Lot Essay
Sessantenne, sul finale d'una onorata carriera accademica (era professore a Bologna alla cattedra di ornato) e dopo molti anni spesi a dipingere decorazioni d'interni e scenografie teatrali (anche alla Scala a Milano), Basoli scopre il gusto per le piccole vedute della sua città, di sapore a mezza strada tra l'intimistico ed il 'gotico'. Ne produce parecchie, piccoli dipinti ad olio su cartone o tavoletta (come questa), tutte studiate dal vivo a partire da acquarelli macchiati di bistro oggi perlopiù conservati all'Accademia di Belle Arti. Il successo di queste sue vedute di formato 'da viaggio' si deve anche alle cento acquetinte che da queste nel 1833 trassero i fratelli coadiuvati da allievi del maestro (Vedute pittoresche della città di Bologna tratte dai quadri a olio dipinti dal vero da Antonio Basoli...), che seguirono di qualche anno una prima raccolta data alle stampe nel 1817, la serie delle Porte della città di Bologna. Sono queste le cose tra le più felici di Basoli e certamente quelle sue più 'moderne', lontane anni luce dai modelli ancora tardo-barocchi in auge presso l'Accademia felsinea, persino oltre il compassato neoclassicismo di pittori come Pelagio Palagi, cui Basoli era legato in amicizia, e invece aggiornate su quel gusto internazionale e stravagante del 'neo-gotico'. Avido lettore di Walter Scott, l'anziano docente d'ornato ci consegna una Bologna al tempo stesso abbastanza fedele nella descrizione di strade, portici e chiostri e però venata d'un sapore buio e misterioso, accentuato anche dalla sottile sproporzione fra edifici e figurine, quasi ci trovassimo a passeggiare negli androni d'un castello medioevale.
Nella fattispecie la veduta in questione è quella del portico della chiesa dei Servi, qui presa dall'angolo tra l'attuale Strada Maggiore e via Guerrazzi, esattamente da dove un tempo (forse ancora quello del Basoli) sorgeva un celebre caffé ed oggi, invece, una farmacia.
Nella fattispecie la veduta in questione è quella del portico della chiesa dei Servi, qui presa dall'angolo tra l'attuale Strada Maggiore e via Guerrazzi, esattamente da dove un tempo (forse ancora quello del Basoli) sorgeva un celebre caffé ed oggi, invece, una farmacia.