Lot Essay
"Quando ha ricevuto un'emozione, Afro non la rappresenta, la lascia tornare anche a grande distanza di tempo, e se non torna vuol dire che bisogna dimenticarla. Ma quando torna, ecco assume il tono della leggenda, e può diventare pittura. Egli non fa appunti dal vero ma dalla memoria, e i suoi disegni raccontano l'emozione che dal passato risorge. [...] La sua visione ha bisogno della mediazione del tempo, che gli permetta il passaggio dalla prosa alla poesia" (L. Venturi in M. Graziani, Catalogo Generale Ragionato, p. 390).
Compiuto raggiungimento della poetica di Afro, l'opera qui presentata offre i più caratteristici tratti della pittura dell'artista.
I colori accesi e vivaci sono l'elemento più marcato e di impatto del dipinto. Connotato d'eccellenza nella pittura di Afro, si esplicano qui in un rosso forte e arrogante che domina la composizione, bilanciato da macchie di colore giallo e azzurro su un fondo non propriamente bianco. Il tutto delineato da pennellate di nero che suggeriscono forme.
È forte l'influsso della tradizione pittorica veneta, basata sull'uso del colore come forza prima e pura delle composizioni.
Il dipinto dà persino l'impressione della pittura murale, grazie alla stesura su ampie pennellate.
Il dinamismo della composizione conduce invece a un paragone coevo: il vivo contesto veneto a lui contemporaneo che porta a un confronto con i colleghi Emilio Vedova, Renato Birolli e Giuseppe Santomaso.
Afro ha però una connotazione in più, dovuta alle sue numerose esperienze all'estero già dagli anni Cinquanta. Il contatto con gli esponenti della Scuola di New York e in particolare l'amicizia con Willem de Kooning sono per l'artista occasione per raggiungere una pittura ancor più progressista.
Sapendo mitigare questi molteplici aspetti, Afro matura un linguaggio altamente prezioso e individuale.
Si inserisce nel dibattito pittorico del Dopoguerra italiano come esponente di un'arte astratta che però mantiene le sue basi nella natura e nella realtà.
Il presente lotto non è infatti una semplice composizione astratta o un insieme di macchie di colore: sono invece Figure.
Compiuto raggiungimento della poetica di Afro, l'opera qui presentata offre i più caratteristici tratti della pittura dell'artista.
I colori accesi e vivaci sono l'elemento più marcato e di impatto del dipinto. Connotato d'eccellenza nella pittura di Afro, si esplicano qui in un rosso forte e arrogante che domina la composizione, bilanciato da macchie di colore giallo e azzurro su un fondo non propriamente bianco. Il tutto delineato da pennellate di nero che suggeriscono forme.
È forte l'influsso della tradizione pittorica veneta, basata sull'uso del colore come forza prima e pura delle composizioni.
Il dipinto dà persino l'impressione della pittura murale, grazie alla stesura su ampie pennellate.
Il dinamismo della composizione conduce invece a un paragone coevo: il vivo contesto veneto a lui contemporaneo che porta a un confronto con i colleghi Emilio Vedova, Renato Birolli e Giuseppe Santomaso.
Afro ha però una connotazione in più, dovuta alle sue numerose esperienze all'estero già dagli anni Cinquanta. Il contatto con gli esponenti della Scuola di New York e in particolare l'amicizia con Willem de Kooning sono per l'artista occasione per raggiungere una pittura ancor più progressista.
Sapendo mitigare questi molteplici aspetti, Afro matura un linguaggio altamente prezioso e individuale.
Si inserisce nel dibattito pittorico del Dopoguerra italiano come esponente di un'arte astratta che però mantiene le sue basi nella natura e nella realtà.
Il presente lotto non è infatti una semplice composizione astratta o un insieme di macchie di colore: sono invece Figure.