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Quando Guido Bartolozzi decise, nel 1877, di aprire la sua galleria in via Maggio, Firenze era la capitale indiscussa dell'antiquariato europeo: un ruolo che avrebbe conservato per circa un secolo, fin quasi cio ai nostri giorni che, non senza una certa malinconia, vedono sempre pi affievolirsi l'interesse delle nuove generazioni di collezionisti e conoscitori d'arte verso le testimonianze artistiche del passato e soprattutto nei riguardi dell'arredo, di cui i Bartolozzi, per ben quattro generazioni, furono i pi importanti mercanti fiorentini. Stiamo infatti attraversando uno di quei periodi storici - come gi avvenne negli anni Trenta del secolo scorso - durante i quali le scelte degli architetti e decoratori d'interni si sono definitivamente orientate verso soluzioni arredative di stampo modernista, tendenti ad escludere la mobilia antica a favore di oggetti pi funzionali a spazi intesi non pi come quelli di una moderna "casa della vita", ma come temporaneo ricovero in attesa di sempre ulteriori spostamenti. Le nuove generazioni guardano cio al mobile antico con occhio assai diverso da come lo intendevano i loro padri, i quali amavano circondarsi delle testimonianze artistiche del passato che a volte utilizzavano per mascherare le nuove tecnologie domestiche: ora sono proprio quest'ultime a fare arte e insieme arredamento nella casa, scacciando inesorabilmente tutto ci che appare nostalgico e quindi superfluo.
Nel ricordare la svolta modernista verificatasi alla finedegli anni venti non si pu non evocare la personalit
di Roberto Papini che divenuto paladino della mobilia moderna - assai apprezzata da collezionisti della levatura di Riccardo Gualino o da antiquari quali i Contini Bonacossi - incitava le nuove generazioni a cercare una via alternativa all'allora dilagante moda di arredare le case "in stile" e la individuava in quella nuova tendenza di gusto che riusciva ad armonizzare la mobilia dei secoli passati con la comodit degli arredi contemporanei. Tendenza per cos dire 'mediana', che orient non solo la creazione di ambienti del tutto inediti ma influenz anche le scelte del mercato antiquario, che di l a poco avrebbe definitivamente abbandonato il gusto per la ricostruzione storica e per il restauro in stile a favore di una pi filologica attenzione all'integrit e alla qualit artistica dei pezzi che si sarebbero dovuti confrontare con la moderna cultura del design.
E' quello che fece progressivamente la ditta di Guido Bartolozzi, da subito divenuta luogo d'elezione per tutti i facoltosi collezionisti che soggiornavano a Firenze, tra i quali merita menzionare Frederick Stibbert che il 29 aprile 1904 acquistava "due quadri antichi Persiani con cornice", come si legge nella fattura rilasciata dall'antiquario stesso. Se ne ricava che Bartolozzi era allora nel novero di quei commercianti d'arte capaci di intuire non soltanto la qualit delle opere da far circolare sul mercato ma anche le esigenze di collezionisti eccentriciinteressati non soltanto alle 'specialit' rinascimentali del circuito fiorentino. Basta sfogliare l'ideale inventario dei capolavori passati nel negozio di via Maggio lungo quattro generazioni per verificare la tenuta e la seriet dell'impresa ed anche l'affinarsi delle scelte in ogni genere dell'arte, proprio in vista di quella evoluzione del gusto e delle 'metamorfosi' dell'arredamento cui abbiamo appena accennato.
Con la vendita all'incanto della ricca collezione Bartolozzi, Firenze ritorna capitale dell'antiquariato e tutti coloro che andranno a visitare l'esposizione e a partecipare all'asta avranno la sensazione di ritornare a quell'et dorata in cui si acquistavano capolavori in grado di evocare nella propria abitazione le suggestioni provate durante le visite ai musei e ai palazzi italiani. Tra gli arredi acquistati dai Bartolozzi durante il Novecento si conservano vere e proprie meraviglie dell'intaglio e dell'ebanisteria eseguite nei vari regni della penisola dai migliori artigiani al servizio delle corti e dell'aristocrazia: stipi in ebano e pietre dure, tavoli da muro intagliati e dorati, cassettoni e scrivanie abbellite da raffinate impiallacciature e da preziose applicazioni in metalli dorati, stoffe e una variet infinita di oggetti rari destinati alla felicit dei pi esigenti collezionisti. Tutte opere, ora diligentemente catalogate, che testimoniano la competenza e il gusto di Giudo Bartolozzi - gi presidente dell'Associazione Antiquari d'Italia dal 1986 al 1995 e segretario della Mostra Mercato Internazionale di Palazzo Strozzi per ben vent'anni, dal 1981 al 2001 - e del figlio Massimo. Quest'ultimo ha saputo accrescere notevolmente la galleria di famiglia con sempre nuovi arredi e oggetti, orientando di volta in volta il gusto dei suoi scelti clienti verso tutte quelle preziosit artistiche che il genio degli artigiani e degli artisti italiani ha prodotto dal XVI secolo fino all'Ottocento. Appassionato velista, sport nel quale ha sempre amato rifugiarsi per trovare nuovo vigore nell' affrontare il lavoro, Massimo ha seguito fin da giovane gli itinerari paterni imparando a valutare a colpo d'occhio la bellezza di un arredo o il fascino di una terracotta, scartando la mediocrit a tutto favore delle eccellenze dell'arte.
Come la vela, anche il mestiere dell'antiquario rimarr ad accompagnarlo negli anni futuri con la discrezione che gli propria, non pi nella bella vetrina del negozio di via Maggio, ma tra le antiche mura della casa dei suoi predecessori.
Enrico Colle
Soprintendente del Museo Stibbert
AN HISPANO-MORESQUE COPPER LUSTRE DISH
MID-16TH CENTURY, PROBABLY VALENCIA, MANISES
Details
AN HISPANO-MORESQUE COPPER LUSTRE DISH
MID-16TH CENTURY, PROBABLY VALENCIA, MANISES
Decorated overall with stylised radiating leaves and blue foliage, pierced for suspension, restoration to rim
15¾ in. (40 cm.) diameter
MID-16TH CENTURY, PROBABLY VALENCIA, MANISES
Decorated overall with stylised radiating leaves and blue foliage, pierced for suspension, restoration to rim
15¾ in. (40 cm.) diameter
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Amelia Walker