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Sebbene di impianto dichiaratamente arpinesco, questo prezioso dipinto su rame, smagliante nei colori e curatissimo nei dettagli, è stato attribuito da Roettgen a Flaminio Allegrini, collaboratore del Cesari a partire dal 1604, e di fatto esecutore materiale di numerose sue invenzioni. La composizione e i tipi stessi delle figurine rimandano appunto a opere del Cavaliere databili nel primo decennio del Seicento e utilizzate dall'Allegrini come modello per questo Sposalizio che, secondo Roettgen, è stato eseguito intorno al 1610. Sebbene la sua composizione sia del tutto originale, numerosi punti di confronto possono infatti istituirsi con la Sacra Famiglia con San Francesco e un angelo di raccolta privata, anch'essa su rame, dipinta dal Cavalier d'Arpino intorno al 1606 (Roettgen, 2002, n. 137) o, per quanto riguarda i tipi delle figure femminili, con le diverse redazioni del celebre Ratto di Europa, anch'esso dei primi anni del secolo. L'inconfondibile impronta dell'Allegrini si rintraccia però in una più scoperta tendenza alla decorazione, e nella resa più morbida e quasi ingenua delle figurine.