Lot Essay
Una delle più straordinarie testimonianze del lavoro di un artista è la serie di 6 fotografie che Ugo Mulas dedicò all'esecuzione di un Concetto Spaziale di Fontana (cfr. lotto 352). La preparazione di un'opera della serie dei Tagli (complessivamente denominati Attese), cominciava alcune ore prima rispetto alle operazioni documentate da Mulas, e proseguiva successivamente con alcune altre.
Dopo essersi procurato i materiali, Fontana dipingeva la tela con un abbondante strato di idropittura, che gli garantiva un fondo uniforme, quasi sempre monocromo. Lasciata la tela sul cavalletto qualche ora ad asciugare, interveniva sulla pittura ancora abbastanza fresca con un taglierino per la fase più personale e significativa dell'esecuzione, quella a cui si riferiscono gli scatti di Mulas. In questa fase l'improvvisazione immediata e la libertà del gesto si associavano a un filtro razionale e a una selezione severa. Fontana infatti aveva bisogno di essere concentrato e solo nello studio per eseguire i Tagli (mentre ammetteva la presenza di altre persone durante l'esecuzione di altre opere) e, soprattutto, scartava e distruggeva tutte le tele tagliate che non avessero soddisfatto i suoi criteri estetici e compositivi. In seguito Fontana passava delicatamente la mano all'interno dei tagli appena eseguiti, portando definitivamente la tela nello spazio tridimensionale, dandole un profilo reso definitivo dall'asciugarsi della pittura. L'esecuzione si concludeva con l'applicazione sul retro della tela di garze che, filtrando la luce e impedendo di vedere la parete retrostante, contribuiscono all'illusione che dietro il taglio si apra un vuoto infinito, cosmico. Solo a questo punto Fontana firmava le Attese che, mai datate, recano invece quasi sempre sul retro una iscrizione: equazioni assurde, annotazioni sul tempo o su amici in visita, avvenimenti quotidiani, qualche dedica. ,
Fontana esplora nelle sue tele tutte le potenzialità dei Tagli "invenzione" sconvolgente nella storia della pittura. Alternando la ieraticità dell'unico taglio alla teoria perfetta dei tagli in sequenza, Fontana fende lo spazio con gesti netti, essenziali, di precisione chirurgica.
In quest'opera, come spesso in Fontana, la struttura compositiva ha un'importanza fondamentale. Margini ampi e calibrati inquadrano i tagli che, partendo tutti dalla stessa altezza, si aprono e si chiudono dolcemente. La composizione, a prima vista asimmetrica, presenta un raffinato bilanciamento tra la metà sinistra e la destra in cui appaiono rispettivamente un taglio più inclinato e un altro meno. Questo equilibrio, amplificato dalla profondità del blu, dà a questo dipinto quell'austera classicità e quella maestosa profondità che ne costituiscono il carattere distintivo.
Dopo essersi procurato i materiali, Fontana dipingeva la tela con un abbondante strato di idropittura, che gli garantiva un fondo uniforme, quasi sempre monocromo. Lasciata la tela sul cavalletto qualche ora ad asciugare, interveniva sulla pittura ancora abbastanza fresca con un taglierino per la fase più personale e significativa dell'esecuzione, quella a cui si riferiscono gli scatti di Mulas. In questa fase l'improvvisazione immediata e la libertà del gesto si associavano a un filtro razionale e a una selezione severa. Fontana infatti aveva bisogno di essere concentrato e solo nello studio per eseguire i Tagli (mentre ammetteva la presenza di altre persone durante l'esecuzione di altre opere) e, soprattutto, scartava e distruggeva tutte le tele tagliate che non avessero soddisfatto i suoi criteri estetici e compositivi. In seguito Fontana passava delicatamente la mano all'interno dei tagli appena eseguiti, portando definitivamente la tela nello spazio tridimensionale, dandole un profilo reso definitivo dall'asciugarsi della pittura. L'esecuzione si concludeva con l'applicazione sul retro della tela di garze che, filtrando la luce e impedendo di vedere la parete retrostante, contribuiscono all'illusione che dietro il taglio si apra un vuoto infinito, cosmico. Solo a questo punto Fontana firmava le Attese che, mai datate, recano invece quasi sempre sul retro una iscrizione: equazioni assurde, annotazioni sul tempo o su amici in visita, avvenimenti quotidiani, qualche dedica. ,
Fontana esplora nelle sue tele tutte le potenzialità dei Tagli "invenzione" sconvolgente nella storia della pittura. Alternando la ieraticità dell'unico taglio alla teoria perfetta dei tagli in sequenza, Fontana fende lo spazio con gesti netti, essenziali, di precisione chirurgica.
In quest'opera, come spesso in Fontana, la struttura compositiva ha un'importanza fondamentale. Margini ampi e calibrati inquadrano i tagli che, partendo tutti dalla stessa altezza, si aprono e si chiudono dolcemente. La composizione, a prima vista asimmetrica, presenta un raffinato bilanciamento tra la metà sinistra e la destra in cui appaiono rispettivamente un taglio più inclinato e un altro meno. Questo equilibrio, amplificato dalla profondità del blu, dà a questo dipinto quell'austera classicità e quella maestosa profondità che ne costituiscono il carattere distintivo.