MASCAGNI, Pietro (1863-1945). Bel gruppo di quattro lunghe lettere autografe firmate, indirizzate all'amico compositore Leopoldo MUGNONE (1858-1941), anche direttore d'orchestra (tenne infatti a battesimo Cavalleria rusticana dell'amico). Le prime due lettere (di quattro pagine 8° picc. l'una) sono scritte in rapida successione (Pesaro, 29 ottobre 1900 e Pesaro, 1o Novembre 1900), e si soffermano sui problemi riscontrati nella preparazione di un'Iris a Bologna (dove, aggiunge Mascagni con la consueta paranoia, io non godo troppe simpatie), nella quale proprio il Mugnone avrebbe condotto la partitura, in primis per le deficienze del tenore Maurini: meglio non dare l'Iris a Bologna, piuttosto che darla con un simile tenore, dal momento che di tenore disponibili (e che possano competere col Caruso) non ce n'è che uno solo: il Borgatti. In mancanza di ciò, mi sono convinto che non è possibile andare in scena. Una volta ascoltata l'esecuzione, confessa all'amico che non ne è soddisfatto: Forse la musica di Iris non ti è simpatica, come non ti può essere simpatica tanta altra musica... O forse è musica che tu non senti ed alla quale non sai infondere quell'anima straordinaria che ti ha reso uno dei nostri più celebrati concertatori e direttori e che seppe mettere nel mondo musicale così gloriosamente la mia Cavalleria. Il fatto è che io non ho ritrovato Iris nella esecuzione di Bologna. La lunghissima (otto pagine 8° picc. carré) lettera Buenos Aires, 8.V. 1911 (carta intestata CECIL HOTEL) è decisamente più rilassata: Questo Paese non è simpatico: è un paese pieno di cafoni arricchiti. Noi però ci troviamo bene e siamo festeggiati dovunque. Iperbolica la descrizione dell'accoglienza all'arrivo del piroscafo: Io mi sentii perduto, lottai come un leone, mi stracciarono gli abiti, mi contusero le braccia ed il petto... finalmente la polizia, a piedi ed a cavallo, riuscì a salvarmi trattandomi in un'automobile. Ma era impossibile smuoversi: un grido formidabile si levò: Vogliamo che parli! Dalla stessa tournée è l'ancora più lunga (sei pagine 4° fittamente vergate) lettera successiva, Rosario (carta intestata SAVOY HOTEL ROSARIO) 27 Giugno de 1911, con torbidissime e complicatissime manovre volte ad ottenere scritture a Roma: Io ho diversi progetti, o meglio: ho diverse proposte per le quali mi fanno pressioni; ma ti confesso che non ho fede in nessuna. Prima di tutto, sono proposte troppo ardite e poi sento troppo la nostalgia del mio paese per tante e tante ragioni... (in sostanza, è stata proposta a Mascagni la carica di direttore del grande teatro lirico di Buenos Aires, il Colon): non ti nascondo che lo farei assolutamente contro mia voglia: venire quattro o cinque mesi dell'anno, per cinque anni continui, in questo Paese, non è un complimento! (4)