AFRO APPRODA NEGLI STATI UNITI NEGLI ANNI '50, QUANDO PER LUI L'ATMOSFERA CHE SI RESPIRA IN ITALIA "SI FA SEMPRE PIù PESANTE". IL SUO ESSERE COSì SPICCATAMENTE EUROPEO, LA GRAZIA PITTORICA DELLE SUE OPERE E IL LATO METAFISICO SEGNANO L'ESORDIO DELLA FORTUNA DI AFRO IN AMERICA.
A PARTIRE DAL 1954 I RICONOSCIMENTI ALL'ARTISTA NEGLI STATI UNITI SONO SEMPRE PIù FREQUENTI. E' PROPRIO IN AMERICA, IN QUESTO PERIODO, CHE AFRO RAGGIUNGE UNA MATURITà STILISTICA E LA CONSAPEVOLEZZA DEI SUOI MEZZI ESPRESSIVI, LE SUE OPERE APPAIONO A MOLTI DI GRANDE INCANTO. DALL'ORIGINE PICASSIANA, IL FONDO E L'IMMAGINE CENTRALE SI FANNO PIù SFUMATE, SI ARRICCHISCONO DI TONALITà, IL SEGNO è PIù LIBERO E LA PITTURA SUADENTE CON FREQUENTI RIFERIMENTI AL COLORISMO DI TRADIZIONE VENETA E ALLA RIPRESA DEL VISSUTO ATTRAVERSO LA MEMORIA, IN UNO STILE PERSONALE NON-FIGURATIVO E QUASI NON-FORMALE.
NEL 1955 LA CRITICA CELEBRA LA PRESENZA DI AFRO CONSIDERANDOLO UNA "RISING STAR" DELL'ARTE INTERNAZIONALE.
"IL QUADRO DI AFRO è SEMPRE REGOLATO SU UN EQUILIBRIO DI LUCI E DI PROFONDITà, DOVE LA RIPARTIZIONE DEI PIANI, INSEGNATA DALLA POETICA CUBISTA, SI TRASFORMA IN UN'ARMONIA DI COLORI LOCALIZZATI E AVVOLTI DA UN LENTO SVILUPPO DI TONI" (U. APOLLONIO). NEI QUADRI DI QUESTI ANNI LA FORMA SI MUOVE VERSO UN'ASTRAZIONE QUASI TOTALE, MA IL RIFERIMENTO ALLA REALTà RESTA PER L'ARTISTA IL PUNTO DI PARTENZA. E COME AFRO STESSO DICEVA: "LA SOSTANZA DEL MIO COLORE, LO SVILUPPO DELLE MIE LINEE CREANO UNO SPAZIO CHE NON è ALTRO CHE LO SPESSORE DELLA MEMORIA".