Lot Essay
Nel 1919 Balla è a Viareggio con la famiglia. Inizia a spedire cartoline a Virgilio Marchi a Livorno e alla madre a Roma descrivendo le sensazioni scaturite dalla vista delle onde del mare e delle barche a vela. È l'inizio di un nuovo ciclo, quello delle "linee di forza del mare" che segue quello della "linea di velocità".
"Passava delle ore fermo sul molo prendendo appunti sui suoi taccuini, su quei piccoli foglietti di carta vi segnava la cresta di un'onda, il disegno del ricamo della spuma bianca del mare, la linea esatta di una vela, la forma di una nube all'orizzonte, e quei piccolissimi segni erano la chiave con la quale lui solo sapeva aprire la visione di nuove opere ispirate al mare (V. Marchi, Giacomo Balla in "La Stirpe", Roma 1928, pagg. 159-163).
Fasci di linee morbide unificano tutti gli elementi dell'immagine, mentre le barche in lontananza sembrano confondersi con il moto ondoso, creando un sottile e continuo passaggio tra paesaggio marino e paesaggio terrestre.
I molti studi sulle linee di forze si traducono in una serie cromatica, ovvero in una serie sul colore, sulle sensazioni da esso scaturite e sui passaggi da una tonalità all'altra che "mettono in moto" le forme dipinte. La fonte d'ispirazione gli deriva senz'altro dalla sua esperienza giovanile della stampa fotografica, gli effetti cioè ottenuti con i diversi cambi di colore della fotografia monocromatica. L'elemento naturale, il mare in questo caso, diviene così forma vivente, una rete di forze interconnesse che continuamente si creano e si distruggono.
"Passava delle ore fermo sul molo prendendo appunti sui suoi taccuini, su quei piccoli foglietti di carta vi segnava la cresta di un'onda, il disegno del ricamo della spuma bianca del mare, la linea esatta di una vela, la forma di una nube all'orizzonte, e quei piccolissimi segni erano la chiave con la quale lui solo sapeva aprire la visione di nuove opere ispirate al mare (V. Marchi, Giacomo Balla in "La Stirpe", Roma 1928, pagg. 159-163).
Fasci di linee morbide unificano tutti gli elementi dell'immagine, mentre le barche in lontananza sembrano confondersi con il moto ondoso, creando un sottile e continuo passaggio tra paesaggio marino e paesaggio terrestre.
I molti studi sulle linee di forze si traducono in una serie cromatica, ovvero in una serie sul colore, sulle sensazioni da esso scaturite e sui passaggi da una tonalità all'altra che "mettono in moto" le forme dipinte. La fonte d'ispirazione gli deriva senz'altro dalla sua esperienza giovanile della stampa fotografica, gli effetti cioè ottenuti con i diversi cambi di colore della fotografia monocromatica. L'elemento naturale, il mare in questo caso, diviene così forma vivente, una rete di forze interconnesse che continuamente si creano e si distruggono.