Lot Essay
Il pendant qui offerto, in cui i due elementi offrono una convergenza prospettica coscientemente calcolata, sembra situarsi nel periodo dell'attivià matura di Viviano Codazzi, verso il 1660 circa, quando il pittore bergamasco dispiega una grande varietà di temi architettonici e di vedute fantastiche in cui si combinano citazioni dall'Antico con rappresentazioni di architetture moderne, desunte più o meno liberamente da esempi reali.
I 'Ruderi di un edificio di ordine tuscanico' mostrano, racchiuso nell'arcata diruta, un paesaggio mediterraneo con il Tempio di Vesta sullo sfondo secondo soluzioni che Codazzi adotterà in opere l' 'Arcata dorica diroccata, con la Tomba di Nerone' in ubicazione ignota, alla metà degli anni Sessanta del Seicento, in cui il monumento classico è situato sullo sfondo, racchiuso tra le arcate diroccate (cf. D. Ryley Marshall, Viviano and Niccolò Codazzi and the Baroque Architectural Fantasy, Milano-Roma, 1993, p. 293, VC 167).
Anche l' 'Edificio di ordine ionico con un loggiato' riprende il tema, caro a Codazzi, degli edifici non diroccati denotati da elementi non necessariamente reali - qui, ad esempio, l'altana - mediante quella che diventerà la 'Veduta per angolo' codificata dai Bibiena. I confronti più diretti sembrano possibili con l' 'Entrata del giardino di una villa basata su quella di Villa Mattei, con colonne corinzie' e, anche se orientato in senso prospettico opposto, con il 'Portico, loggia e palazzo turrito con un astanti in convivio' in ubicazione ignota (cf. D. Ryley Marshall, op. cit., p. 285, VC 162, e p. 260, VC138).
Per l'esecuzione delle figure sembra possibile indicare la presenza di Vicente Giner soprattutto nel primo dei due elementi del pendant. Giner lavorò a lungo con Codazzi durante il corso del settimo decennio dei Seicento, ma resta una personalità artistica ancora poco nota (ma cf. D. Ryley Marshall, op. cit., pp. 258-259). L'attribuzione delle figure a Giner nel pendant qui offerto è basata sui confronti con le figure della 'Piazza con porto sullo sfondo' in collezione privata e della 'Loggia con palazzo turrito' in ubicazione ignota (D. Ryley Marshall, op. cit., pp. 256-260, VC 137-138).
I 'Ruderi di un edificio di ordine tuscanico' mostrano, racchiuso nell'arcata diruta, un paesaggio mediterraneo con il Tempio di Vesta sullo sfondo secondo soluzioni che Codazzi adotterà in opere l' 'Arcata dorica diroccata, con la Tomba di Nerone' in ubicazione ignota, alla metà degli anni Sessanta del Seicento, in cui il monumento classico è situato sullo sfondo, racchiuso tra le arcate diroccate (cf. D. Ryley Marshall, Viviano and Niccolò Codazzi and the Baroque Architectural Fantasy, Milano-Roma, 1993, p. 293, VC 167).
Anche l' 'Edificio di ordine ionico con un loggiato' riprende il tema, caro a Codazzi, degli edifici non diroccati denotati da elementi non necessariamente reali - qui, ad esempio, l'altana - mediante quella che diventerà la 'Veduta per angolo' codificata dai Bibiena. I confronti più diretti sembrano possibili con l' 'Entrata del giardino di una villa basata su quella di Villa Mattei, con colonne corinzie' e, anche se orientato in senso prospettico opposto, con il 'Portico, loggia e palazzo turrito con un astanti in convivio' in ubicazione ignota (cf. D. Ryley Marshall, op. cit., p. 285, VC 162, e p. 260, VC138).
Per l'esecuzione delle figure sembra possibile indicare la presenza di Vicente Giner soprattutto nel primo dei due elementi del pendant. Giner lavorò a lungo con Codazzi durante il corso del settimo decennio dei Seicento, ma resta una personalità artistica ancora poco nota (ma cf. D. Ryley Marshall, op. cit., pp. 258-259). L'attribuzione delle figure a Giner nel pendant qui offerto è basata sui confronti con le figure della 'Piazza con porto sullo sfondo' in collezione privata e della 'Loggia con palazzo turrito' in ubicazione ignota (D. Ryley Marshall, op. cit., pp. 256-260, VC 137-138).