Alberto Burri (1915-1995)
Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's… Read more
Alberto Burri (1915-1995)

Cellotex

Details
Alberto Burri (1915-1995)
Cellotex
firmato Burri (sul retro); firmato due volte e datato Burri 82 (sul retro)
acrilico su cellotex
cm 121x171,6
Eseguito nel 1982
Provenance
Collezione privata, Milano
Literature
Fondazione Palazzo Albizzini, Burri contributi al catalogo sistematico, Città di Castello 1990, p. 325, n. 1411 (illustrato)
Special notice
Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's Resale Right Regulations 2006 apply to this lot, the buyer agrees to pay us an amount equal to the resale royalty provided for in those Regulations, and we undertake to the buyer to pay such amount to the artist's collection agent. Where there is no symbol Christie's generally sells lots under the Margin Scheme. The final price charged to Buyer''s for each lot, is calculated in the following way: 30% of the final bid price of each lot up to and including € 20.000,00 26% of the excess of the hammer price above € 20.000,00 and up and including € 800.000,00 18,5% of the excess of the hammer price above €800.000,00

Lot Essay

"... è la volta dei coloranti acrilici, i cui registri di variazioni timbriche sono praticamente illimitati, e questa volta non si tratta più di confrontare arte e materia, ma di conservare funzione artistica a materie che, come i colori, sono sempre state proprie dell'arte. L'infinita molteplicità dei punti di colore resi disponibili dall'industria chimica si accompagna all'indubbia purezza e intensità, ma anche all'invariabilità e all'indeclinabilità tonale: donde la necessità di trovare un altro principio strutturale non solo per dare ordine ma per suscitare un'energia motoria in quelle materie costituzionalmente inerti.
Proponendosi di operare entro l'ambito fenomenico della pittura, cioè della sua storia, Burri procede a una serie di riduzioni.
La prima concerne il quadro, che non è più sezione né illusione di profondità e a rigore neppure uno schermo di proiezione, ma una superficie sulla quale sagome colorate di taglio e grandezze differenti formano patterns di ritmi e controritmi più rapidi e più lenti, che si sovrappongono come le linee melodiche in una musica polifonica.
La seconda concerne il colore: il suo registro è illimitato, ma va accettato per quello che è, con la sua costituzionale incapacità di vibrazione, di trasparenza, di spessore, di riflessi e di cangianti, di reazioni alla luce, di evocazione naturalistica. L'azzurro non ha più nulla a che fare col cielo, il verde con l'erba, e neppure il bianco con la luce o il nero con l'oscurità. La materia colorante non fa strato, per la sua liquidità viene immediatamente bevuta dal supporto; asciuga e indurisce rapidamente, si segmenta in zone brillanti e opache, combacia senza sfumare con le zone vicine, come i marmi ritagliati dell'opus sectile.
La terza riduzione interessa il fascio delle linee ritmiche che, dopo aver compiuta la fase cromatica di un quadro, passano nei successivi, facendosi più fitte o più rade, mutando corso e direzione, dilagando o assottigliandosi. Il moto che si genera dalla varietà dei colori e della loro disposizione, dal passaggio dalle ampie stesure ai rivoli scorrenti, al ritaglio, allo scampolo viene come congelato, bloccato sul piano. L'emergente evidenza dell'immagine ferma la corsa dei ritmi in una proporzionalità asimmetrica e basta questo arresto per far salire la sonorità dei timbri ai massimi livelli."

(G. C. Argan, Burri Sestante, Milano 1983)