Lot Essay
L''Assunzione della Vergine' di Guido Reni, eseguita nel 1617 per la cappella del cardinale Durazzo nella chiesa genovese dei Gesuiti, venne molto elogiata dai suoi contemporanei, a partire dallo storiografo Bellori, che ne parlava come di "quella gloriosa Assunta numerata tra le più insigne tavole che in Italia abbiano fama" (Bellori, Le Vite de'Pittori, Scultori e Architetti moderni, Roma, 1672 (ed.a cura di E. Borea, Torino, 1976, pp. 515-517). Ma già prima della spedizione a Genova l''IAssunzione' fu esposta nello studio di Guido a Bologna e il Malvasia narra che gia lì il quadro fu accolto da un vivo successo popolare. L'ombrosità e potenza delle forme ideali, la poesia del panneggio, la retorica espressiva neocarracesca, ma soprattutto la dignità profonda e malinconica, ispirata dalla riforma cattolica, furono alla base della scelta di Simone Cantarini, circa vent'anni dopo, di riproporne una figura. Basandosi sul San Matteo sul margine destro del famoso dipinto reniano, il Cantarini ha eseguito due dipinti in cui la figura dell'apostolo viene mutata in San Girolamo, assorto in preghiera davanti ai simboli della Passione. Non è l'unica volta in cui Simone si è rivolto ai modelli di Guido del periodo in cui erano ancora forti e carichi di contenuti espliciti. La figura del San Matteo per esempio ritorna anche nelle vesti del profeta Elia nell'alto della 'Trasfigurazione' di Forte Urbano. L'ipotesi, avanzata da Andrea Emiliani, di uno studio della pala genovese rimasto a Bologna, forse in particolare della figura di San Matteo, potrebbe spiegare la precisione con la quale Cantarini ha rimandato all'originale, anche nei particolari esecutivi e di stile, sia del presente dipinto sia della versione in collezione privata bolognese. Il maggiore chiaroscuro del crocifisso, del librone e del teschio, che nella versione presente è anche posto in posizione diversa rispetto a quella nel 'San Girolamo' bolognese, sarebbero secondo Emiliani dovuti ad una esecuzione successiva ad'opera di un'altra mano. Esaminando però la pennellata più larga e tenebrosa impiegata dal Cantarini nel resto del presente dipinto, la parte del 'Memento mori' non sembra così diversa da attribuirla ad un artista diverso. Forse si può semplicemente ritenere che nella presente versione del 'San Girolamo' il Cantarini ha temperato ancora di più la bellezza apollinea del classicismo bolognese, rivolgendosi nella sua ricerca di spiritualità profonda alla sintesi passionale del Caravaggio.