Lot Essay
L'opera andrebbe identificata con quella testa del Salvatore citata da Malvasia nel suo manoscritto come nella Chiesa Parrocchiale di Santa Maria degli Alemanni fuori Bologna. Lo stesso dipinto è poi ricordato nel medesimo edificio anche da Masini nella sua Bologna Perlustrata (1650) che, nella successiva edizione del 1666, nel collocarlo all'altare del rosario, cita anche la data del 1634 per la sua esecuzione. È dunque probabile che la tela possa identificarsi con quella esposta in mostra sotto la Loggia dei Servi a Bologna nel 1822, quando apparteneva ai conti Bianchetti, che ne entrarono in possesso al momento della soppressione della chiesa (come è suggerito nella Guida di Bologna del 1792). Nel collocarlo negli anni attorno al 1633-34, Pepper ravvisa le forti consonanze stilistiche con la Pala della peste della Pinacoteca Nazionale di Bologna, databile al 1631 e al San Gerolamo e l'angelo del Kunsthistorisches Museum di Vienna; ossia con quelle opere della piena maturità del pittore bolognese, distinte per la tonalità molto chiara, giocata su delicati accordi di tinte tenui e dall'esattezza del modellato.