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"Slittare da una sottile rete di segni immersi nelle atmosfere nebulose d'una tonalità quasi monocroma, all'esplosione di dense masse di colore timbrico, ben delineate da contorni netti; o ancora passare da un'ambientazione vagamente surreale dove si agitano embrioni formali a quella, decisamente meccanomorfa, dove relitti di macchinari inutili diventano personaggi giocosi: ecco alcune soltanto delle tante trasmigrazioni che Renato Volpini ha compiuto nella sua vasta operazione grafico-pittorica iniziata alla fine degli anni Cinquanta e oggi ancora vivacemente attiva all'inizio del nuovo millennio.
Ma quello che caratterizza maggiormente l'artista urbinate (la nascita napoletana é solo anagrafica) rispetto alla quasi totalità degli artisti coevi, é l'aver mantenuto lungo i decenni una sua autonoma interpretazione della spazialità e della figurazione. Lo spazio infatti, in cui si agitano le sottili ramificazioni astratte degli anni Sessanta, o le nette immagini cromatiche degli anni Settanta, é sempre uno spazio non volumetrico ma onirico, mentre le immagini sono sempre antinaturalistiche e spesso beffarde. Queste due caratteristiche, legate alla eccezionale sua competenza delle tecniche incisorie piú complesse e piú raffinate, sono diventate spesso per Volpini la base di molto suo operare."
Gillo Dorfles da "La metamorfosi di Renato Volpini" in Renato Volpini Le meccaniche metamorfiche dipinti e opere su carta dal 1959 al 2002, catalogo della mostra realizzata a Urbino - Palazzo Ducale, Milano - Fondazione Mudina, 9 marzo - 1 aprile, 4 - 18 aprile 2002
Ma quello che caratterizza maggiormente l'artista urbinate (la nascita napoletana é solo anagrafica) rispetto alla quasi totalità degli artisti coevi, é l'aver mantenuto lungo i decenni una sua autonoma interpretazione della spazialità e della figurazione. Lo spazio infatti, in cui si agitano le sottili ramificazioni astratte degli anni Sessanta, o le nette immagini cromatiche degli anni Settanta, é sempre uno spazio non volumetrico ma onirico, mentre le immagini sono sempre antinaturalistiche e spesso beffarde. Queste due caratteristiche, legate alla eccezionale sua competenza delle tecniche incisorie piú complesse e piú raffinate, sono diventate spesso per Volpini la base di molto suo operare."
Gillo Dorfles da "La metamorfosi di Renato Volpini" in Renato Volpini Le meccaniche metamorfiche dipinti e opere su carta dal 1959 al 2002, catalogo della mostra realizzata a Urbino - Palazzo Ducale, Milano - Fondazione Mudina, 9 marzo - 1 aprile, 4 - 18 aprile 2002