Lot Essay
"Gli artisti dell'immediato dopoguerra si propongono di riesaminare criticamente i movimenti artistici della prima metà del secolo per individuare e rimettere in valore quanto c'era di concreto nelle loro velleità rivoluzionarie. Oggetto principale del riesame, il Cubismo: la scomposizione cubista rimane la grande scoperta del secolo, ma deve essere dirompente e non analitica, riflettere nello schianto della forma l'immagine che si fa del reale la coscienza lacerata, contraddittoria dell'uomo del nostro tempo. Inteso come linguaggio, il Cubismo diventa un modo di presa diretta della realtà, ne afferra e ne potenzia gli elementi più emotivi e drammatici: può dunque assumere un accenno impressionista o espressionista, e perfino combinarli ricongiungendo così due grandi tronconi dell'arte europea.
È in questa direzione che si muove Santomaso, assieme a Birolli, Afro, Corpora, rappresentanti di un astrattismo lirico in cui l'assenza di relatività all'oggetto intensifica gli accenti espressivi.
La tendenza non-figurativa, che tuttavia non esclude l'emotività ancora naturalistica del colore, riflette il carattere essenzialmente linguistico della ricerca: (...) si sente che la realtà non ha più alcuna attrattiva, è un punto dato a cui si cerca di reagire attivamente, come per comunicare all'oggetto una vitalità che ha perduta.
Santomaso non esclude l'impulso esterno, che deriva dalla realtà oggettuale: eliminati gli elementi descrittivi con riferimenti al "contenuto" essa permane come traccia tematica delle sue composizioni coloristiche. Nel 1959 da Venezia e dal paesaggio lagunare Santomaso viaggia verso le malinconiche terre catalane che saranno per lui fonte di ispirazione per le opere di quel periodo.
L'opera Bianco e nero di Spagna risale a quegli anni. In essa è evidente la reazione che implica il capovolgimento alla regolarità ed al rigore della costruzione cubista attraverso il gesto espressivo, per il quale l'action painting americana diventa il riferimento principale, coniugato però in questo caso ad un singolarissimo impressionismo coloristico di antica tradizione lagunare che caratterizza Santomaso come uno dei maggiori artisti del nostro dopoguerra".
(C. G Argan in L'arte moderna 1770-1970; A. Bonito Oliva, Oltre il Duemila, Milano 2002, p. 265)
È in questa direzione che si muove Santomaso, assieme a Birolli, Afro, Corpora, rappresentanti di un astrattismo lirico in cui l'assenza di relatività all'oggetto intensifica gli accenti espressivi.
La tendenza non-figurativa, che tuttavia non esclude l'emotività ancora naturalistica del colore, riflette il carattere essenzialmente linguistico della ricerca: (...) si sente che la realtà non ha più alcuna attrattiva, è un punto dato a cui si cerca di reagire attivamente, come per comunicare all'oggetto una vitalità che ha perduta.
Santomaso non esclude l'impulso esterno, che deriva dalla realtà oggettuale: eliminati gli elementi descrittivi con riferimenti al "contenuto" essa permane come traccia tematica delle sue composizioni coloristiche. Nel 1959 da Venezia e dal paesaggio lagunare Santomaso viaggia verso le malinconiche terre catalane che saranno per lui fonte di ispirazione per le opere di quel periodo.
L'opera Bianco e nero di Spagna risale a quegli anni. In essa è evidente la reazione che implica il capovolgimento alla regolarità ed al rigore della costruzione cubista attraverso il gesto espressivo, per il quale l'action painting americana diventa il riferimento principale, coniugato però in questo caso ad un singolarissimo impressionismo coloristico di antica tradizione lagunare che caratterizza Santomaso come uno dei maggiori artisti del nostro dopoguerra".
(C. G Argan in L'arte moderna 1770-1970; A. Bonito Oliva, Oltre il Duemila, Milano 2002, p. 265)