Guido Reni (Bologna 1545-1672)
Where there is no symbol Christie's generally sell… Read more
Guido Reni (Bologna 1545-1672)

Testa di Cristo

Details
Guido Reni (Bologna 1545-1672)
Testa di Cristo
olio su tela, senza cornice
79 x 67 cm.
Provenance
Chiesa Parrocchiale di Santa Maria degli Alemanni, Bologna, fino a circa il 1792.
Conti Bianchetti, Bologna, 1822.
7o Duca di New Castle, Gran Bretagna; Christie's, Londra, 25-X-1946, lotto 63, come Guido Reni.
Collezione privata, Roma.
Literature
C. C. Malvasia, La Felsina Pittrice, manoscritto (MS B 17), Biblioteca Comunale di Bologna, p. 63.
A. Masini, Bologna Perlustrata, Bologna, 1650, p. 397.
A. Masini, Bologna Perlustrata, Bologna, 1666, pp. 371-2.
Guida di Bologna: Il Patrimonio artistico ed architettonico, 1792, ed. 1979, p. 458
C. Girotti, Memorie riguardanti la vita...Guido Reni, (MS 34/3132), 1847, Cassa di Risparmio, Bologna, p. 82.
S. Pepper, Guido Reni. L'Opera Completa, Novara, 1988, p. 279, n. 137, tav. 127.
Special notice
Where there is no symbol Christie's generally sells lots under the Margin Scheme. The final price charged to Buyer's for each lot, is calculated in the following way: 24% on the hammer price of the first € 150,000,00 18.5% on the hammer price for any amount in excess of € 150,000,00.

Lot Essay

L'opera andrebbe identificata con quella testa del Salvatore citata da Malvasia nel suo manoscritto come nella Chiesa Parrocchiale di Santa Maria degli Alemanni fuori Bologna. Lo stesso dipinto è poi ricordato nel medesimo edificio anche da Masini nella sua Bologna Perlustrata (1650) che, nella successiva edizione del 1666, nel collocarlo all'altare del rosario, cita anche la data del 1634 per la sua esecuzione. È dunque probabile che la tela possa identificarsi con quella esposta in mostra sotto la Loggia dei Servi a Bologna nel 1822, quando apparteneva ai conti Bianchetti, che ne entrarono in possesso al momento della soppressione della chiesa (come è suggerito nella Guida di Bologna del 1792). Nel collocarlo negli anni attorno al 1633-34, Pepper ravvisa le forti consonanze stilistiche con la Pala della peste della Pinacoteca Nazionale di Bologna, databile al 1631 e al San Gerolamo e l'angelo del Kunsthistorisches Museum di Vienna; ossia con quelle opere della piena maturità del pittore bolognese, distinte per la tonalità molto chiara, giocata su delicati accordi di tinte tenui e dall'esattezza del modellato.