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Details
GUBBIO. Corpus di 406 documenti cartacei raccolti e ordinati in 10 faldoni, databili tra il 1547 e il 1622 (con alcuni atti delgi inizi del sec.XVIII), relativi alla gestione politico-amministrativa della città di Gubbio da parte del ducato di Urbino.
Nel 1384 Gubbio si sottomise ai Montefeltro, Conti di Urbino, che la controllaromo sino al 1631, quando passò sotto il dominio dello Stato Pontificio. Nel 1480 venne riunita al Ducato di Urbino ed ebbe il suo momento di gloria con Federico, che la elevò a dignità di corte. Nel periodo in questione sono reggenti Guidobaldo II e Francesco Maria II, oltre alla Duchessa Eleonora che ebbe il controllo sulla città per ben 12 anni, tra il 1538 e il 1550.
I documenti qui raccolti includono circa un centinaio di lettere inviate dal Duca e dalla Duchessa ai loro luogotenenti, 233 missive e documenti di vari personaggi eugubini e di paesi confinanti, 33 lettere di dignitari, ecclesiastici, militari etc., 16 atti notarili con monogrammi, 8 pergamene di personaggi appartenenti alle famiglie Cybo e Spinola del sec.XVIII, oltre a diversi altri documenti minori.
Il contenuto dell'archivio è quanto mai variegato: si va dalle disposizioni in materia di sicurezza del territorio, all'importazione/esportazione di grani, dalla tutela del commercio di panni in Gubbio alle modalità da seguire nei processi, dalla riscossione delle imposte al pagamento delle taglie sopra i banditi, dalla proibizione di portar armi durante il Carnevale alla manutenzione delle strade.
Uno straordinario spaccato storico-culturale sulla vita eugubina alla metà del sec.XVI, dove si evidenzia su tutti il ruolo politico della Duchessa Eleonora, che per ben 12 anni (tra 1538 e 1550) amministrò insieme al figlio Guidobaldo II la città con autorevolezza. Le missive del Duca e della Duschessa di Urbino sono inviate in massima parte da Pesaro e Urbino, indirizzate ai Luogotenenti della città per il controllo della giurisdizione ordinaria. Le funzioni si estendono all'amministrazione della giustizia e della cosa pubblica, soprattutto alla corretta esecuzione degli ordini dati, nel rispetto delle leggi vigenti. Si tratta di far ottemperare ad ordini di pagamento, dare seguito a condanne, infliggere pene etc. I due luogotenenti in certi casi sottoscrivono le missive con un Vidit Stefanus - Vidit Vincentius. Il resto dell'archivio - più quotidiano - tramanda atti di donazione, compravendite, cessioni, atti di comparizione di testi, prestiti di denari, questioni di doti, elenchi di beni testamentari etc.
Interessanti e curiose alcune missive ed atti, tra cui quella in cui il Duca di Urbino raccomanda al Luogotenente di Fossombrone di tener sotto controllo i festeggiamenti per l'imminente nascita del figlio: "Proibirete per bando publico che fra i segni di allegrezza che si faranno nel parto della Duchessa nostra consorte non sia alcuna persona di qualunque grado che dia in alcun modo danno a verun luoco publico o privato, ne a nessuna persona tanto christiana quanto hebrea sotto la pena della disgratia nostra et anco di quella pena pecuniaria che riserviamo allo arbitrio vostro. Da Pesaro, Il di V novembre del 48 [1548]". Al verso vi è l'ordine di pubblicarlo e affiggerlo in luogo pubblico, datato 6 novembre del 1548.
L'amministrazione della Giustizia si traduce anche nella concessione di grazie, in caso d'esplicita confessione dell'errore commesso: "Rigo del Pasta fedelissimo suddito et servo di V.Ecc. espone che ritrovandosi un giorno con una sua nipote chiamata angela accecato dal diavolo et spinto dalla tentatione della carne la conobbe et di poi perseverò più volte in tal errore al fine tornando in se stesso et recognoscendo per ispiration de dio l'error suo diede marito alla detta sua nipote et gli diede ancho la dote di suo, et per questa causa esso povero supp.te et infelice fu carcerato, et confessò voluntariamente l'error suo, sperando che l'Ecc. (non risguardando all'enormità del suo peccato) ma alla sua innata bontà, habbia a usar seco la sua clementia con far qualche gratia al detto pover supp.te della pena". Alla richiesta di una riduzione della pena pecuniaria di Ducati 150 da riconoscere alla nipote, gli viene concessa di saldare appena 50 ducati condonando ogni altro addebito (Pesaro, 12 dicembre 1540).
Sempre sulla stessa falsariga è la richiesta d'indennizzo di un padre cui hanno "svergognato" la figlia: "Ill.mo et Ecc.mo Duca. Humilmente Sup.do recorre alli piedi di quello il pover Ore [Oratore] Bartholomeo di Renaldo dalla Serra de S.ta Bonda conta di Eugubino, esponendo qualmente essendo circha cinque anni che una sua figliola fu svergogniata da un certo Baldo d'Antonaccio dal ditto loco, et perche el padre del detto Baldo era compare del detto Ore: et vedendo che detto Baldo suo figliolo haveva comesso tal ribalderia andò ad esso Ore, et pregollo che non volesse fare con la ragione dicendoli compare de gratia non vogliate fare con la ragione che ad ogni modo mio figliolo (si come sappete) ha moglie et non pa potria torre; ma ben ve mi prometto che come voi lha maritarite de darvi quaranta fiorini del mio, et degratia non vogliate redurre mio figliolo in desperatione, perche poteria facilmente amazarvi o vero strupiarvi, et el dette parole le disse piu de deci volte". In breve, la figliola venne maritata nel giro di due anni a tal Francesco da Niccio da Provenza con la promessa di portare in dote una casa, da acquistarsi con i 40 fiorini pattuiti; ma il padre di Baldo morì appena un mese dopo il matrimonio ed ora Baldo non vuole più riconoscer nulla a Bartolomeo. La richiesta è che "questo Baldo debbia dare li quaranta fiorini et che non sia cagione che quella giovene piglia la mala via..". (10)
Nel 1384 Gubbio si sottomise ai Montefeltro, Conti di Urbino, che la controllaromo sino al 1631, quando passò sotto il dominio dello Stato Pontificio. Nel 1480 venne riunita al Ducato di Urbino ed ebbe il suo momento di gloria con Federico, che la elevò a dignità di corte. Nel periodo in questione sono reggenti Guidobaldo II e Francesco Maria II, oltre alla Duchessa Eleonora che ebbe il controllo sulla città per ben 12 anni, tra il 1538 e il 1550.
I documenti qui raccolti includono circa un centinaio di lettere inviate dal Duca e dalla Duchessa ai loro luogotenenti, 233 missive e documenti di vari personaggi eugubini e di paesi confinanti, 33 lettere di dignitari, ecclesiastici, militari etc., 16 atti notarili con monogrammi, 8 pergamene di personaggi appartenenti alle famiglie Cybo e Spinola del sec.XVIII, oltre a diversi altri documenti minori.
Il contenuto dell'archivio è quanto mai variegato: si va dalle disposizioni in materia di sicurezza del territorio, all'importazione/esportazione di grani, dalla tutela del commercio di panni in Gubbio alle modalità da seguire nei processi, dalla riscossione delle imposte al pagamento delle taglie sopra i banditi, dalla proibizione di portar armi durante il Carnevale alla manutenzione delle strade.
Uno straordinario spaccato storico-culturale sulla vita eugubina alla metà del sec.XVI, dove si evidenzia su tutti il ruolo politico della Duchessa Eleonora, che per ben 12 anni (tra 1538 e 1550) amministrò insieme al figlio Guidobaldo II la città con autorevolezza. Le missive del Duca e della Duschessa di Urbino sono inviate in massima parte da Pesaro e Urbino, indirizzate ai Luogotenenti della città per il controllo della giurisdizione ordinaria. Le funzioni si estendono all'amministrazione della giustizia e della cosa pubblica, soprattutto alla corretta esecuzione degli ordini dati, nel rispetto delle leggi vigenti. Si tratta di far ottemperare ad ordini di pagamento, dare seguito a condanne, infliggere pene etc. I due luogotenenti in certi casi sottoscrivono le missive con un Vidit Stefanus - Vidit Vincentius. Il resto dell'archivio - più quotidiano - tramanda atti di donazione, compravendite, cessioni, atti di comparizione di testi, prestiti di denari, questioni di doti, elenchi di beni testamentari etc.
Interessanti e curiose alcune missive ed atti, tra cui quella in cui il Duca di Urbino raccomanda al Luogotenente di Fossombrone di tener sotto controllo i festeggiamenti per l'imminente nascita del figlio: "Proibirete per bando publico che fra i segni di allegrezza che si faranno nel parto della Duchessa nostra consorte non sia alcuna persona di qualunque grado che dia in alcun modo danno a verun luoco publico o privato, ne a nessuna persona tanto christiana quanto hebrea sotto la pena della disgratia nostra et anco di quella pena pecuniaria che riserviamo allo arbitrio vostro. Da Pesaro, Il di V novembre del 48 [1548]". Al verso vi è l'ordine di pubblicarlo e affiggerlo in luogo pubblico, datato 6 novembre del 1548.
L'amministrazione della Giustizia si traduce anche nella concessione di grazie, in caso d'esplicita confessione dell'errore commesso: "Rigo del Pasta fedelissimo suddito et servo di V.Ecc. espone che ritrovandosi un giorno con una sua nipote chiamata angela accecato dal diavolo et spinto dalla tentatione della carne la conobbe et di poi perseverò più volte in tal errore al fine tornando in se stesso et recognoscendo per ispiration de dio l'error suo diede marito alla detta sua nipote et gli diede ancho la dote di suo, et per questa causa esso povero supp.te et infelice fu carcerato, et confessò voluntariamente l'error suo, sperando che l'Ecc. (non risguardando all'enormità del suo peccato) ma alla sua innata bontà, habbia a usar seco la sua clementia con far qualche gratia al detto pover supp.te della pena". Alla richiesta di una riduzione della pena pecuniaria di Ducati 150 da riconoscere alla nipote, gli viene concessa di saldare appena 50 ducati condonando ogni altro addebito (Pesaro, 12 dicembre 1540).
Sempre sulla stessa falsariga è la richiesta d'indennizzo di un padre cui hanno "svergognato" la figlia: "Ill.mo et Ecc.mo Duca. Humilmente Sup.do recorre alli piedi di quello il pover Ore [Oratore] Bartholomeo di Renaldo dalla Serra de S.ta Bonda conta di Eugubino, esponendo qualmente essendo circha cinque anni che una sua figliola fu svergogniata da un certo Baldo d'Antonaccio dal ditto loco, et perche el padre del detto Baldo era compare del detto Ore: et vedendo che detto Baldo suo figliolo haveva comesso tal ribalderia andò ad esso Ore, et pregollo che non volesse fare con la ragione dicendoli compare de gratia non vogliate fare con la ragione che ad ogni modo mio figliolo (si come sappete) ha moglie et non pa potria torre; ma ben ve mi prometto che come voi lha maritarite de darvi quaranta fiorini del mio, et degratia non vogliate redurre mio figliolo in desperatione, perche poteria facilmente amazarvi o vero strupiarvi, et el dette parole le disse piu de deci volte". In breve, la figliola venne maritata nel giro di due anni a tal Francesco da Niccio da Provenza con la promessa di portare in dote una casa, da acquistarsi con i 40 fiorini pattuiti; ma il padre di Baldo morì appena un mese dopo il matrimonio ed ora Baldo non vuole più riconoscer nulla a Bartolomeo. La richiesta è che "questo Baldo debbia dare li quaranta fiorini et che non sia cagione che quella giovene piglia la mala via..". (10)
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Where there is no symbol Christie's generally sells lots under the Margin Scheme.
The final price charged to Buyer's for each lot, is calculated in the following way:
24% on the hammer price of the first € 150,000,00
18.5% on the hammer price for any amount in excess of € 150,000,00.