細節
CRESPI, Giuseppe Maria. Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno. Raccolta composta di 2 suite distinte: una di 20 tavole incise all'acquaforte originali del Crespi, l'altra le stesse 20 tavole con varianti ritoccate o rifatte a penna, al di sotto della parte incisa testo esplicativo, ogni tavola montata su passe-partout bianco o verde, fioriture (c.ca 230 x 155 mm). Le 40 tavole sono custodite in un astuccio in marocchino nero, dorso a 5 nervi, titolo impresso in oro ad un comparto.
Giuseppe Maria Crespi detto lo Spagnuolo incise all'acquaforte una serie di tavole raffiguranti le gesta di Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno, rami che ebbero una tale popolarità che in poco tempo, scrive lo Zanetti, non ne rimase più nemmeno uno. Questi rami giunsero allo stampatore Lelio della Volpe ormai logori, tanto che commissionò a Ludovico Mattioli di rifarli; il Mattioli aggiunse nuovi sfondi ai disegni originali di Crespi che piacquero tanto al della Volpe da decidere di farne un libro che vide la luce nel 1736. Le incisioni della suite con le varianti potrebbero essere stato il primo studio che il Crespi sottopose al della Volpe, dopo che questi, una volta vista la prima serie di acqueforti, aveva incaricato l'artista di renderle più decorative per illustrare il libro. Infatti le tavole della suite "corretta" presentano più stretti legami con le acqueforti originali del Crespi che con le tavole incise da Mattioli; quindi è probabile che anche questa seconda suite sia opera del Crespi il quale, presumibilmente, rese più pittoriche le tavole data la loro diversa finalità. Bartsch, XIX, nn.23-42.
Giuseppe Maria Crespi detto lo Spagnuolo incise all'acquaforte una serie di tavole raffiguranti le gesta di Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno, rami che ebbero una tale popolarità che in poco tempo, scrive lo Zanetti, non ne rimase più nemmeno uno. Questi rami giunsero allo stampatore Lelio della Volpe ormai logori, tanto che commissionò a Ludovico Mattioli di rifarli; il Mattioli aggiunse nuovi sfondi ai disegni originali di Crespi che piacquero tanto al della Volpe da decidere di farne un libro che vide la luce nel 1736. Le incisioni della suite con le varianti potrebbero essere stato il primo studio che il Crespi sottopose al della Volpe, dopo che questi, una volta vista la prima serie di acqueforti, aveva incaricato l'artista di renderle più decorative per illustrare il libro. Infatti le tavole della suite "corretta" presentano più stretti legami con le acqueforti originali del Crespi che con le tavole incise da Mattioli; quindi è probabile che anche questa seconda suite sia opera del Crespi il quale, presumibilmente, rese più pittoriche le tavole data la loro diversa finalità. Bartsch, XIX, nn.23-42.
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