a diversi con molteplici andamenti contrapposti, oppure ritmicamente iterati. I tagli, anche se non esclusivamente, sono il ciclo al quale Fontana ha affidato una sorta di proprio diario di umori e pensieri attraverso le scritte poste costantemente a partire dal 1964 sul retro dei quadri. Queste scritte, che servivano a facilitare il riconoscimento d'autenticità delle opere, hanno accenni alla natura, descrivono incontri o fatti della vita di Fontana, o annotano fatti esterni con riferimenti alle imprese spaziali o sportive, o sono giochi di parole. Tuttavia dal 1966 vi si riscontra un progressivo raccoglimento su se stesso, attraverso riferimenti autobiografici e una progressiva riduzione all'orizzonte domestico. L'opera presentata appartiene a questo periodo, la ieraticità dell'unico taglio verticale, la potenza e l'assolutezza del gesto si dispiegano su una tela vermiglia, ad inventare un nuovo linguaggio pittorico, che rende Fontana un "imperdibile" per il più raffinato collezionismo.
"L'arte rimarrà eterna come un gesto, ma morrà come materia...Noi pensiamo di svincolare l'arte dalla materia, di svincolare il senso dell'eterno dalla preoccupazione dell'immortale. E non ci interessa che un gesto, compiuto, viva un attimo o un millenio, perchè siamo veramente convinti che, compiutolo, esso è eterno..."
(Lucio Fontanta, Primo manifesto dello Spazialismo, maggio 1947)
"L'arte rimarrà eterna come un gesto, ma morrà come materia...Noi pensiamo di svincolare l'arte dalla materia, di svincolare il senso dell'eterno dalla preoccupazione dell'immortale. E non ci interessa che un gesto, compiuto, viva un attimo o un millenio, perchè siamo veramente convinti che, compiutolo, esso è eterno..."
(Lucio Fontanta, Primo manifesto dello Spazialismo, maggio 1947)