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LEOPARDI, Giacomo. Versi. Bologna: Stamperia della Muse, 1826.

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LEOPARDI, Giacomo. Versi. Bologna: Stamperia della Muse, 1826.
8°. Titolo epigrafico al frontespizio (fioriture.) Legatura editoriale in cartoncino rosato con fregio tipografico al piatto superiore (fascicoli slegati, dorso mancante, sciupato).
SECONDA EDIZIONE COMPLETA dei versi leopardiani, dopo quella sempre bolognese del 1824. Uscita ai primi del 1827, sebbene conclusa di stampare nel settembre del 1826 presso la tipografia di Brighenti, i Versi si presentano in modo esplicito quale integrazione all'edizione delle Canzoni edita due anni prima, come si legge nella lettera dell'editore ai lettori, utilizzata ancora come modello per l'aspetto grafico esteriore. ESEMPLARE POSTILLATO di straordinario interesse filologico. La stratigrafia delle varianti nell'esemplare conduce a tre mani differenti, distinguibili anche da diverse colorazioni d'inchiostro. Ai margini dell'esemplare la mano più costante aggiunge varianti sostanziali al dettato, riportando lezioni tratte da manoscritti visionati direttamente da Pietro Giordani e Carlo Leopardi, che ne confermano l'autenticità giusto al verso della pagina 3. Si veda il caso emblematico dell'Infinito, dove al penultimo verso la lezione "Infinità" è in nota così commentata: "Sotto vi era Immensità, che è cancellato, ma poi vi ritornò". Le varianti si concentrano nei 6 Idilli iniziali. Il nome di Giordani è forse la chiave di lettura dell'intero episodio: in previsione della realizzata edizione degli Studi filologici leopardiani del 1845 Vol.III delle Opere, Firenze, Le Monnier), curata insieme a Pietro Pellegrini, Giordani deve avere incaricato qualcuno di trascrivere le varianti da lui osservate sui manoscritti leopardiani al margine del presente esemplare, in vista forse di una possibile edizione critica dei Canti. I manoscritti in questione finirono poi a Visso, come precisamente indicato da una delle mani ad apertura degli Idilli ("Le varianti di questi Idilli sono tratte dagli autografi esistenti nel Comune di Visso"). Nel marzo del 1868 27 manoscritti originali di Giacomo Leopardi furono infatti venduti, al prezzo di 400 lire italiane, al sindaco di Visso (Macerata) Gaola-Antinori da Prospero Viani, preside del Liceo Galvani di Bologna e collezionista leopardiano.
Una terza mano compare alle pp.69 e 73, a correggere errori tipografici puntuali, con indicazioni quasi da correttore di bozze ("Nota...errore tipografico").
In conclusione, la presente copia dei Versi si configura come un validissimo testimone di officina filologica ottocentesca, che attesta l'interesse estremo verso la variantistica leopardiana (elevata a monumento dalla filologia continiana) sin dal decennio immediatamente successivo alla morte del poeta.
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Where there is no symbol Christie's generally sells lots under the Margin Scheme. The final price charged to Buyer's, for each lot, is calculated in the following way: 24% on the hammer price of the first € 110.000,00 18,5% on the hammer price for any amount in excess of € 110.000,00